lunedì 30 settembre 2024

RODOLFO CARONE sul mio romanzo ''RAPSODIA'


 Rapsodia di Sara Bini è un romanzo breve, ma non per questo meno intenso. Pur conoscendo la sensibilità poetica e la vocazione alla scrittura dell’autrice, ho intrapreso questa lettura senza una vera e propria aspettativa su cosa mi sarei trovato a leggere.

La storia si dispiega fin dall’inizio con una sorpresa: non segue una linea fissa di un unico narratore, ma alterna una voce narrante in forma epistolare, che è la prima figura femminile che incontriamo dalla prima pagina, con quella dei pensieri della seconda voce femminile, un’alter ego che si fa portavoce delle emozioni più intime della scrittrice. I personaggi, sia principali che secondari, emergono con una realismo immediato, verace, plausibile e riconoscibile, come figure che si animano e riemergono dal quotidiano di ognuno di noi.

Serpeggia nell’anima di questo racconto l’estetica giapponese del non detto, del procedere per sottrazione, in cui l’urgenza di spiegarsi a tutti i costi viene sapientemente evitata. L’autrice dimostra una straordinaria capacità di creare atmosfere senza ricorrere a descrizioni pesanti; si muove leggera nella sua scrittura, intrecciando riferimenti musicali, citazioni e poesie sparse, o meglio, sapientemente posizionate, come piccoli gioielli che non spiegano, ma aprono squarci su un universo personale, non per essere capita, ma per invitare il lettore a scorgere, a tratti, il mondo attraverso i suoi occhi.

Ci sono momenti in cui piccoli dettagli si trasformano in fotografie di scene, come haiku che catturano l’essenza di attimi fugaci, dando lo spazio alla sensibilità e alla percezione soggettiva del lettore di muoversi e ampliarsi.

In conclusione, Rapsodia è un’opera che trascende la mera narrazione: è uno squarcio di bellezza tra il silenzio di ciò che è lasciato intendere e la magia di poesia e musica, che tratteggiano in modo unico i sentimenti sullo sfondo della storia.

Rodolfo Carone

Il libro, pubblicato da L'Universale editore, si può acuistare al seguente link Rapsodia

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giovedì 19 settembre 2024

RAPSODIA: il romanzo del silenzio e della magia

“A volte mi affaccio alla vita della gente e le racconto un segreto. E’ un vecchio trucco. Mi avvicino e, a meno che le persone non dormano ad occhi aperti, possono percepirmi come una lieve brezza, come l’acuto di una sola nota, lo scricchiolio di una vecchia sedia, un brivido o il lampo di un’intuizione” (La Leggenda del Bevitore Sacro - Mario Corradini).

Chi era lei per lui? E cosa rappresentava lui per lei? 

Rapsodia evoca il mistero del Nord e la magica alchimia delle affinità elettive, canta l’immateriale e lo insinua nel materiale, cambia tonalità al mito e lo fonde con la realtà. Rapsodia trova il mistero nel quotidiano, la poesia nello squallore. 

La protagonista, Senja, è una figura limitare, una donna-elfo, una creatura ponte tra il mondo visibile e quello invisibile. Il suo amore è  a contempo terreno e soprannaturale, Eros e Thanatos, passione e trascendenza. Il suo essere è sacrificio e redenzione.

Senja è la straniera per eccellenza, il perturbante, l’Unheimlich che spaventa e attrae, come il ricordo mai sopito di una nostra origine nelle stelle. 

Nel testo si mescolano poesie e canzoni, diario e citazioni, linguaggio poetico e dialoghi da bar,  in un’ars combinatoria che amplifica e moltiplica il caleidoscopio di emozioni con rimandi a mondi vicini e lontani, presenti e passati.

