venerdì 24 maggio 2013

Fidati di me - Trust Me

"I trust everyone.  I trust them to do what they do, and I’m never disappointed. - Ho fiducia in tutti. Ho fiducia che facciano ciò che fanno e non resto mai delusa."B.Katie





Fidati di me

Gli uomini pensano che io abbia un buon sapore ma che sono sempre così cattiva
Così tentano di rovinarmi e mi tocca farli impazzire
Credimi invece, che non sono così cattiva
E fidati di me, tu hai fiducia in me

Un giorno ho deciso di tirare la linea e che la mia vita doveva cambiare
Così vado a est, verso le montagne, verso il Regno dei Santi
Prego la Dea e la Dea mi risponde:
om tare tuttare ture soha

Devo alzarmi (e la Luce allora mi risvegliò)
Devo esprimere (il messaggio che la Dea mi lasciò)
Adesso lo so, adesso vedrò, adesso che so
om tare tuttare ture soha

gli uomini pensano che io abbia un buon sapore
e hanno sempre tentato di rovinarmi
Tu  ti fidi me invece
Tu invece hai fiducia in me



"E poiché ho fiducia nelle persone, so lasciarle trovare la loro strada. La cosa meravigliosa del Lavoro è che non c'è nessuno a guidarti se non tu stesso. Non c'è un guru, non c'è un insegnante che, nella sua grande saggezza, ti mostra le risposte. Solo le tue risposte possono aiutarti. Tu stesso sei la via, la verità e la vita e quando realizzi ciò, il mondo diventa molto gentile. -  And since I trust people, I know to let them find their own way.  The wonderful thing about inquiry is that there’s no one to guide you but you.  There’s no guru, no teacher who, in her great wisdom, shows you the answers.  Only your own answers can help you.  You yourself are the way and the truth and the life, and when you realize this, the world becomes very kind." (Byron Katie)


Trust me 

Boys believe that I am tasty but I’m always so bad
so they keep on trying to waste me, got to drive them all mad
Believe me instead , that I’m not so bad
And trust me instead, you trust me instead

One day I decided to draw the line and my life’s got to change
I’m going east up to the mountains, to the realm of the Saints
To the Goddess I pray… and the Goddess, she says:
om tare tuttare ture soha

Gotta gotta get up (e la Luce allora mi risvegliò)
Gotta gotta get out (il messaggio che la Dea mi lasciò)
Adesso lo so, adesso vedrò, adesso che so
om tare tuttare ture soha

Boys believe that I am tasty
And they’ve always tried to waste me
You trust me instead
You trust me instead

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Sara Bini Le Vie per l'Armonia







mercoledì 15 maggio 2013

Il mio libro: VARIAZIONI SU TEMA (poesie e racconti)

“Remember that every man is a variation of yourself - Ricorda che ogni uomo è una variazione di te stesso" William Saroyan



‘Variazioni su Tema’ raccoglie quindici anni di vita e poesia.  Ho iniziato a scrivere poesie a sette anni, osservando il fuoco di una candela: mi affascinava come le gocce di cera potessero somigliare a delle lacrime e così nacque il  mio primo componimento intitolato ‘Il fuoco piange’.  
Le poesie di quest’opera coprono  invece l’arco di tempo che va più o meno dai miei 20 ai miei 35 anni. Benché si tratti di un periodo abbastanza lungo, raccontato in tre sillogi più un poemetto, il materiale non risulta eterogeneo o disarmonico. Anzi, come si può dedurre dal titolo, i testi altro non sono altro che lo sviluppo e l’elaborazione di un tema ricorrente:  il viaggio all’interno di sé, l’intimo ascolto della voce della propria anima . 


Mi piace usare la metafora musicale, perché la poesia è in-canto e trasfigura il mondo con la luce e i colori delle sue melodie . Quando è autentica, diventa il linguaggio dell’Amore, di quel sentimento puro che sgorga dal profondo e che abbraccia ogni cosa, anche la più apparentemente banale, umile o quotidiana.
Inoltre per me la poesia è azione, forza dinamica e trasformatrice di colui che scrive così come del  mondo che egli vive e osserva. Come  afferma Dylan Thomas,  “una bella poesia è un contributo alla realtà. Il mondo non è più lo stesso dopo che gli si è aggiunta una bella poesia”.  La parola poetica infatti, rinnovando la percezione del reale, possiede una carica rivoluzionaria che travalica di gran lunga il campo dell’estetica. La poesia non è innocua, anche se insegna l’innocuità. 


Concludo la presentazione di questo libro citando Romano Battaglia, poiché ha espresso al meglio l’immagine del viaggio poetico di cui mi sento espressione : “E’ il segreto della poesia che mi fa camminare sui sentieri pieni di luce. Forse la fede è anche poesia. È qualcosa che ti prende per mano e ti accompagna."

"Variazioni su Tema" si può acquistare al seguente link: http://www.evoluzionedelcuore.com/home.html

mercoledì 8 maggio 2013

NO EXPECTATIONS





All'università, corso di Storia del Teatro.
Angela:" Stavo per non venire oggi...proprio oggi che ha fatto l'appello e ha preso le firme. E invece poi qualcosa mi ha spinto a venire...Dio mi aiuta!!"
Sara: " Me, no"



 Ho divorziato dal mondo
che saranno mille autunni
Signore della Pioggia
il Tuo Volto mi è oscuro
Ho guardato alle mie spalle:
Soltanto lacrime in barattolo
Questo è il Gran Confine
Prendere o Lasciare

Alzati
e lotta
Gridano

Alzati
e lotta
Posso dire la mia opinione?
Che mattinata!


