lunedì 20 agosto 2018

STRUMENTI PRATICI DI CONSAPEVOLEZZA

“Se stai meditando e viene a trovarti un demone, accoglilo e fallo meditare con te.”(Gurdjieff)


Un sostegno molto utile per verificare il nostro livello di lavoro interiore sono dunque le emozioni. Purtroppo non sono facilmente contattabili perché tutta la nostra società si basa sulla loro sedazione o sulla loro manipolazione  - cioè l’evocazione di emozioni dense come paura o rabbia e la loro espressione senza freni. Inoltre è tendenzialmente più facile per le donne essere in contatto con la dimensione emotiva che per gli uomini, culturalmente addestrati a reprimere e a vivere più muscolarmente o intellettualmente.
Altro strumento allora a nostra disposizione è il giudizio. Ci è stato sempre detto di non giudicare, ma siccome siamo sul pianeta Terra e giudichiamo dalla mattina alla sera, tanto vale utilizzare tale pratica a nostro vantaggio. Seguendo un’indicazione abbastanza attendibile, ciò che giudico nell’altro e che, soprattutto, mi infastidisce,  in qualche misura mi appartiene



Un esempio personale: qualche giorno fa sono rimasta irritata e addolorata dal tono freddo e astioso di un amico durante una telefonata. Immediatamente mi sono tornati in mente gli episodi più salienti della mia vita dove io ho espresso esattamente tale energia, che peraltro mi caratterizza e mi ha afflitto per lungo tempo. Con che cuore posso giudicare il mio amico allora? Come posso non vedere che se condanno lui condanno anche me stessa?
Oppure ho sentito amici lamentarsi di essere circondati da persone false che in faccia dicono loro una cosa mentre alle spalle li criticano. Come mai, mi chiedo, si tengono allora queste persone nella loro vita? Forse hanno ancora da scoprire dove loro stessi agiscono tale qualità di ipocrisia, a chi mentono e perché?


Una volta compreso il messaggio, di solito il messaggero scompare oppure si trasforma, ossia gli amici bugiardi diventano magicamente più onesti, il marito gretto e materialista svela un lato umano e profondo, e via di seguito. Cambio io, cambia il mio mondo, o perlomeno imparo a conviverci con una certa pace.



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L’ALCHIMIA DI OGNI GIORNO

“Ecco in cosa consiste il Sentiero: nella vera trasformazione delle emozioni.”(Eva Pierrakos)
English version: Everyday Alchemy



Osservando molti percorsi e scuole diciamo ‘spirituali’ o di evoluzione interiore, ho osservato e sperimentato su me stessa e su altri la tendenza a un’iperattività della mente a scapito di quanto poi viene effettivamente realizzato sul piano delle emozioni e del comportamento.
Questo è del resto comprensibile, perché la suprema maestra è la Vita stessa, che continuamente ci ‘inizia’ o vorrebbe ‘iniziarci’  a una consapevolezza superiore attraverso le esperienze quotidiane con cui ci mette a confronto. Tuttavia non sempre recepiamo i suoi messaggi e andiamo a cercare templi, maestri, rituali e tecniche quando in quel momento il vero guru è nostro marito che ci fa venire la gastrite o i nostri figli che ci suscitano l’ansia. 


Normalmente quindi, assistiamo a una scissione tra ciò che è la nostra vita di ogni giorno e quello che pensiamo di  aver realizzato sul sentiero spirituale. Magari questo è facilitato dal fatto che conosciamo a memoria tutti i libri esoterici sul mercato o meditiamo venticinque ore al giorno con le tecniche yogiche più avanzate. 
Per fortuna (si fa per dire) poi arriva la Vita a smascherare i nostri limiti, toccando i punti dove il dente ancora duole, ossia toccando il piombo della nostra coscienza, il materiale ancora grezzo da raffinare. E arrivano anche le esperienze alchemiche, quelle che potrebbero sostenere il percorso di cambiamento e riarmonizzare le nostre vite e le nostre coscienze.


Tra il nostro capire intellettuale e il nostro agire coerentemente con esso giace il ponte traballante della nostra emotività, così poco conosciuta e quindi difficilmente trasformata. Ed è lì che si manifestano di solito le nostre incongruenze, quelle che danno un carattere un po’ schizofrenico alle nostre vite e talvolta anche i nostri sintomi fisici.
Trasformare il piombo in oro è proprio questo continuo lavoro di messa a fuoco delle parti dense e pesanti della nostra coscienza e delle nostre vite per portarle a espressioni meno distruttive e meno produttrici di sofferenza. Per fare questo lavoro, bisogna però percepire profondamente che il ‘male fa male’… altrimenti se nell’ombra sto ancora bene e mi torna perfino comoda, ogni giustificazione razionale basta a rimandare il lavoro alchemico a data da definirsi.



