domenica 25 agosto 2019

UN’ANSIA ALLA VOLTA, PER FAVORE


“Sono vecchia, ormai, e l’unica gioia rimasta è immaginare storie che non ho mai vissuto e scrivere canoni che non canterò più. - I’m old, now, and all I have left is imagining stories I’ve never lived and writing songs I’ll never sing.”(Sara Bini)


D’altra parte, c’è tutto un apparato altrettanto possente e spesso predominante che tende a frapporsi tra la nostra anima e i momenti di preziosa pienezza: si tratta della nostra ordinaria personalità biologica e in gran parte automatica. Essa non è esattamente tarata per sperimentare stati di grazia, anzi, la sua giornata oscilla tra noia e ansia, attività ripetitive e meccaniche, reazioni abitudinarie, emozioni prevedibili e meccaniche. Vede la gioia come piacere sensuale o gratificazione sociale, la sua inquietudine si manifesta come ansia per il futuro, rimpianti o sensi di colpa per il passato, desiderio di ottenere qualcosa o qualcuno, angoscia di perdere qualcosa o qualcuno.


L’inquietudine dell’anima, al contrario, si può sintetizzare nella sensazione del ‘ci deve pur essere altro, nella vita’. Ora, di solito questo sentimento viene subito intercettato dalla nostra personalità ordinaria che lo interpreta in termini materialistici e quantitativi: più cose (soldi, auto, case, vestiti) o più emozioni (sesso, prestigio, viaggi esotici).
Nella migliore delle ipotesi inoltre, il senso del ‘deve pur esserci altro’ porta a un’esplorazione del proprio potenziale inespresso, attraverso lo sviluppo di nuove passioni o interessi o recuperando talenti e capacità abbandonate nel corso della vita ‘meccanica’.

##vedi il post precedente ...e va bene così, senza parole e il post seguente Un'anima inquieta


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