AD NAUSEAM





"E' stata una partenza, una come tante altre. Adesso finiamola con dignità, per favore, finiamola a modo" (S. Bini sulla sua prima relazione sentimentale)



Ti amerò
se potrò
Non chiedere altro
Ti amerò
se potrò
E non chiedermi altro

Riassumere la vita
In due note di violino

Ti amerò
se potrò
Ti amerò fino alla nausea


lunedì 6 maggio 2013

L'OMBRA DI UN SORRISO



Da un mio compito d'italiano del dicembre 1995, quarta liceo classico a indirizzo linguistico, di cui proprio oggi ho riesumato la brutta copia in uno scatolone tra altri documenti.
Traccia:

“E’ certo una gran cosa che tutti sappiamo avere a morire, tutti viviamo come se fossimo certi avere sempre a vivere…” (dai Ricordi di F.Guicciardini). “il nostro inconscio non crede alla possibilità della propria morte e si considera immortale..” (S.Freud). che significa vivere con la difficile consapevolezza di essere mortali?”




Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?
In queste domande, che Gaguin scrisse su uno dei suoi dipinti, si racchiude tutto il dramma dell’incomprensibilità dell’esistenza umana. Come dice il Guicciardini nei suoi ‘Ricordi’ “tutti viviamo come se fossimo certi avere sempre a vivere…” e in effetti è proprio così: benché la morte sia, alla fine, la nostra unica certezza, il fatto di non sapere quando essa accadrà ci porta a considerare la nostra esistenza immortale. Di conseguenza facciamo progetti, programmiamo i nostri giorni e pianifichiamo il futuro come se le nostre potenzialità fossero illimitate ed eterne. Ma quando la morte si presenta, magari colpendo una persona a noi vicina, allora siamo costretti a metterci in discussione e a porci domande che non hanno risposte razionali perché la fonte del problema è la razionalità stessa.


Purtroppo proprio di recente mi sono trovata in questa situazione, poiché due mesi fa è morto un caro amico di famiglia, Vladimir. I medici gli avevano diagnosticato un tumore allo stomaco e gli avevano dato due-tre mesi al massimo di vita.  Quando è venuto a conoscenza di questo ‘verdetto’, Vladimir è morto. Voglio dire, ha ‘vissuto’ ancora per un mese ma la consapevolezza che la fine ormai incombeva su di lui l’ha annientato lentamente giorno per giorno, uccidendo ciò che in un uomo è di fondamentale importanza: la speranza.
Nietzsche in un suo scritto afferma “Se fissi a lungo lo sguardo nell’abisso, anche l’abisso fissa lo sguardo in te”; ecco, negli occhi di Vladimir potevi scorgere l’abisso, l’angoscia di un uomo che è lucidamente consapevole di star morendo. In quegli occhi erano riflesse tutte le paure, tutto l’ignoto, tutto l’oscuro e l’irrazionale, tutto ciò che sentiamo di non possedere e di non comprendere: quegli occhi, quello sguardo vitreo non potevano non farti precipitare nell’inquietudine e nel tormento.
In fondo, ho pensato, siamo tutti nelle condizioni di Vladimir, solo che non lo sappiamo. Da quando siamo nati, tutti quanti stiamo lentamente morendo e il fatto che il nostro inconscio  si rifiuti di credere alla possibilità della propria morte non è altro che un bene. Come sostiene il Guicciardini, forse è la natura stessa che ci ha predisposti a considerare la vita come se fossimo immortali: se ci cristallizzassimo sul pensiero della morte, forse ci succederebbe quello che è successo a Vladimir, cioè moriremmo veramente. Non ci sarebbe più senso in niente, né in un sorriso né in una lacrima, soltanto “ignavia e torpore”.


Anche se non possiamo eludere il problema dell’esistenza, che è strettamente legato al problema della sua fine, è altrettanto vero che le nostre domande esistenziali sono probabilmente destinate a restare senza risposte definitive e rassicuranti…e noi destinati a un’inquieta ignoranza. Thoreau, ad esempio, a chi chiedeva la sua opinione sulla morte e sull’aldilà rispondeva semplicemente “Un mondo alla volta”. 
Io credo che la maggior parte di noi cerchi, con la sua vita, di dare un senso alla sua morte, magari provando a vivere più a fondo ogni giorno in modo  da ‘cogliere l’attimo’ , tanto per usare uno stereotipo.
Eppure ci sono anche coloro, pochi in verità, che con la loro morte cercano di dare un senso alla loro vita: mi riferisco ai martiri di ogni ideale o fede o, per citare un caso recente, a quella ragazza che ha deciso di non curarsi pur di far nascere il bimbo che portava in grembo.


Questo mi porta a pensare che l’amore, inteso come il donarsi, l’emanciparsi dal proprio ‘io’ e dal proprio egoismo è forse l’unica cosa che può vincere e trascendere la morte dando allo stesso tempo un senso alla vita. L’amore ci riporta a uno stato di purezza e a una libertà originaria: in fondo arriviamo a mani vuote e a mani vuote ce ne andiamo. Parafrasando il Bembo, nell’ultimo viaggio non ci accompagneranno né le ricchezze né le glorie né gli onori  ma forse solo o soltanto i nostri amori.
Io ricordo che quando Vladimir è morto, dal suo volto è scomparsa ogni traccia di morte accumulata in quel lungo mese di angoscia. Sul suo volto è invece scesa una specie di pace luminosa, come l’ombra di un sorriso. E io ancora una volta mi sono chiesta cosa sia la morte e mi è balenato in testa un brano di chissà quale libro “Poco prima di morire, Gertrude Stein chiese ‘Qual è la risposta?’ Non ci fu risposta. Lei rise e disse ‘In tal caso, qual è la domanda?’ Poi morì”.



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Sara Bini Le Vie per l'Armonia