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domenica 19 agosto 2018

Michael Brown 7: La realizzazione di Dio e l’intimità

"Siamo qui, ora, per scoprire di poter realizzare la pace su questo pianeta. Quando ci regaleremo la consapevolezza della pace, lo specchio di questo mondo rifletterà il sorriso e il gioco del tutto."(Michael Brown)


Dio è amore e l’amore è Dio. Quando cerchiamo un’esperienza autentica di amore  con un altro essere umano stiamo cercando un’esperienza intima con Dio nel piano fisico. Stiamo cercando l’amore; stiamo cercando un amore che è ancorato al piano fisico e che allo stesso tempo ci fa risvegliare al piano spirituale/vibrazionale. La religione uccide l’amore rimpiazzando l’amato con un prete. La politica sostiene la religione e gli affari sostengono la politica. Religione, politica e affari sono la trinità della paura e dell’ignoranza sulla terra. 
L’amore non può fiorire in un giardino piantato con semi di paura. Credere ciò è fuorviante. La religione come la conosciamo oggi è il serpente che è strisciato nel Giardino dell’Eden e ha portato disarmonia nella relazione tra due esseri umani. Ha reso l’uomo impotente e la donna incompetente attraverso la conoscenza del bene e del male. La religione istituzionalizzata  è il ‘serpente’ nascosto dietro un ventaglio di sacre apparenze. Non credere a una parola di qualsiasi religione istituzionale se cerchi di assaggiare l’amore così deliziosamente come una mela matura e succosa.


La domanda è: abbiamo il coraggio di mandare all’aria l’intera falsa porno-soap-opera e intraprendere il viaggio iniziatico per sperimentare l’autentica intimità? Sappiamo già a cosa ci conduce il paradigma della ‘storia romantica socialmente approvata’ : di sicuro non all’amore. Mai all’amore. Perciò mai a Dio. I veri cercatori di un incontro amorevole e intimo sapranno questo esattamente come i veri cercatori di Dio. 
Cercare di far pace con la nostra famiglia mentre siamo in guerra con noi stessi è futile e non autentico. Tentare di entrare consapevolmente in una relazione intima con un altro esser umano quando ancora non sentiamo pace verso la nostra famiglia è futile e non autentico. Tentare di entrare in una relazione intima con ciò che Dio è per noi quando non abbiamo fatto pace con noi stessi, con la nostra famiglia e quando non siamo entrati in una relazione di intima autenticità con una altro essere umano è semplicemente arrogante. La strada è chiara per coloro che possono vedere:


Prima occorre conseguire intimità con noi stessi.
Poi occorre conseguire la pace verso la nostra famiglia.
A quel punto entriamo consapevolmente in una relazione intima con un altro esser umano.
Solo allora  ci avviciniamo a una relazione intima con Dio.
Non credere a ciò che ti è stato detto su Dio o sull’amore, se vuoi sapere davvero.
Entra nella tua esperienza, lasciale condurre il gioco e fidati di ciò che ti dice.
Dio è nella nostra esperienza e la nostra esperienza è in Dio.

Dall'articolo "Niente archetipi per le relazioni intime" di Michael Brown The Presence Process Portal


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Michael Brown 6: La coppia sul Sentiero di Consapevolezza

"La vita è la mia fonte, e la consapevolezza del momento presente è l'altare verso cui rivolgo le mie preghiere di ringraziamento."(Michael Brown)


Anche se pensiamo di esser al di sopra di questo condizionamento archetipico, non lo siamo. L’interno mondo ‘moderno’ si basa su questa matrice archetipica.
Tutto ciò che siamo stati portati a credere riguardo ‘l’innamorarsi’ si piega a questo paradigma; ‘innamorarsi’ è un punto di entrata nella matrice di questo programma.
Tutto ciò che riguarda il corteggiamento così come lo conosciamo è influenzato da questo paradigma: ‘il gioco del corteggiamento’ come viene giocato oggi è un’orchestrazione che prepara il laccio di quell’istituzione chiamata ‘matrimonio’. Ogni film di successo, show televisivo e bestseller riguardo ‘l’innamoramento’ funziona grazie a questa matrice; tali immagini servono a supportare la fiaba del famoso ‘happy end’  chiamato ‘matrimonio’.
L’ istituzione del matrimonio così come la conosciamo adesso è uno strumento del sistema; allorché in cui entriamo nel programma ‘matrimonio’ possiamo essere fisicamente, mentalmente, emotivamente e spiritualmente/energeticamente manovrati fino a diventare mangime per le agende di politica, religione e commercio.