Rapsodia si svolge negli intervalli, negli  spazi immaginari di uno scenario appena pennellato, costantemente in bilico tra fiaba e quotidianità, delicatezza e gravità. Rapsodia suggerisce piuttosto che descrivere, dà voce al silenzio più che alle parole e lascia la libertà al lettore di cercare il proprio romanzo e trovare il proprio racconto.

Se vuoi trasfigurare l’ordinario, increspare la routine penetrando  nel regno segreto, se vuoi inquietarti e interrogarti, ritrovando infine la tua essenza magica e numinosa, Rapsodia è il racconto che fa per te.

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sabato 24 agosto 2024

DREAMIN’ (of other men)

 “Non pretendo che il mio partner mi ami…però, se devo andare a prenderlo alla stazione, che almeno mi dica quale treno prende!”


Il testo della canzone, che metto prima in versione originale inglese e poi tradotto in italiano, basta a se stesso. 

Il video della canzone: Dreamin' (of other men)


Dreamin’ of other  men


There is a light that never fades out - and it’s time

To make a change but I don’t know how - in my mind

I fight my fears in this nothingness


And I keep on dreaming of other men

So I keep on dreaming of other men

It’s a shame, it’s a shame , it’s a shame

It’s a shame, it’s a shame , it’s a shame


You’ve given rings to other girls - not to me

You got them home and you wrote poetry - I’m outside

Waiting to be legitimized - but in vain 

And I dream of other men 


And I keep on dreaming of other men

So I keep on dreaming of other men

It’s a shame, it’s a shame , it’s a shame

It’s a shame, it’s a shame , it’s a shame


Shame, shame 

Shame shame


There is a light that never fades out - and it’s time

To make a change but I don’t know how


TRADUZIONE


Sognando altri uomini


C'è una luce che non si spegne mai - ed è il momento

Di fare un cambiamento, ma non so come - nella mia mente

Combatto le mie paure in questo niente


E continuo a sognare altri uomini

Così continuo a sognare altri uomini

È  un peccato, un peccato, un peccato

È un peccato, un peccato, peccato!


Hai regalato anelli ad altre ragazze, non a me

Le hai portati a casa e hai scritto loro poesie - io sono fuori

che aspetto di essere legittimata - ma invano 

…e sogno altri uomini 


Peccato, peccato


C'è una luce che non si spegne mai - ed è tempo

di cambiare , ma non so come fare

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mercoledì 31 luglio 2024

UN HAIKU A COLAZIONE

L’angoscia è la vertigine della Libertà. E la poesia sarebbe la vertigine dell’amore.”(Maria Zambrano)

English version: A haiku for breakfast

Un altro modo di accostarsi alla poesia, per chi ha poca dimestichezza con i sensi e con le emozioni, sono le letture del mattino e della sera: una poesia a colazione e una prima di andare a letto. Può essere anche la stessa, se ci ha colpito in modo speciale. 

Per chi non legge abitualmente poesia e non ha autori preferiti, suggerisco di partire con poesie di accesso intuitivo come gli haiku giapponesi o la poesia cinese. Sono meno artificiose e culturalmente meno cariche rispetto a buona parte della lirica occidentale. 

Leggiamole più volte, possibilmente con il cuore, cioè zittendo un attimo la mente discorsiva e lasciando emergere le immagini e i suoni dentro di noi. Non ostiniamoci a voler ‘capire’; sarà la poesia a ‘con-prendere’ noi e a guidarci sui suoi sentieri di luce. Tale risonanza risveglierà ricordi e ci ispirerà parole o espressioni in risposta a quelli che stiamo leggendo: annotiamoli. 

Una terza via di accesso sarebbe innamorarsi poiché, come dice Platone, ‘tutti diventano poeti al tocco dell’amore’. Ma non ci si può innamorare a comando e, visto com’è compromesso il mondo affettivo dell’essere umano,  anche lasciarsi andare con purezza all’innamoramento è diventato oggi un privilegio, quasi come nascere Ungaretti o Montale. 

