domenica 21 aprile 2019

QUESTIONS AND ANSWERS...


…Be patient toward all that is unsolved in your heart and try to love the questions themselves…”(R.M.Rilke)



I go through the world with a question that is always on: a question for Infinity, a question for Life. I have always preferred questions to answers, in which I cannot abide long except to make the necessary steps to my inexhaustible search.
I don't know if you've ever wondered deeply, for example about the meaning of a meeting, an event, an idea ... and  someone comes up with an explanation, with an answer. As enlightening and satisfying as it may be, after a while you feel that it 'tightens' you, it is as if it wanted to compress, tame and in some way 'liquidate' your question.


No book of wisdom, no guru or enlightened master perhaps will ever give us the definitive answer, the one that once and for all exhausts our existential thirst. That's why, as Rilke says, we need to know how to love questions, to live patiently, affectionately in their company and with the discomfort that sometimes they raise. It is precisely this subtle restlessness that, once it has become a flame, will burn the chains of habit, wiping out the grey of apathy or the emptiness of the useless frenzy.


It is the questions, rather than the answers, that are capable of breathing and opening glimpses of Infinity. Answers tend to 'age', especially those that have not been lived, not experienced, that have not yet resonated in our bones and flowed into our blood.
I love, therefore, the unresolved - and perhaps unresolvable - restlessness of certain questions, because they keep me in my favourite role: the one of the student. I conclude with the last words of Gertrude Stein who, shortly before dying, asked: "What is the answer?" There was no answer. She laughed and said, "In that case, what is the question?" Then she died.

Versione italiana al link Domandare è lecito...



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DOMANDARE È LECITO…..


“…Sii paziente verso tutto ciò che è irrisolto nel tuo cuore e   cerca di amare le domande… - 
…und ich möchte Sie, so gut ich es kann, bitten, lieber Herr, Geduld zu haben gegen alles Ungelöste in Ihrem Herzen und zu versuchen, die Fragen selbst liebzuhaben …(R.M.Rilke)


Io attraverso il mondo con un una domanda sempre accesa: una domanda d’Infinito, una domanda di Vita. Ho sempre preferito le domande alle risposte, nelle quali non riesco a sostare a lungo se non per farne tappe necessarie alla mia inesauribile ricerca.
Non so se vi è mai capitato d’interrogarvi profondamente; ad esempio sul senso di un incontro, di un evento, di un’idea... ed ecco che qualcuno arriva con una spiegazione, con una risposta. Per quanto essa sia illuminante e soddisfacente, dopo un po’ sentite che vi 'va stretta', è come se volesse comprimere, addomesticare e in qualche modo ‘liquidare’  la vostra domanda.


Nessun libro di sapienza, nessun guru o illuminato forse ci darà mai la risposta definitiva, quella che esaurisce una volta per tutte la nostra sete esistenziale. Ecco perché, come dice Rilke, occorre saper amare le domande, convivere pazientemente, affettuosamente in loro compagnia e con il disagio che talvolta sollevano. È proprio questa sottile inquietudine la brace sopita che, divenuta fiamma, brucerà le catene dell’abitudine, spazzando via il grigio dell’apatia o il vuoto dell’inutile frenesia.


Sono le domande, più che le risposte, ad esser capaci di portar respiro ed aprire squarci d’Infinito. Le risposte tendono a ‘invecchiare’, specialmente quelle non vissute, non sperimentate, che non sono ancora risuonate nelle nostre ossa e fluite nel nostro sangue.
Amo, quindi, l’irrisolta - e forse irrisolvibile - inquietudine di certe domande, perché mi custodiscono nel ruolo che preferisco di più: quello dello studente. Concludo con le ultime parole di Gertrude Stein che, poco prima di morire, chiese: “Qual’è la risposta?” Non ci fu riposta. Lei rise e disse: "In tal caso, qual’è la domanda?” Poi morì.




