venerdì 27 aprile 2018

...IL BENE CHE VOGLIO

“Ricerca nel tuo cuore la radice del male ed estirpala. Essa genera frutti nel cuore del discepolo devoto come in quello dell’uomo di desiderio. Solo i forti possono distruggerla. I deboli devono aspettarne lo sviluppo, i frutti e la morte.”(La Luce sul Sentiero)

Lo scarto, il ‘gap’ tra ciò che diciamo di essere e ciò che siamo veramente, ciò che diciamo di voler fare e ciò che effettivamente facciamo, misura in fin dei conti la quantità di lavoro che, se vogliamo, possiamo fare su noi stessi. A lungo andare infatti, l’incoerenza e la frattura interiore provocano sofferenza
Iniziare sul serio a ‘muovere le chiappe’ , a ‘mettersi in discussione’ e in fin dei conti a ri-armonizzarsi è per molti uno sforzo di non poco conto. Richiede una sana dose di autodisciplina, talvolta un aiuto esterno e molto spesso entrambe le cose.  


Parlando di sforzo entra difatti in gioco il fattore ‘volontà’, un muscolo fondamentale per produrre qualsiasi reale cambiamento nella nostra vita. Come afferma Bruce Lee, la volontà può addirittura creare il talento. Persone naturalmente poco dotate, grazie all’impegno e alla disciplina riescono molte volte a raggiungere traguardi insperati. Allo stesso modo persone di talento, ma indolenti e oziose, si scavano spesso la fossa da sole, perdendo anche ciò che hanno. 

Io credo che la vita dia a tutti tante opportunità per risolversi e completarsi, se non altro attraverso le persone che ci mette accanto. Queste rispecchiano sia i nostri lati luminosi che quelli più in ombra. Nel primo caso possiamo sintonizzarci e cogliere l’occasione per potenziare quei punti di forza in noi e nell’altro; nel secondo caso possiamo far luce su quegli spazi oscuri della coscienza che minano il nostro benessere. Si può realmente imparare da tutti, basta volerlo e quindi poterlo. 
Poi niente ci vieta di interrompere rapporti che, invece di portare verso una maggiore armonia, fanno risuonare solo gli aspetti negativi di entrambi - la vita non è sadica o masochista come purtroppo spesso siamo noi!

## Vedi post precedente Il male che non voglio...

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IL MALE CHE NON VOGLIO...

“Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio.”(San Paolo, Lettera ai Romani)

“... E prima di poter raggiungere la conoscenza devi esser passato in tutti i luoghi, sia sporchi che puliti. Perciò ricorda che la veste sporca che rifuggi dal toccare può esser stata tua ieri, potrebbe esser tua domani.”(La Luce sul Sentiero)


Mi ha sempre colpita la famosa affermazione di San Paolo “infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio”; a tutti noi sarà capitato di sperimentare l’incongruenza tra i nostri buoni propositi (tipo ‘mi metto a dieta da domani’) e la loro effettiva messa in atto (doppia abbuffata con triplo dessert finale). Se nel nostro quotidiano non avessimo mai avuto tale esperienza -miracolo!- senza dubbio avremo osservato tale incoerenza nelle persone a noi vicine. È la classica sensazione del ‘predica bene ma razzola male’ con cui spesso sottolineiamo quanto le parole e le azioni di qualcuno vadano in direzioni diverse, se non addirittura opposte.
Quanti ‘ti amo’ o ‘ti voglio bene’ vengono pronunciati senza poi essere sostenuti da fatti corrispondenti, se non addirittura accompagnati da gesti che danneggiano la persona che si dichiara di amare. Quante promesse non mantenute, a noi stessi e agli altri.


Sicuramente esisteranno anche persone malintenzionate, dei bugiardi matricolati, tuttavia sono convinta che la maggior parte di noi manifesti la propria incoerenza a causa del conflitto interno tra le sue parti di luce e quelle di ombra. Molti, a dire il vero, non sono neppure consapevoli di questo conflitto e di essere intimamente disarmonici, per cui nella stragrande maggioranza dei casi daranno la colpa agli avversi Numi, al governo, al maltempo, al partner e al gatto se non riescono a portare fede ai loro propositi.


La lotta interna tra le forze in gioco nella nostra coscienza spiega anche come mai riusciamo ad essere molto convincenti quando esprimiamo le nostre buone intenzioni: in quel momento ci crediamo pure noi, ovvio che riusciamo a ingannare gli altri.
Poi però arriva quell’ “è più forte di me” che sgretola il moto costruttivo e di conseguenza l’obiettivo prefissato, dimostrandoci che in fondo, come dice il buon vecchio Freud, non siamo poi così padroni in casa nostra. La nostra inerzia e le nostre parti distruttive, quelle che amano il lamento e lo status quo, sono purtroppo ancora più ingombranti e potenti dei nostri punti di forza e della nostra capacità costruttiva e creativa.

##Continua nel post seguente ...Il bene che voglio


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