“Non fatevi ingannare da quelli che sono dalla vostra parte. Al momento di marciare, molti non sanno che in testa marcia il nemico.”(Bertold Brecht)
English version at the link: Who is the enemy?
Una possibile definizione di nemico è “colui che minaccia la mia integrità fisica, la mia reputazione, l’immagine che ho di me; colui che minaccia l’identità personale e collettiva.”
Storicamente, ma anche individualmente, il percorso per la creazione del ‘nemico’ passa da un processo di disumanizzazione dell’altro socialmente legittimato. Esiste una sorta di inibizione morale ad attaccare un proprio simile; eppure, se riusciamo a rendere il simile diverso, allora questa inibizione cade. L’altro non è più un essere umano come me: è ridotto a un nome generico e sostanzialmente dispregiativo che ne annienta i sentimenti, la storia personale, gli affetti. Si tratta della tipica manovra dei poteri autoritari che hanno disumanizzato (e ucciso) milioni di persone, riducendole prima a un nome collettivo e poi a una serie di numeri senza volto.
Primo Levi, che si chiedeva ‘di che cosa fossero fatte le SS’, osservava come costoro non fossero sostanzialmente dei mostri: anzi, erano persone mediamente colte, mediamente intelligenti, mediamente buone o cattive che, per orgoglio e pigrizia mentale, si lasciarono sedurre dalla manovra disumanizzante nazista .
In tutte le operazioni di creazione del nemico, i poteri dominanti utilizzano il forte impatto dei mass media. Sappiamo che la mente umana funziona per immagini e spesso fatica a distinguere tra un’immagine e la realtà. L’ansia, per esempio, si gioca in gran parte sull’anticipazione di scenari (cioè immaginari) futuri, non ancora non presenti e reali. I mass media detengono il potere dei suoni e delle immagini, di conseguenza hanno tutti gli strumenti giusti per influenzare le nostre menti.
I media che divulgano la narrazione dominante, il ‘mainstream’, creano così una realtà percepita dai più come ‘vera’ e che spesso fa leva su emozioni potenti, ataviche come la paura o la rabbia. Visto che siamo strutturalmente bisognosi di certezze, tendiamo a rimuovere il fatto che la verità non è mai posseduta per intero da nessuno e dunque anche il famoso mito della ‘maggioranza’ non implica necessariamente che se siamo in di più abbiamo più ragione.
La realtà come comunemente la intendiamo è una convenzione, cioè il risultato del punto di vista dominante che converge su una versione di verità, giustizia o legalità relativa al livello di consapevolezza di una civiltà. Non molti secoli fa, per esempio, la schiavitù era considerata giusta e legale e la stessa scienza supportava e giustificava tali posizioni ideologiche. Le ‘leggi razziali’ erano chiamate appunto ‘leggi’, non ‘il parto sconclusionato di una mente malata’. Oggi, al solo pensiero inorridiamo e li definiamo ‘crimini contro l’umanità’.
Tutto condivisibile Sara, bravissima. Ormai siamo di nuovo alla cultura del nemico, basta vedere come ti guarda una persona adesso, appena sei in zona "rischio". Non esseri umani, ma untori. Un modo di vivere che ci accompagnerà per molto tempo temo, e che farà moltk più danni di quelli puramente fisici.
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