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STATO DI GRAZIA: cantare il Sublime


“Perché lei fluì attraverso soggiorni d’amore, 
ed ognuno la sollevò, ognuno le fece pulsare il cuore, 
già volto altrove, lei stava alla fine del sorriso – altro.” (lib.riad. dalla Sesta Elegia Duinese di Rilke)
Because, whenever the hero stormed through the stations of love,
each heartbeat, meant for him, lifting him onward,
he turned away, stood at the end of the smiles, someone other. (Rilke)
Denn hinstürmte der Held durch Aufenthalte der Liebe, 
jeder hob ihn hinaus, jeder ihn meinende Herzschlag,
abgewendet schon, stand er am Ende der Lächeln, - anders. (Rilke)



Talvolta è più difficile fare poesia del positivo e cantare la gioia, piuttosto che trasfigurare in arte le nostre sofferenze. Questa canzone è per  quei (rari) momenti preziosi della nostra vita in cui ci sentiamo in armonia con noi stessi e, di conseguenza, con ciò che ci circonda. E’ anche per quei momenti sublimi ed ineffabili in cui la massima sofferenza si tramuta in gioia e liberazione, in una comprensione superiore della perfetta imperfezione della Vita.

Qui di seguito il video della canzone 


Testo tradotto - STATO DI GRAZIA



GUARDANDO ATTRAVERSO LO SPECCHIO
PROPRIO COME SE RISORGESSI DA GUERRIERA
INONDANDO DI LUCE ANCHE IL FONDO DELLA MIA ANIMA
E IO SO CHE PUOI SENTIRMI

È UNO STATO DI GRAZIA, CREDIMI
FAMMI SENTIRE CHE POSSO BRUCIARE ALDILÀ DI OGNI CONTROLLO
È UNO STATO DI GRAZIA, È LA PACE PER CUI PREGO
UNO SPAZIO DI GRAZIA

POSSO DARTI MILLE NOMI
POSSO BRUCIARE NELLA TUA FIAMMA
LE RONDINI VOLANO, PORTAMI IN ALTO
PORTAMI A CASA

SOLLEVAMI, ALLA TUA LUCE
LIBERAMI, ILLUMINA LA MIA MENTE
ROTOLANDO LUNGO IL TUO FIUME ARGENTATO
COME UNA PIETRA

È UNO STATO DI GRAZIA, È LA PACE PER CUI PREGO
UNO SPAZIO DI GRAZIA

LASCIANDO LA MIA VECCHIA OSCURITÀ, 
QUANDO IL PASSATO È SENZA SENSO , SE NE VA
QUANDO LA MIA ANIMA È INQUIETA, 
C’È UN POSTO DENTRO CHE CONOSCO
LASCIANDO LA MIA VECCHIA OSCURITÀ
POSSO RESTARE QUI, SENZA PAROLE, GIÀ
QUANDO LA MIA ANIMA È INQUIETA, 
C’È UN POSTO DOVE  SE NE VA



English Lyrics - STATE OF GRACE



LOOKING THROUGH THE MIRROR, 
JUST LIKE RISING AS A WARRIOR
FLASHING LIGHT RIGHT TILL THE BOTTOM 
OF MY SOUL

AND I KNOW THAT YOU CAN HEAR ME
IT’S A STATE OF GRACE, BELIEVE ME
LET ME FEEL THAT I CAN BURN
BEYOND CONTROL


IT’S A STATE OF GRACE, IT’S THE PEACE I PRAY
SPACE OF GRACE, AH AHA 


I CAN GIVE YOU THOUSAND NAMES
I CAN BURN INTO YOUR FLAME
SWALLOWS FLY, TAKE ME HIGH
TAKE ME HOME

RISE ME UP, TO YOUR LIGHT
SET ME FREE, LIGHT MY MIND
ROLLING DOWN YOUR SILVER RIVER
LIKE A STONE

IT’S A STATE OF GRACE, IT’S THE PEACE I PRAY
SPACE OF GRACE, AH AHA 

LEAVING MY OLD DARKNESS
WHEN THE PAST IS SENSELESS, GOES
WHEN MY SOUL IS RESTLESS,
THERE’S A PLACE INSIDE I KNOW
LEAVING MY OLD DARKNESS
I CAN STAY HERE SPEECHLESS, OH
WHEN MY SOUL IS RESTLESS
THERE’S A PLACE WHERE I CAN GO

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domenica 14 aprile 2019

MADRE 2 : nutrire corpo, mente e spirito


“Madre: tu, l’unica che ha sostituito tutto questo silenzio, una volta, al tempo dell’infanzia. Che lo prende su di sé e dice: non avere paura, sono io. Che a notte fonda ha il coraggio di essere questo silenzio per chi ha paura, per chi muore di paura. Accendi una luce, e già il rumore sei tu. E tieni la luce davanti a te e dici: sono io, non avere paura.”(Rilke)


Tornando al tema della maternità, ho avuto la grande fortuna di trovare in mia madre sia la nascita biologica, che l’inizio della mia nascita culturale e spirituale. Quest’ultima è proseguita grazie al prezioso accompagnamento di maestre, professori, allenatori e altre figure di riferimento importanti nei miei anni di formazione; ho avuto il dono inestimabile di molti educatori di qualità.



