“Testa”, “cuore”, “pancia” sono termini di uso comune per riferirci alle tre dimensioni fondamentali dell’essere umano: gli istinti, le emozioni e i pensieri. Del resto siamo creature ‘ponte’, un tratto di unione tra terra e cielo; in noi sintetizziamo i regni minerale, vegetale e animale per poi muoverci verso quelle regioni definite ‘spirituali’, che altro non sono se non la sintesi e il superamento dell’esperienza umana, con tutta la sua sofferenza, la sua contraddizione ma anche la sua creatività e possibilità di splendore.
Quante volte sentiamo espressioni come “quell’uomo/donna mi prende di testa, anche se fisicamente non mi piace” oppure “dovevo ascoltare la mia pancia” o l’ormai classico “segui il tuo cuore”?
Tralasciando la teoria dei tre cervelli, è abbastanza evidente che l’uomo comune si dimeni e rimbalzi continuamente tra questi vari piani di esperienza, raramente armonici o coerenti tra di loro. In altre parole, pensiamo una cosa, ne sentiamo un’altra e ne facciamo un’altra ancora perché l’abitudine, che è una sorta di istinto, ci riporta ad agire secondo vecchi binari.
Ci sono poi anche tendenze più generiche legate alla cultura o al genere di appartenenza. Semplificando fino all’osso, spesso le donne tendono a identificarsi più con l’aspetto cuore, ossia con l’aspetto emotivo o relazionale della realtà, laddove l’uomo tende a privilegiare un approccio più cerebrale o viscerale. Per l’uomo è molto facile, in una stessa serata, passare da una bella chiacchierata del più e del meno a una notte di passione, mentre per diverse donne è necessario attraversare almeno un minimo di ‘cuore’, di calore affettivo, prima di aprirsi a una dimensione fisica e sessuale.
Naturalmente queste sono tutte generalizzazioni, che tuttavia stanno alla base di dinamiche relazionali ricorrenti, come quelle ‘predatorie’: il seduttore seriale che ‘intorta’ la donna con false dichiarazioni pur di portarsela a letto e la ‘gatta morta’ che finge una sessualità sfrenata e compiacente pur di conquistare e tenersi l’uomo di turno.
Allo stesso modo, la scarsa conoscenza di sé e dei propri funzionamenti interni porta a battaglie disperate o meccanismi di idealizzazione o fagocitazione dell’altro. Tanto per fare un esempio, cercare la sintonia intellettuale con qualcuno che vive principalmente d’istinti e emozioni oppure tentare di rendere istintiva e animale una persona che trova il suo massimo godimento nel leggere Emerson o ascoltare Bach è un po’ come volere che un cane inizi a miagolare.
##continua al link Incontrarsi nel Cuore
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