Se continuiamo a creare relazioni con queste immagini archetipiche come guide o finiamo all’altare o in monastero; in entrambi i casi finiamo o col vivere insieme in silenziosa disperazione o da soli in silenziosa disperazione. O saltiamo da una relazione all’altra tentando di far funzionare qualcosa che è intrinsecamente difettoso o ci arrendiamo e chiudiamo il nostro cuore a questa impresa. O ci sposiamo, intrappolandoci in questa istituzione e poi ci distraiamo col lavoro, col golf, con i figli e con gli amanti, o divorziamo e riproviamo.
In alternativa, ci diamo alla spiritualità casta.  L’intimità reale è sempre soppressa dalla religione, dagli affari e dalla politica; il loro proposito è riempire il vuoto creato dalla nostra incapacità a fare esperienza dell’amore vero. A causa di questo vuoto cerchiamo un’esperienza illusoria chiamata ‘illuminazione’ invece d’intimità -  e di conseguenza troviamo delusione, disillusione, depressione e disperazione. Il sentiero verso l’autentica intimità non può essere percorso da ciò che noi conosciamo sulle relazioni e da ciò che siamo stati programmati a riprodurre. Se non siamo preparati a spazzare via tutto ciò che siamo stati portati a credere e se non poniamo tutta la nostra fede nella nostra esperienza personale come insegnante, non troveremo la via verso la vera intimità.

Dall'articolo "Niente archetipi per le relazioni intime" di Michael Brown The Presence Process Portal


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Michael Brown 5: I modelli o gli archetipi per le donne

"I nostri familiari più vicini sono il ritratto più chiaro di ciò che dobbiamo integrare. Qualsiasi cosa che ci sembra 'sbagliata' in loro è la nostra istanza da risolvere."(Michael Brown)


La Vergine Maria non è un archetipo per le donne; è un archetipo per la terra , la natura, il piano materiale e la sua capacità di nutrire la coscienza nel suo viaggio attraverso la materia fino alla consapevolezza spirituale/vibrazionale. Nessuna donna può diventare ‘La Madre’ e avere perciò questo archetipo come modello è fuorviante. Le donne all’interno di questo influsso archetipico tentano di essere Vergini Marie invece di Marie Maddalena. Ecco perché ‘non riescono a realizzarsi veramente’. 
Il vero archetipo per la donna in questo mondo è Maria Maddalena che siede con Gesù come sua assoluta pari, col suo ruolo. Secondo il Sentiero della Consapevolezza, essi sono il punto causale di tutta l’energia che fluisce dalla loro ‘relazione d’amore’. Poiché Maria Maddalena è omessa da questa relazione e giudicata una prostituta, ecco come vengono percepite, trattate e ritratte le donne su questo pianeta. Molte donne si comportano di conseguenza. 


Tutte le donne spontaneamente aspirano ad essere una Maria Maddalena ma finiscono col permettere di essere trasformate in una Vergine Maria. Esse mostrano il loro affetto per gli uomini da cui sono attratte facendo loro da madri. Ciò inconsciamente supporta l’incapacità dell’uomo a ‘lasciare casa’ emotivamente o a crescere. Poi si rivoltano aspramente contro questi uomini-bambocci accusandoli di ‘non crescere’ e si ritrovano alle prese con la loro impotenza a farlo. 
Ciò sfocia in due casi estremi: in litigi e acidità da un lato e in  uomini che picchiamo le mogli dall’altro. Quando un uomo uccide sua moglie sta tentando metaforicamente di uccidere l’influenza di sua madre in modo da poter crescere e diventare un compagno degno di Maria Maddalena. Quando una donna uccide il marito, sta tentando di liberarsi di suo figlio in modo da sfuggire all’imprigionamento percettivo di essere ‘la madre’ e realizzarsi come Maria Maddalena per un uomo spiritualmente maturo.


