venerdì 23 gennaio 2015

FALLING IN LOVE - Innamorarsi

“Quando sono nel mio studio e sto creando qualcosa di bello sono alta, bionda e assomiglio a Cameron Diaz. Appena esco divento una donnetta scialba con la sinusite.” (Sara Bini)


Di chi t’innamori? Come t’innamori?
Ogni tanto mi metto a riflettere su questo fenomeno e sulle varie modalità possibili di viverlo. Per esempio, una cosa che mi ha sempre intrigato è il processo d’identificazione con l’amato/a. Esso diviene particolarmente evidente negli adolescenti che s’innamorano di personaggi ‘impossibili’ (stelle della musica o del cinema). Sorridiamo quando vediamo una ragazzina o un ragazzino comportarsi come il suo attore o cantante preferito;  in realtà, a un altro livello, la situazione può essere interpretata in modo meno banale.


Intanto ‘l’amore impossibile’ rispedisce il sentimento al mittente, che deve quindi fare i conti con la frustrazione del suo desiderio e trovare metodi alternativi per gestire tale flusso di energia. L’emulazione dell’oggetto amato diventa allora un modo indiretto per ‘appropriarsene’ - e  se il modello è stato scelto perché rappresenta qualcosa di valido - l’innamoramento potrebbe risultare in un arricchimento e in una crescita della personalità dell’amante stesso.
Qui ecco che entra in ballo anche il processo di idealizzazione. Molti di noi hanno sperimentato che non è un meccanismo confinato ai soli amori adolescenziali o non esisterebbero le fatali delusioni e disillusioni all’interno dei rapporti d’amicizia e d’amore. Idealizzare significa investire l’oggetto amato di qualità che non possiede o che possiede solo in parte, trascurandone i limiti e le parti oscure. 


Chi o cosa vediamo nel nostro partner? Se quelle qualità ci stanno tanto a cuore - siano esse la forza, la dolcezza, il coraggio, la sicurezza, l’intelligenza, la cultura - perché non le sviluppiamo in noi? In tal modo non ci abbandoneranno mai, a dispetto di tutte le inevitabili delusioni a cui andremo incontro nei rapporti umani e che probabilmente noi stessi ‘infliggeremo’ involontariamente ad altre persone.  
In linea di principio, l’apprendimento di quei pregi che riconosciamo nel compagno/a è un passaggio  a cui non siamo abituati e perciò non viene preso molto in considerazione. Non ci sfiora il pensiero che, se siamo capaci di concepire tali qualità,  significa che non ci sono così estranee, anzi -  le abbiamo già in potenza dentro di noi.  


Naturalmente, mettersi a lavorare su di noi per evocare e coltivare certe potenzialità appare più faticoso che ‘usufruire’ o appoggiarsi a quelle altrui. A mio avviso, il  vero matrimonio è una faccenda interna:  nasce da un processo d’integrazione e completamento nell’individuo. Certo, il partner o gli amici, possono essere un ottimo spunto per intravedere possibilità che non pensavamo di desiderare o avere in noi. 
Sto parlando qui di rapporti abbastanza ‘sani’, non di quelli in cui più o meno consapevolmente siamo affascinati dal negativo, piuttosto che dal positivo, nel nostro partner. Nemmeno mi riferisco a quei rapporti in cui la scintilla di attrazione è puramente sessuale o materiale (sicurezza economica, prestigio sociale ecc…). Che siano corrisposte o meno, se ci divertiamo a indagare un po’ i moventi delle nostre attrazioni, potremmo scoprire cose interessanti su noi stessi e dipendere meno dal ‘favore’ o dall’approvazione degli altri.


Per richiedere un colloquio di counseling o un'introduzione alla Biomusica e Meditazione contattatemi qui o su: Sara Bini Le Vie per l'Armonia


giovedì 8 gennaio 2015

LA REGISTRAZIONE : God Bless My Friends!

“Sono stato in banca per dare un’occhiata ai miei risparmi. Ho scoperto che ho tutto il denaro che mi serve. Se muoio domani” (H.Youngman)


Aldilà delle difficoltà, dei rallentamenti, delle incongruenze e quant’altro, qualche obiettivo viene raggiunto. Questo generalmente mi capita quando tengo ferma l’intenzione ma senza il desiderio o il bisogno spasmodico. 
Nel pensiero comune un obiettivo viene raggiunto in seguito a un possente desiderio e attraverso lotta e gomitate, sfida al fato, agli dei e altre immagini eroiche del genere. Nella mia esperienza invece, ‘per forza non si fa neanche l’aceto’ e quando ho lottato per raggiungere qualcosa mettendoci dentro l’ansia di non raggiungerla si verificavano due cose: o non la conseguivo oppure una volta raggiunta, quella cosa mi si rivoltava contro, si trasformava in una maledizione. 



Osservata la regolarità di tali effetti, ho cominciato a indagare sul tipo di emozione o forza che mi muoveva quando desideravo qualcosa, fosse essa un lavoro, una relazione affettiva, una migliore forma fisica ecc… Se l’intenzione era colorata da paura, sconforto, tensione ansiosa o, ancora,  supponenza e senso del dovuto, mi attiravo ‘forze equilibratrici’ che sabotavano il mio ‘successo’. 
Quando invece mi aggrappavo ai miei sogni ‘con leggerezza’, essi avevano più facilmente la possibilità e la libertà di realizzarsi. Quante volte si sente dire ‘proprio quando ormai ci avevo rinunciato e pensavo ad altro, il mio desiderio si è avverato!’ Non è casualità né c’è qualcuno che ci premia o ci punisce:  si tratta di rapporti energetici di forza. 



