“Ha completamente capovolto la sua vita. Prima era depresso e miserabile. Ora è miserabile e depresso.” (David Frost)
La vita è un continuo processo di cambiamento, se non vogliamo dire evoluzione, e già di per sé produrrebbe le condizioni necessarie per indurre una persona mediamente intelligente a interrogarsi e riflettere.
Non mancano coloro che vogliono portare qualche mutamento nelle loro esistenze: vogliono cambiare lavoro, partner, città o stato di residenza. Difficilmente però arriviamo a comprendere che, se il mutamento di circostanze esterne non è sostenuto da una qualche presa di coscienza interna, tendono a riprodursi quelle condizioni di cui ci lamentavamo in precedenza e da cui volevamo allontanarci. Modificare se stessi significa lavorare affinché il proprio assetto mentale ed emotivo, in altre parole i nostri pensieri e le nostre emozioni, assumano una nuova qualità, sintonizzandosi quindi su situazioni e persone differenti.
Occorre uno doverosa premessa: modificare se tessi e muoversi verso la coerenza e l’integrità tra il nostro dire, fare, sentire e pensare è un lavoraccio. Si mette sul sentiero di una consapevole autotrasformazione solo chi è in grado e ha la volontà necessaria per farlo. Tutto il resto è lamentela, frasi ipotetiche e verbi al condizionale “Lo farei, se solo mio marito mi aiutasse…Andrei a quel corso, se il lavoro me lo permettesse…”.
Si devono manifestare almeno tre condizioni, perché si produca un cambiamento autentico in noi e nella nostra esistenza. Esse sono:
1. La disponibilità di una certa quantità di energia: questa, sul piano fisico, si traduce generalmente in termini di tempo e denaro. Quando le persone che vogliono il cambiamento, imputano la colpa alla mancanza di soldi e di tempo, può darsi che per loro non sia ancora arrivato il momento. Esistono corsi, libri o aiuti praticamente gratuiti e con tempistiche accessibili; tuttavia, la persona che non è pronta troverà una serie di scuse e non metterà mia in discussione le sue attuali priorità. Infatti non si ha tempo per meditare, né soldi per comprare un libro, eppure c’è sempre tempo e denaro per andare allo stadio, farsi le unghie, bere cinque aperitivi di fila o comprare le sigarette.
2. Ritmo: non facciamoci ingannare dal termine, non mi riferisco a improbabili talenti musicali occulti. Ritmo è semplicemente disciplina, dare continuità e coerenza al processo di cambiamento. Ogni atleta potrà confermare che vale più un’ora di allenamento al giorno che un weekend non-stop una volta ogni tanto. Anche qui entrano in gioco le nostre reali priorità, poiché si tratta di trovare uno spazio-tempo regolare dedicato alla cura di noi e della nostra vita…e non solo in termini di farsi la maschera antirughe, la barba o la ceretta.
3. Direzione: Qual’è lo scopo del mio movimento di trasformazione? Cosa voglio essere io, nella mia vita? Chi sono e cosa voglio realizzare aldilà dei ruoli che la società mi impone o che io ho scelto (lavoratore, madre, padre, studente ecc…)? Anche gli obiettivi più terra-terra spesso necessitano di una visione chiara e di una progettazione coerente.
Quando si manifestano le condizioni appena elencate, molti sogni ad occhi aperti diventano obiettivi pratici e realizzabili, siano essi prendere una laurea, comprare una casa o organizzare una vacanza. Inoltre, quando si uniscono ad esse gli strumenti adeguati come l’attenzione, la presenza a se stessi e l’ auto-osservazione, è possibile modificare, o perlomeno smussare e alleggerire, anche tratti della nostra personalità spigolosi e generatori di sofferenza.
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