Le donne, percependo di non aver ruolo in questo mondo distorto se non come Vergini Marie o prostitute, reagiscono insensatamente e disperatamente cercando ‘l’uguaglianza con l’uomo’. Tuttavia, gli uomini che cercano di emulare sono ancora emotivamente dei bambocci che controllano e sedano il loro ambiente per provare a loro stessi di avere peni funzionanti. Perciò, nel tentativo di trovare un posto in questo mondo, le donne erroneamente iniziano a comportarsi come se loro stesse avessero dei peni malfunzionamenti e diventano bambocci con la gonna.
Poiché il corpo emotivo non è incluso nella costellazione di archetipi del cristianesimo conservatore, esso non può essere conosciuto o riconosciuto come il punto causale dell’energia che fluisce dal livello vibrazionale/spirituale in questo mondo. Di conseguenza, invece di essere la sorgente di ogni intuizione all’interno della loro relazione sentimentale con gli uomini, le donne permettono di essere controllate, comandate e oppresse da essi.
La maggior parte degli uomini e delle donne nel mondo occidentalizzato si sottomettono obbedienti alle circostanze fisiche, mentali, emotive e spirituali ritenute appropriate da questi archetipi religiosi senza esser nemmeno consapevoli della prigione percettiva in cui vengono inconsapevolmente confinati. In questo panorama, dove gli uomini gironzolano sventolando i propri peni nel tentativo di ‘sentire’ qualcosa e le donne si comportano come Vergini Marie tentando di sopprimere ogni sensazione, è davvero scarsa la  possibilità di esperire una relazione intima autentica con un’altra persona.

Dall'articolo "Niente archetipi per le relazioni intime" di Michael Brown The Presence Process Portal


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Michael Brown 4: L’ uomo e le sue proiezioni inconsce sulla donna

"Non uccidere il messaggero, capta e accogli il messaggio."(Michael Brown)

Poiché il corpo emotivo viene omesso da questa costellazione e, se riconosciuto, viene degradato come prostituta, gli uomini schivano qualsiasi materiale emotivo all’interno di loro. Più si mostrano grandi e coraggiosi e più sono terrorizzati dai loro sentimenti. Di conseguenza non crescono emotivamente e, sotto questo aspetto, restano bambocci a dispetto della loro statura fisica o mentale. A causa di ciò, il nostro mondo è governato da bambocci per la gratificazione di bambocci. 
Per compensare tale inadeguatezza emozionale, questi uomini-bambocci si appellano al machismo, alle immagine eroiche di divi dello sport o dello spettacolo, al desiderio di controllo su tutto ciò che ha un contenuto emotivo. E’ stata instillata negli uomini una tale profonda paura del corpo emotivo che taluni combattono tale paura sminuendolo, oltraggiandolo, violandolo e abusandone dovunque ne trovino un riflesso. Ecco perché il posto più pericoloso per molte donne su questo pianeta è stare sole a casa con l’uomo che hanno sposato. 


Poiché l’archetipo di Gesù viene mostrato come sessualmente impotente fino al punto da risultare castrato di ogni sana sensualità, gli uomini-bambocci ricorrono a oggetti esterni per rimpiazzare il ruolo energetico dei loro peni. Accumulano grandi macchine, grandi pistole, grandi case, grandi corporazioni, grandi sigari e grandi reputazioni fino al punto di conquistare interi paesi solo per sentirsi sessualmente adeguati.
Benché tutti gli uomini siano attratti da Maria Maddalena, una volta che imbastiscono una relazione con una di esse, automaticamente propongono il matrimonio e la trasformano in una Vergine Maria. Conseguentemente perdono ogni attrazione sessuale verso la loro compagna. Chi vorrebbe dormire con la propria madre? Una volta che avviene l’annientamento di Maria Maddalena, essi cercano immediatamente un’altra Maria Maddalena fuori dalla relazione.


Poiché gli uomini all’interno di questa influenza archetipica sono energeticamente incapaci di lasciare la relazione con la loro madre (visto che trasformano le proprie mogli in loro madri) non possono mai impegnarsi autenticamente e entrare nelle profondità sensuali della relazione con una reale Maria Maddalena. Restano dunque privi dell’esperienza di intimità autentica. Riguardo a questo, la maggior parte degli uomini si trova ancora alla scuola materna.
Poiché gli uomini non hanno esempi archetipici che li aiuti a distanziarsi in maniera sana dall’energia materna della loro infanzia, essi non imparano a nutrire loro stessi. Questo si traduce nell’incapacità a godersi le loro faccende domestiche: lavare i piatti, fare le lavatrici, stirarsi i panni o fare spesa. Voglio delle ‘mammine’ che facciano loro queste cose. Infatti il comportamento ‘nutritivo’ di molte donne è spesso coltivato in modo reattivo proprio allo scopo di impressionare e attrarre un uomo di questo tipo. Non scaturisce dall’amore per se stesse. Gli uomini con questa influenza ortodossa di solito si comportano come se ‘Gesù avesse una colf”.