Per cui, sono felice di annunciare che il mio post del 23 Agosto 2013 God Bless My Friends ha trovato compimento: prima nella band Sara and the Stars e infine nella seguente registrazione dei nostri brani. God bless my friends!
Link per ascoltare le canzoni registrate : Sara and the Stars


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martedì 6 gennaio 2015

DISSONANZE 2 - Volere e non volere

“Oggi è il giorno della presa di coscienza di tutto ciò che non sono riuscito a concludere. Bisogna festeggiare. Passatemi una birra” (L.W.Shore)

L’incontro-scontro con tali conflitti di forza è per me praticamente un’esperienza quotidiana. Per mia fortuna o sfortuna, la vita mi ha presentato il conto abbastanza velocemente, mettendomi a tu per tu con alcune potenti dissonanze già in epoca adolescenziale. 
Ho potuto quindi osservare come la mia parte consapevole sembrasse desiderare pienamente e lucidamente una cosa mentre quella inconscia, manifestata dal mio corpo attraverso vari malori, la rifiutava fortemente. La nostra ombra inoltre, può prendere la forma delle famose ‘circostanze esterne’, per cui ciò che tanto desideriamo o agogniamo ci sfugge continuamente ‘per cause di forza maggiore’.


Non è cosa facile né comune contattare quella parte nascosta di noi che allontana e sabota la realizzazione del nostro obiettivo o desiderio. In genere si tratta di una scoperta destabilizzante, non ci si sente più padroni in casa propria. E’ proprio allora tuttavia che può iniziare una sincera indagine interiore e un processo di trasformazione delle cause, non degli effetti - poiché gli effetti cambiano di conseguenza. 
Durante tale percorso sfidiamo e affrontiamo forze molto potenti e non di rado ci sentiamo come barchette in un’oceano in tempesta. E’ saggio andare cauti, senza aspettarsi inverosimili epifanie o risultati immediati e magari facilitarsi la strada cercando sostegno e condivisione in persone affini. E’ altrettanto saggio sviluppare una serena tolleranza verso gli errori, propri e altrui, perché abbagli, ricadute e aggiustamenti di tiro sono la norma in questi processi, anzi - sono la norma nel gioco della vita, in cui nessuno ‘nasce imparato’. 


Nutro perciò un certo scetticismo e una certa inquietudine verso gli ‘infallibili’ - i ‘superuomini’ e le ‘superdonne’.  Piuttosto credo in un processo di continua perfettibilità in cui, ad ogni momento, siamo comunque perfetti così come siamo in quanto espressione variegata della Vita Una. 
Condivido quanto scrive Anodea Judith nel suo Libro dei Chakra a proposito del potere: “…è la capacità di operare dei cambiamenti ed esiste per un solo motivo: la trasformazione. Possediamo potere quando osiamo vivere in modo autentico, quando entriamo in noi stessi e ci diciamo la nuda verità. Il potere giunge quando siamo disposti a compiere degli errori e ad assumercene la responsabilità, a imparare da essi e a correggerli”. 

#vedi il post precedente Irrisolti 'by default'


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DISSONANZE 1: Irrisolti ‘by default’

“Io creo la mia realtà e ciò non depone a mio favore” (Sara Bini)


Una delle scoperte più sconcertanti e allo stesso tempo più interessanti che può capitare nelle nostre vite è prendere coscienza delle nostre incongruenze o, se vogliamo dar loro un altro nome, le nostre ambivalenze.
Raramente ne facciamo contatto diretto: come al solito, è molto più facile individuarle negli altri. Esempi tipici “Guarda tizio, dice sempre che non sopporta il suo lavoro e lo vuol cambiare ma non manda nemmeno un curriculum” oppure “Mi dice che mi ama e poi mi fa star male flirtando con gli altri/altre” e ancora “Sembrano la coppia perfetta ma non li sento davvero felici” ecc…
Le incongruenze, cioè le discrepanze tra ciò che crediamo di essere e ciò che poi manifestiamo, ciò che diciamo e ciò che facciamo, ciò che pensiamo di volere e ciò che invece continuiamo a far accadere, sono il pane quotidiano dell’essere umano. Sembra che la natura umana sia stata creata ‘irrisolta’ ( e forse irrisolvibile) ‘by default’. 


Ci sono molti livelli e molti gradi di incongruenza , da quelli più eclatanti e ‘grossolani’ a quelli più sottili, subdoli, talvolta percepibili solo dal diretto interessato, che si tormenta in segreto, o da chi ne fa le spese. Alcune di queste ‘fratture’ nel nostro essere si sanano in modo naturale con un normale processo di crescita e maturazione - evento anche questo, ahimè, da non dare per scontato. 
Altre invece hanno radici così profonde, direi quasi ‘archetipiche’, che richiedono molti anni e molta energia per venire individuate e riarmonizzate.  Queste ultime, sono spesso il punto di partenza per una seria ricerca interiore, per la nostra mitologia individuale,  il nostro personale “Viaggio dell’Eroe”.

#vedi il post successivo Volere e non volere


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