giovedì 9 gennaio 2014

TRUE TO YOUR HEART 1 – Attenti alle apparenze




 
L’arte, bella questione. In questi ultimi cinque anni, per motivi professionali, sono entrata in contatto con varie forme d’arte e con i loro portavoce. Mi sono fatta un discreto panorama su ciò che le persone vogliono esprimere attraverso le loro creazioni, su ciò che vogliono comunicare.
L’arte può metterti in contatto con le energie più profonde che muovono la vita, ovviamente filtrate attraverso la personalità dell’artista. C’è un arte emotiva, che comunica soprattutto emozioni, c’è un arte più intellettuale, che invece comunica pensieri ma quello che mi ha sempre colpito di più  è come l’opera si colori intrinsecamente delle intenzioni con cui l’artista l’ha ideata. A loro volta, le intenzioni dipendono dal livello di consapevolezza della persona, dalle qualità che ha sviluppato e che irradia intorno a sé, più o meno coscientemente.


Un esempio estremo: la cosiddetta ‘arte sociale’ o di denuncia. Talvolta mi sono trovata di fronte al brutto e al disgustoso spaparazzato ai quattro venti con l’intento di ‘denunciare’ le storture del mondo, la sua iniquità e tutta la sua bruttezza. A mio avviso quell’artista, con la sua opera, ne ha aggiunta dell’altra. L’attenzione per il patologico, per il morboso, per l’ingiusto o per il crudele generalmente ne aumenta la forza ed evoca sentimenti di rabbia che raramente prendono la forma di una lucida azione riparatrice. Per quella che è la mia esperienza, è più facile che si scatenino reazioni violente che portano ulteriori cattiverie o brutture.
Oppure, la forma più subdola, è quella dell’arte esteticamente piacevole, intellettualmente ben concepita, che si risolve però in una forma di autoesaltazione egoica dell’artista, anche se vuole passare per arte sociale, caritatevole e tante belle cose del genere. In questo caso le apparenze abbagliano e non è raro riscontrare che l’artista in questione sia spesso una persona poco piacevole,  viscida o prevaricante, ossessionato dalla visibilità e  dall’avere le prime pagine sui giornali.

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