Dall'articolo "Niente archetipi per le relazioni intime" di Michael Brown The Presence Process Portal


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Michael Brown 3: I modelli (o gli archetipi) disfunzionali

"Faremo sapere agli altri che facciamo qualcosa essendola, non parlandone."(Michael Brown)


Per illustrare brevemente ciò, esamineremo questo gioco di influssi nel contesto della cristianità conservatrice. Il primo archetipo che ci viene presentato è quello del Salvatore casto, Gesù, che è strettamente collegato all’archetipo di Maria, la Madre Vergine. Gesù il Salvatore, essendo uomo, rappresenta il corpo mentale, l’insegnante. Maria, essendo madre e colei che nutre, rappresenta il corpo fisico o la materia. In quest’ottica, tale sistema archetipico suggerisce sottilmente che saremo salvati dal nostro apparato mentale (ossia dal pensiero e dall’analisi) e che riceveremo supporto in ciò rivolgendoci al corpo fisico, la materia. 


Il corpo emotivo, rappresentato da Maria Maddalena, non solo è stato eliminato da questo sistema ma viene anche sminuito in sua assenza chiamandolo ‘prostituta’. Questo è il motivo per cui il corpo emotivo non viene contemplato nel mondo del cristianesimo conservatore. Infatti entra in gioco proprio il suo opposto: è visto come sorgente del peccato. Di conseguenza:
  • siamo spaventati dalle nostre emozioni e facciamo il possibile per sedarle o controllarle
  • scappiamo dalle intuizioni del cuore e ci perdiamo nelle esperienze materiali e mentali del mondo
  • non riusciamo a percepire il punto causale del nostro disagio e perciò siamo impotenti quando si tratta di riportare armonia alla qualità della nostra esperienza.


L’unica figura archetipica paterna all’interno di questa costellazione è Giuseppe, il padre di Gesù, un uomo che si aggira sullo sfondo e non sembra avere un reale impatto. L’altro archetipo paterno è Dio, che resta aldilà della portata di ogni mortale a meno che non vengano seguiti e onorati i dettami della Chiesa. Questi archetipi primari, così come ci vedono consegnati, non sono inappropriati: è la loro interrelazione che ne distorce l’influenza sia sui credenti che sui non-credenti. Gli archetipi esterni intendono rappresentare i nostri attributi interni e aiutarci a integrare la pienezza  del nostro essere. Quando le nostre qualità interne sono in equilibrio l’una con l’altra, facciamo l’esperienza dell’interezza/completezza, che può essere anche chiamata ‘sacralità’. Tuttavia, quando emuliamo archetipi che sono in disequilibrio, anche noi rispecchiano tale stato. Bandendo Maria Maddalena dal suo posto di Grazia, ad esempio, ci areniamo in uno stato di impotenza, ignoranza, arroganza e inautenticità.


Diamo un’occhiata a come l’immagine di un ‘Gesù casto’ ( il fratello) insieme alla Vergine Maria (la madre) e a un inefficace Giuseppe (il padre),  più la contemporanea eliminazione e degrado di Maria Maddalena (la sorella) , distorce distruttivamente il nostro intento di avere una ‘relazione sentimentale’ con un altro essere umano.
Poiché non c’è una figura paterna significativa in questo sistema di archetipi, gli uomini cresciuti nella prospettiva cristiana non hanno idea di come essere padri autentici per i loro figli se non attraverso l’essere distanti: essere dappertutto e da nessuna parte, come Dio. Oppure diventano come Giuseppe  - un padre evidentemente poco partecipativo, scarsamente efficace, che gironzola nella sua officina riparando le cose.
Gli uomini che cercano un modello religioso positivo aspirano a diventare un ‘Gesù Salvatore’ così come viene ritratto dalla Chiesa. In alternativa, se rifiutano tale modello, essi diventano per reazione ‘demoni distruttori’. Nessuno dei due archetipi  porta l’uomo all’autenticità, alla maturità emotiva o all’intimità. Essere ‘gentili’ o ‘cattivi’ sono entrambi schemi comportamentali reattivi - e tutto il comportamento reattivo è non autentico, immaturo e allontana dall’intimità.

