VIANDANTE
Riflesso di caldo sulla pelle
La strada maestra
non ha mai fatto per me
Riflesso di caldo
e campi sterminati
Poiché in nessuna casa
trovo fissa dimora
L’aria è gialla
il sentiero, polveroso
Vado da nessuna parte
La prima poesia, VIANDANTE è il leitmotiv
del protagonista e dell’intero
dramma. Da un lato descrive proprio il viaggio in senso canonico,
con tanto di colori e sensazioni fisiche, dall’altro questo viaggio è metafora di una
situazione dell’anima. ‘La strada maestra non ha mai fatto per me’
riassume infatti la situazione di vita del protagonista, a cui tutti
rimandano il fatto che non è ‘normale’, non conduce un’esistenza scandita dalle tappe classiche della vita comune. (studio, lavoro, matrimonio, figlio, etc).
Il viaggio porta da nessuna parte: da un lato questo può simboleggiare lo smarrimento iniziale tipico di chi sente un richiamo, un’inquietudine
indefinita, una tensione che ancora non sa direzionare o decodificare. Dall’altro questa 'nessuna parte' può anche essere inteso come 'ogni parte', un 'dovunque' che indicherebbe la fine del viaggio stesso: l’anima
si sente a casa ovunque perché riconosce il mondo come parte di sé.
In realtà il nostro
protagonista non raggiunge mai tale tappa o stato di coscienza all’interno
di quest’opera, tant’è vero che l’ultima
evocazione della poesia presenta una variazione, ossia si chiude con un ‘vado verso l’orizzonte’. La ricerca
ha trovato una direzione, l’orizzonte può stare per un ‘Dio’, per una Realtà Ulteriore, allo stesso tempo trascendente e immanente.
Ugo
Morelli nel suo libro ‘Mente e Paesaggio’ scrive "Il confine è dove ognuno di
noi comincia. Il margine è dove comincia la mia possibilità, non dove qualcosa finisce.
E dove cominicia la mia possibilità, è dove riconosco ciò che mi manca e ciò
che io non sono. E ciò che io non sono, se ci pensiamo bene, è ciò che io posso
diventare"
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