Tuttavia mia madre per prima mi ha fornito l’equipaggiamento pratico e psicologico per potermi esprimere al meglio. Mi ha comprato libri, strumenti musicali, tele e pennelli per esprimere la mia creatività. Mi ha insegnato che studiare apre la mente e che la vera cultura serve a raffinare la propria sensibilità, la propria capacità di sentire, pensare e amare. Mi ha sempre detto che non importa quale lavoro sarei andata a fare, la vera cultura, la vera educazione sono un patrimonio che nessuno avrebbe potuto mai togliermi e che avrebbe comunque reso la mia vita significativa e preziosa. 


Tutto questo è stato possibile solo perché in mia madre stessa bruciava il desiderio di crescere, di evolversi e di trascendersi. E questo, a sua volta, le era stato trasmesso dalla propria madre, in una catena a ritroso di donne umili, intelligenti e coraggiose, desiderose di migliorare le loro condizioni e loro stesse. 
Mia madre non ha potuto trasmettermi direttamente le sue esperienze e la sua saggezza: quello è un tesoro che ognuno di noi si guadagna sul campo. Tuttavia è riuscita ispirarmi col suo esempio, evocando in me il desiderio verso la conoscenza, verso ciò che è bello, giusto e buono. Non poteva farmi dono più grande, insieme al suo amore e alla sua tenerezza.


Mi auguro che ogni donna sappia essere in primo luogo madre di se stessa, cioè sappia prendersi cura di sé profondamente e pienamente per poter educare i propri figli, biologici o spirituali, alla ricchezza vitale di un’esistenza ispirata e creativa.

##Vedi il post precedente Dare alla luce


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MADRE 1: dare alla luce


“Madre è l'altro nome di Dio sulle labbra e sui cuori di tutti i nostri figli. - Mother is the name for God in the lips and hearts of little children”(The Crow - Il Corvo /W.Thackeray)



Esiste una maternità biologica, cioè il ‘dare alla luce del mondo’ e una maternità culturale-spirituale: il dare alla luce dell’anima. La grande filosofa contemporanea Maria Zambrano ha parlato di queste due nascite e di come la seconda, la nascita dell’anima, sia essenziale quanto la prima.
Senz’anima infatti, la nostra esistenza è meccanica, vuota, va avanti per inerzia e per “liste della spesa”, tappe preordinate senza un significato personale. Potremmo anche diventare super-professori con 15 lauree, ma il nostro intelletto resterebbe comunque un ammasso di nozioni accademiche e libresche , non animate da quella linfa vitale che da sempre è stata chiamata “sapienza del cuore”.


La nascita alla vita dell’anima è il parto continuo di noi stessi, della nostra unicità, della nostra autenticità. Presuppone l’intenso desiderio verso una vita profonda e significativa, unita a una passione per la trascendenza, cioè il superamento dei propri limiti di pensiero, di sentimento e di azione. Trascendersi infatti non indica necessariamente il mistico eremita che si fonde con l’Assoluto; vuol dire anche superare se stessi, il proprio egoismo, le barriere che ci separano dagli altri, dalla vita e, in sostanza,  dalla gioia.


Nascere alla luce dell’anima è nascere alla famosa ‘vita abbondante’ che Gesù ha promesso nel Vangelo. E’ un modo di stare al mondo in cui si partecipa senza interferire, si appartiene senza possedere, si gode di un fiore come di un un viaggio alle Maldive, di uno sguardo quanto di una notte di passione. 
E’ una vita di intensità, e l’intensità si gioca nella qualità, più che nella quantità. Per percepire l’intensità, per vibrare alla sua poesia, occorre essere allo stesso tempo ‘pieni’ e ‘vuoti’: vuoti dalle distrazioni, dalle frivolezze e dalle preoccupazioni quotidiane, pieni invece di ardore, attenzione e riverenza per la vita.

##Continua nel post successivo Nutrire corpo, mente e spirito



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