Dall'articolo "Niente archetipi per le relazioni intime" di Michael Brown The Presence Process Portal


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Michael Brown 2: Gli ostacoli all’intimità

"La gratitudine è l'unico indizio certo per capire fino a che punto siamo presenti nella nostra esperienza."(Michael Brown)


Per entrare in ogni esperienza autentica è necessario abbracciare la nostra esperienza personale come proprio insegnante e  non ciò che il mondo ci dice. Se sinceramente cerchiamo questa esperienza con un altro essere umano, è utile prendere coscienza di come alcuni aspetti culturali influenzino il nostro approccio all’ ‘amore’ in modo da non impelagarci di nuovo in un’esperienza di inevitabile impotenza. 
La maggior parte di noi entrano in una relazione intima con una altro essere umano basandosi sul condizionamento ricevuto da organizzazioni religiose conservatrici. Questo all’inizio può non essere evidente, ma è solo perché non comprendiamo ancora l’impatto che la filosofia religiosa conservatrice ha nel ‘mondo moderno’. Non dobbiamo neppure adottare un sistema di credenze religioso per esserne influenzati; già rifiutandolo o reagendo ad esso gli diamo inconsapevolmente potere. Difendersi da qualcosa è una forma di attacco che rende la minaccia apparentemente reale.


Non occorre dunque attaccare o difenderci da tali sistemi di pensiero: semplicemente osservando gli archetipi che essi sottilmente ci inculcano e osservando gli effetti che questi schemi energetici hanno su di noi possiamo percepire ciò che essi emanano senza doverli subire emotivamente. L’intento di tale osservazione non è il biasimo, in quanto non siamo vittime; è piuttosto  il risvegliarci dal diffuso condizionamento religioso che permea ogni aspetto del nostro approccio all’intimità.
Portare consapevolezza alle correnti di tale condizionamento ci aiuta anche a percepire quanto sia inutile continuare a tentare l’esperienza dell’intimità fondandoci su tali parametri riduttivi. Una volta riconosciuti alcuni effetti di questa programmazione religiosa all’interno della nostra esperienza e all’interno delle nostre fantasie rispetto alle relazioni, possiamo cominciare a rilasciare la presa soffocante che questi dogmi hanno su di noi. Possiamo quindi riaprire la nostra coscienza alla possibilità che ci sia un altro modo di relazionarci l’uno con l’altro. 


Forse il nostro intero approccio alle relazioni è fuorviante e fuorviato? L’ autentica intimità può esser qualcosa di così estraneo alla nostra consapevolezza che potrebbe essere difficile riconoscerla anche se ci viene mostrata. E se l’avessimo sempre compresa totalmente al rovescio? “Sbagliare” riguardo a ciò che può esser una relazione intima è un problema solo se siamo inconsapevoli di essere in errore. La consapevolezza è l’antidoto.
I nostri genitori non hanno sperimentato un’autentica intimità l’uno con l’altra. Potrebbero aver sperimentato attimi di essa prima di piegarsi e annegare nella programmazione della nostra cultura. I nostri preti, suore, monaci, politici, manager, celebrità e eroi culturali non rappresentano l’autenticità nelle relazioni. Di conseguenza, non abbiamo esempi da seguire se non i criteri della nostra propria esperienza. In altre parole, nessuno può realmente dirci come raggiungere un’autentica intimità e se cerca di farlo, è più probabile che stia tentando di controllarci o manipolarci. 


Come si può osar dire a qualcuno come amare un altro essere umano!
La consapevolezza che non c’è un ‘metodo’ o un ‘sistema’ specifico che possa attivare l’amore tra due umani è un importantissimo punto da realizzare. E’ qualcosa che comincia ad albeggiare in noi quando siamo pronti a impegnarci in una vera relazione intima con un altro essere umano. Un volta che coscientemente e volontariamente entriamo nell’esperienza dell’intimità diventa chiarissimo che abbiamo fatto un salto nell’ignoto. 
Per conseguire la reale intimità occorre entrare in un luogo dove non siamo mai stati. Esso, tra l’altro, resta inalterato non importa quanto profondamente ci immergiamo in tale esperienza. L’incontro con la reale intimità è sempre nuovo, completamente imprevedibile e cangiante.
Le organizzazioni religiose danno un colpo doppiamente paralizzante alla possibilità di sperimentare l’autentica intimità : 

  • Evitano o sminuiscono il ruolo dell’intimità tra esseri umani nell’avventura dell’autorealizzazione di Sé e di Dio, ritraendo tale esperienza come un ‘peccaminoso’ impedimento allo sviluppo spirituale;
  • Ci consegnano archetipi disfunzionali ai quali inconsapevolmente ci ispiriamo nelle cosiddette ‘relazioni amorose’. 