Tuttavia, già attraverso le due piccole pratiche precedenti,  possiamo rinnovare il nostro sguardo sulla realtà, imparando a notare qualcosa di  bello e nuovo che nutre il nostro pensiero divergente e creativo. Da qui, passare alla composizione delle  proprie poesie non  rappresenta più un passo così difficile. A volte occorre una guida esperta che ci accompagni nei primi esperimenti - altre volte, invece, le nostre annotazioni sono già pronte a combinarsi, fondersi e associarsi in una nuova creazione. 

L’essenziale è non perdersi d’animo e non paragonarsi ai premi Nobel della letteratura mondiale. Consideriamo le nostre liriche come un intimo dialogo con la nostra Anima che, con amore, ci guida nella trasfigurazione del nostro mondo interiore e, di conseguenza, della nostra realtà esteriore. 

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A HAIKU FOR BREAKFAST

“Anguish is the vertigo of Freedom. And poetry would be the vertigo of love.”(Maria Zambrano)

Versione italiana: un haiku a colazione

Another strategy for being initiated into poetry, for those unfamiliar with the senses and emotions, are morning and evening readings: a poem at breakfast and one before going to bed. It can even be the same one if it has struck us in a special way. 

For those who do not habitually read poetry and have no favourite authors, I suggest starting with intuitively accessible poems such as Japanese haiku or Chinese poetry. They are less contrived and culturally charged than much Western lyric poetry. 

Let us read them several times, possibly with the heart, that is, shutting the discursive mind for a moment and letting the images and sounds within us emerge. Let us not persist in wanting to ‘understand’; it will be the poem that will ‘com-prehend’ us and guide us on its light paths. This resonance will awaken memories and inspire us with words or expressions in response to those we are reading: let us note them down. 

A third way in would be to fall in love because, as Plato says, ‘everyone becomes a poet at the touch of love’. But one cannot fall in love on command and, given how compromised the emotional world of human beings is, even letting oneself go purely in love has become a privilege today, almost like being born Ungaretti or Montale. 

However, already through the previous two small practices, we can renew our gaze on reality, learning to notice something beautiful and new that nourishes our divergent and creative thinking. From here, moving on to composing our own poems is no longer such a difficult step. Sometimes we need expert guidance to accompany us in our first experiments - other times, however, our notes are already ready to combine, merge and associate in a new creation. 

The main thing is not to lose heart and not to compare ourselves to the Nobel Prize winners of world literature. We consider our lyrics as an intimate dialogue with our Soul, which lovingly guides us in the transfiguration of our inner world and, consequently, of our outer reality.  

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LA VIA DELLA POESIA in pratica: il taccuino poetico

I poeti sono i misconosciuti legislatori del mondo.”(P.B.Shelley)

English version: the poetic notebook

In linea generale, la poesia viene considerata qualcosa di difficile sia da leggere che, a maggior ragione, da scrivere. È sicuramente un’arte raffinata, con le sue regole, i suoi codici  e la sua intrinseca ragione estetica. I poeti sono i legislatori misconosciuti del mondo.

Per quella che è la mia esperienza, tuttavia, la poesia è anche un modo di stare al mondo o una via di accesso a un nuovo modo di stare al mondo. È una delle Vie della Bellezza, e la Bellezza è una forza rivoluzionaria e trasformativa: ci trasporta all’estasi della contemplazione, senza però farci perdere il contatto con il mondo dei sensi. Anzi, il più delle volte è proprio attraverso i sensi che ci accorgiamo della Bellezza. 

Occorre quindi una rieducazione della nostra percezione che consiste, in primo luogo, in uno sforzo di attenzione. Sembra una banalità, eppure chiediamoci: quanto spazio ha la Bellezza nella nostra vita? La nostra esistenza adulta è troppo spesso impostata su emozioni e azioni automatiche, ripetitive, meccaniche. Questo produce gli stessi scenari, evocati dallo stesso clima emotivo. La stagnazione diventa un circolo vizioso difficile da spezzare.

