lunedì 16 ottobre 2023

DISSIDENZA E RIPARTENZA

“Non importa quanti uomini ci sono nella tua vita, ma quanta vita c’è nei tuoi uomini.”(Mae West)

English version Dissidence and restart

Sono ormai quasi quattro anni che gli eventi mondiali hanno preso una piega tale che è praticamente impossibile non notare la malafede di chi ambisce a governarci e il malefico schema ripetitivo con cui ogni giorno ottenebrano le nostre menti e i nostri cuori. 

Proprio ieri sera, mentre ero a cena con amici che reputo esemplari eccellenti di un’umanità ormai rara e preziosa, riflettevamo su come sia possibile che le masse siano ancora cieche di fronte alle dinamiche,  ormai prevedibili, con cui i mass media ci blandiscono, ci dividono in tifoserie, seminano un ben calcolato odio e mortificano la nostra intelligenza e i nostri cuori.

D’altro canto, anche nella cosiddetta ‘dissidenza’, a cui posso dire di aver partecipato, ho osservato fenomeni che hanno le loro radici nella debolezza umana, nel suo non essere ancora pronta a fare un reale salto evolutivo. Mi ha colpito soprattutto come sia più facile aderire , ancora una volta, alla modalità distruttiva della realtà, piuttosto che a quella creativa e feconda. 

Molte persone che conosco si sono velocemente attivate nella ‘pars destruens’, cioè quando c’era bisogno di arrabbiarsi e indignarsi, ma non altrettanto nella ‘pars costruens’, quando c’era bisogno di coltivare i semi di cambiamento che erano stati gettati. Con ogni probabilità, l’impulso di protesta ha trovato come serbatoio le loro rabbie e frustrazione altrimenti inespresse, ed è stato un buon carburante per l’azione. 

Quando però le acque si sono apparentemente calmate, le stesse persone non avevano un equilibrio interiore tale da permettere il positivo, cioè la costruzione del nuovo, del bello, del vero. Si sono afflosciate, ripiegate su se stesse e,  dopo l’onda di protesta, non sono nemmeno state capaci di portare avanti una storia d’amore decente o di compiere qualche scelta diversa per la  loro vita. 

Finché c’era l’odio a motivarli, questi uomini e donne hanno sfidato restrizioni e divieti: quando questa pulsione non ha più trovato bersagli esterni, si è introiettata e li ha resi apatici, inerti, inconcludenti. Non hanno saputo o voluto cogliere l’occasione di portare un minimo rinnovamento nelle loro menti e nelle loro vite; sono rimasti nel conosciuto, a coccolare le loro vecchie ferite emotive e trovare nuove occasioni per indignarsi o deprimersi. 

Ciò mi porta a pensare che le tribolazioni subite, per una buona parte dell’umanità anche dissidente,  sono forse  passate invano. Non hanno trovato il terreno fertile per produrre un reale cambiamento di coscienza… e i risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti.  


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