Dall'articolo "Niente archetipi per le relazioni intime" di Michael Brown The Presence Process Portal


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Michael Brown 1 : La ‘terra ignota’ delle relazioni intime

Il primo passo che ogni religione dovrebbe fare, prima di essere in grado di assisterci nel nostro risveglio alla verità, è riconoscere che ha perso la strada.(Michael Brown)


Non ci sono formule per dar vita a un’autentica intimità all’interno della relazione tra due esseri umani in questo mondo. Non c’è un sano archetipo per gli amanti che supporti questo aspetto della nostra esperienza umana come mezzo per risvegliarci alla consapevolezza vibrazionale/energetica. 
Tutti gli archetipi di relazione nella nostra testa ci sono stati presentati dalla religione, dal mondo degli affari e dalla politica. Di conseguenza il loro fine è la sedazione e il controllo, non la liberazione. Ognuno cerca in qualche modo una relazione intima fisica, mentale, emotiva e spirituale/vibrazionale con un altro essere umano, perché questo è un rito di passaggio verso il pieno risveglio della coscienza umana. Tuttavia, poiché cerchiano questa esperienza secondo i parametri della nostra programmazione collettiva, troviamo solo il fallimento, il dolore della delusione e la continua frustrazione. 


Il primo passo richiesto per entrare autenticamente in una relazione intima con un altro essere umano è la precisa consapevolezza che non abbiamo idea di come farlo. E’ dunque solo da una posizione di ‘non-sapere’ che possiamo riuscire a manifestare un tale incontro. 
Poiché l’intimità autentica non ha niente a che vedere con ‘l’innamorarsi’  così come siamo programmati ad attuare inconsciamente, può darsi che neppure riusciremo a riconoscerla. Non dobbiamo presumere di riuscire a identificare facilmente qualcosa che l’umanità ha perso da più di 2000 anni. Tutti i libri sulle relazioni che sono stati scritti per consigliarci su questo aspetto, dal Kama Sutra alle nostre pubblicazioni moderne, basano la loro saggezza su di un modello che è intrinsecamente difettoso. 


Dal momento che non onorano il Sentiero della Consapevolezza all’interno delle relazioni sentimentali, ogni passo che intraprendiamo sotto la loro guida in effetti serve solo ad uccidere la relazione; il loro approccio nel manifestare l’autentica intimità ci assiste solo nel mettere metaforicamente le bende a un cadavere. Ci siamo tutti programmati a replicare il passato. Perciò, quando cerchiamo l’intimità autentica, inconsciamente lo facciamo tentando di replicare ‘un programma’. 
L’ autentica intimità non è un programma. Essa, proprio come la consapevolezza del presente, non ha formule; è uno stato dell’essere che esiste in ogni momento ma che non è confinato nei parametri di un dato momento. La nostra esperienza nelle nostre relazioni passate ci continua a dire che ciò che stiamo tentando di fare non funziona, tuttavia noi rimaniamo sordi alla voce delle nostre esperienze personali. Per qualche ragione preferiamo credere alla programmazione indotta in noi dalle religioni, dai politici, dagli uomini di affari. Costantemente e congruentemente, entriamo in relazioni basate su nozioni preconcette instillate in noi dal mondo esterno. Questo è illusorio. (Michael Brown)

Dall'articolo "Niente archetipi per le relazioni intime" di Michael Brown The Presence Process Portal


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giovedì 16 agosto 2018

IL TRADIMENTO 2: l’insegnamento aldilà della rabbia

“Una parola che non sentirete mai in casa mia è divorzio. Omicidio sì, ma divorzio no.”(Henry Youngman)