Come farlo, attraverso la poesia?

Un modo per iniziare a rieducare la nostra percezione è il taccuino poetico. A me fu regalato a otto anni dal primo poeta che conobbi, che lesse e apprezzò la mia prima lirica.

Questo quadernino dovrebbe essere, già di per sé, un oggetto bello o comunque particolare, che ci inviti a scrivere - e a scrivere con cura, con grazia, con consapevolezza. Durante la giornata poi, facciamo almeno tre sforzi di attenzione che portino a tre annotazioni poetiche: possono essere pensieri, riverberi di stati d’animo, dettagli che notiamo per la prima volta intorno a noi, suoni, sapori. Lasciamoci stupire, lasciamoci toccare.

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THE WAY OF POETRY in practice: the poetic notebook

“Poets are the unacknowledged legislators of the world.”(P.B.Shelley)

Versione italiana al link: il taccuino poetico

Generally speaking, poetry is considered something difficult both to read and, even more so, to write. It is certainly a refined art, with its own rules, codes and intrinsic aesthetic reason.

In my experience, however, poetry is also a way of being in the world or a way to a new way of being in the world. It is one of the Ways of Beauty, and Beauty is a revolutionary and transformative force: it transports us to the ecstasy of contemplation, but without making us lose touch with the world of the senses. Indeed, most of the time it is precisely through the senses that we become aware of Beauty. 

What is needed, then, is a re-education of our perception that consists, first and foremost, in an effort to pay attention. It seems a triviality, yet let us ask ourselves: how much space does Beauty have in our lives? Our adult existence is too often set on automatic, repetitive, mechanical emotions and actions. This produces the same scenarios, evoked by the same emotional climate. Stagnation becomes a vicious circle that is difficult to break.

How to do this, through poetry?


One way to start re-educating our perception is the poetic notebook. I was given it at the age of eight by the first poet I met, who read and appreciated my first lyric.

This notebook should be, in itself, a beautiful or at least special object, inviting us to write - and to write with care, with grace, with awareness. During the day, then, let us make at least three efforts of attention that lead to three poetic annotations: they can be thoughts, reverberations of moods, details we notice for the first time around us, sounds, flavours. Let us be amazed, let us be touched.

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lunedì 17 giugno 2024

CRISTALLI: POESIE DALL’INFINITO

“Lo troveremo, sì

il nostro bacio.

Sarà su di un letto di nubi,

di cristalli o di braci?”

(Pedro Salinas)

English Version: Crystals: poems from infinity

“Cristalli” è un distillato poetico, un appassionato omaggio alla Luce che, in un estremo slancio di amore, s’imprigiona nella materia più densa: lo stato minerale. In queste silloge si celebra l’abbraccio infinito di Spirito e Materia, il paradosso dello splendore che sboccia dalla più cupa disperazione. Quasi ogni poesia canta un dolore depurato, un composto pesante che viene lavorato, raffinato e reso trasparente. Il cristallo diventa emblema di una musica silenziata, di una sonorità arrestata e tuttavia capace di riflettere i raggi luminosi da cui è permeata. La parola poetica aspira dunque a recuperare quel potere redentore, quella trasmissione vitale che ridesta l’anima sinfonica del creato, rendendolo capace di manifestare  bellezza  aldilà di ogni apparente imperfezione.

Il libro è diviso in tre sezioni: una parte composta di Haiku e Tanka, forme tradizionale della lirica giapponese, un’altra fatta di poesie ‘cristalline’ che tracciano la parabola del progressivo oscuramento dello Spirito nella Materia fino alla sua rinascita finale e, a chiusura,  le poesie-canzoni, che sciolgono in musica ogni attrito e sofferenza.

Il libro è stato pubblicato da Interno Libri e si può acquistare in libreria o al seguente link: Cristalli

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