“Se voglio amore, non posso averlo. Io sono amore e finché cerco di ottenerlo da te non riesco a scoprirlo. - If I want love, I can’t have it. I am love and as long as I seek it from you, I can’t know that.” (Byron Katie)
“Con tutto il rispetto, coloro che vivono solo d’istinti e d’istanti preferisco averli distinti e distanti.”(Sara Bini)
#English version at the link Love and the scorpion
A dispetto del titolo, quest’articolo non è una disquisizione astrologica sulle affinità di coppia tra i segni zodiacali. Piuttosto, vorrei parlare della capacità e disponibilità ad amare, una virtù e un’arte che, attraverso mille peripezie, si spera ci porterà a unire cuore e cervello, sentimento e ragione, emozione e progettualità. Lo so, sono un’inguaribile idealista e ottimista, ma tendo ad avere fiducia nell’essere umano, una fiducia perlopiù confermata dalla maggior parte delle persone che mi circondano.
Proprio ieri parlavo con un amico, un uomo di gran cuore, intelligenza e cultura, sugli effetti che le relazioni -e le talvolta inevitabili delusioni- sentimentali possono avere sulle persone.
“Sai Sara,” mi diceva “ho paura che, dopo tutte le volte che ho aperto il mio cuore e sono stato pugnalato, arriverà la persona giusta e io non sarò più in grado di amare.”
Una paura giustificata, se si parte dal presupposto comune che, nel dare amore, io in un certo senso mi svuoto e ‘perdo qualcosa’. In realtà, quando il nostro cuore è abbastanza puro e maturo, possiamo iniziare a renderci conto che amare è in primo luogo un nutrimento per noi stessi.
La dedizione, la generosità e la volontà che mettiamo in moto per sostenere tale nobile sentimento sono energie che evochiamo in noi e che dunque ci attraversano, ci illuminano e ci curano. Riempiono la nostra vita a dispetto di quello che ne farà la persona interessata, la quale agirà comunque secondo il suo grado di comprensione e consapevolezza.
Se sfortunatamente poi, la relazione produce stagnazione e sofferenza in noi o in lei, non è obbligo insistere. Un essere umano degno di questo nome, passati i turbamenti iniziali, è in grado di voler bene a qualcuno anche senza andarci a letto insieme. Si può perdere una persona, ma non necessariamente si perdono i passi fatti per sperimentare un amore il più intimo e autentico possibile.
A seguito di queste riflessioni, il mio amico mi ha raccontato la parabola zen “Il Maestro e lo scorpione” che riporto per intero perché, a mio avviso, riassume il succo della nostra conversazione su questi temi:
“Un Maestro zen vide uno scorpione annegare e decise di tirarlo fuori dall’acqua. Quando lo fece, lo scorpione lo punse. Per l’effetto del dolore, lasciò l’animale che di nuovo cadde nell’acqua in procinto di annegare. Il Maestro tentò di tirarlo fuori nuovamente e l’animale lo punse ancora. Un giovane discepolo che era lì gli si avvicinò e gli disse: “Mi scusi maestro, ma perché continuate? Non capite che ogni volta che provate a tirarlo fuori dall’acqua vi punge? “. Il Maestro rispose:
“La natura dello scorpione è di pungere e questo non cambierà la mia che è di aiutare.”
Quindi, con l’aiuto di una foglia tirò fuori lo scorpione dall’acqua e gli salvò la vita, poi rivolgendosi al suo giovane discepolo, continuò:"Non cambiare la tua natura: se qualcuno ti fa male, prendi solo delle precauzioni, poiché gli uomini sono quasi sempre ingrati del beneficio che gli stai facendo. Ma questo non è un motivo per smettere di fare del bene, di abbandonare l’amore che vive in te. Gli uni perseguono la felicità, gli altri la creano. Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione. Perché la tua coscienza è quello che sei, e la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te. Quando la vita ti presenta mille ragioni per piangere, mostrale che hai mille ragioni per sorridere”.
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