Ciò che mi ha insegnato il tradimento è che, alla resa dei conti, si tradisce sempre se stessi, la propria coerenza, i propri principi di vita. Se tradisco la fiducia nella coppia, la tradisco anche come valore in me stesso e in seguito non potrò più facilmente fidarmi di ciò che un’altra persona mi dice. Penserò sempre che, dietro le sue parole, ci sia in realtà ‘altro’ - quell’‘altro’ carico di falsità, opportunismo e rabbia che io stesso ho agito nel mio rapporto.
Se tradisco, se mento, non dovrei stupirmi se poi quell’energia mi ritorna, nella forma di ‘docce fredde’ inaspettate, provenienti da fronti diversi. Non mi dovrei sorprendere se le persone in cui credevo, o credevo di credere, a un tratto mi mollano, se subisco mobbing a lavoro, se ottengo complimenti di facciata e critiche alle spalle.


Questo è spesso ciò che qualità del tradimento mette in moto nella mia vita, senza contare il senso di colpa e la rabbia che inevitabilmente sposterò dal mio partner legittimo all’amante di turno. Ciò che non è stato processato e trasformato, è destinato infatti a riproporsi.
Come ogni esperienza di vita, anche quella del tradimento può essere interessante e produttiva, sia che siamo i traditi, i traditori o gli amanti. Ogni ruolo da distruttivo può diventare istruttivo, se siamo capaci di essere onesti con noi stessi, comprendere e integrare. Abbiamo l'opportunità di verificare quello  che immettiamo realmente nel flusso della vita, aldilà di tanti bei discorsi e paroloni. 
Solo una volta preso contatto con la nostra distruttività nascosta possiamo portarla alla luce, e sarà soltanto allora che riusciremo ad abbracciare, curandola, la sofferenza ancora presente nelle nostre vite. E chissà, possiamo perfino cominciare anche sul serio a cambiarle, le nostre vite, e magari in meglio. Come giustamente osserva Carotenuto:  “L’individualità richiede il coraggio di essere soli e di opporsi a un mondo che tradisce e banalizza.”

##Vedi il post precedente Chi o cosa tradisco?


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IL TRADIMENTO 1: chi o cosa tradisco?


"Ero a letto col mio ragazzo quando mi ha chiesto ‘Come mai non mi dici mai che stai avendo un orgasmo?’  Gli ho risposto ‘Perché tu non sei mai lì, quando succede.’”(Betty Midler)

“La coppia è un insieme di 3 persone di cui una è temporaneamente assente.”(Davide Riondino)

Qualche giorno fa, con la mia amica Manuela, ci siamo lanciate in una riflessione sul tradimento e sul suo significato, aldilà di ogni facile moralismo. Ci incuriosivano soprattutto le motivazioni interiori a tale atto e la frattura che esse producono nella coscienza dell’individuo, anche quando afferma che la sua storia legittima è finita (ma l’altro, di solito, non ne è totalmente al corrente).
Se il partner è all’oscuro di tutto, si potrebbe quasi dire che non soffre danno. Non viene picchiato, né ricattato o manipolato in modo visibile - più che altro gli/le viene mentito, ma questo non lo sa e potrebbe fondamentalmente vivere sereno. Si può addirittura aggiungere che in taluni casi  (la famosa ‘prostituzione borghese’) il partner legittimo, anche se sospetta,  nemmeno lo vuole sapere, perché in fondo basta mantenere l’illusione della famiglia perfetta sui social network e per il pranzo di Natale. 


Dunque, alla fine, cosa viene tradito? Fondamentalmente il patto d’intimità, di esclusività e  fiducia  reciproca all’interno della coppia. Ma vediamo prima le motivazioni alla base di questo attacco un po’ vigliacco e apparentemente indolore  alla relazione. 
Ho fatto mente locale alla volta in cui, in una relazione infelice, sono stata io stessa sul punto di tradire il mio ragazzo di allora. Sotto la mole delle mie giustificazioni a tale azione, peraltro ineccepibili, ho sentito ribollire nel mio sangue tutta la rabbia e il desiderio di vendetta che tale impulso celava. Dunque, qualunque fosse la spiegazione razionale, l’energia alla base dell’impulso non era proprio delle più simpatiche… e con questa roba in corpo, raramente viene fuori qualcosa di buono. 
In effetti nella mia esperienza e in quella di molte persone a me vicine, ciò che nasce nell’ombra e nella clandestinità, spesso è destinato a morire per soffocamento. Le relazioni sane,  quelle belle, come ogni altra creazione, hanno bisogno di luce e aria per respirare e crescere.

##Continua nel post seguente Aldilà della rabbia


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