domenica 11 febbraio 2018

L'AUTOSTIMA 2 : Quando non tutto è dovuto

“La strada maestra è l’azione. La via che porta alla conquista della fiducia in se stessi e della stima di sé è l’azione.”(Bruce Lee)



Continuando il discorso del post precedente, quello che mi piace dell’autostima, così come di ogni altra qualità interiore, è che la si può ‘costruire’ - possiamo prendercene piena responsabilità. Naturalmente non tutti amano la parola ‘responsabilità’: sa tanto di impegno, forse anche di fatica o sforzo. L’altra faccia della medaglia è che ‘responsabilità’ profuma anche di libertà, potenza e indipendenza. Poniamo che ci sia qualche creatura curiosamente interessata a tali virtù, come fare dunque per costruire la propria autostima?
Ci sono vari passaggi, che dipendono in primis dal grado di consapevolezza che abbiamo riguardo al problema. Per esempio, se siamo particolarmente in crisi, senza energie e disorientati, un primo grande atto di amore e stima verso noi stessi sta proprio nel chiedere aiuto. Questa richiesta, che può essere rivolta sia alle persone care che a un professionista, denota una reale volontà di cambiare piuttosto che il classico crogiolarsi nello status quo. 


Se invece abbiamo la sensazione  di potercela fare da soli e che il nostro percorso di autostima vada solo potenziato e non costruito da zero,  possiamo operare due passaggi: scoprire quali sono i NOSTRI parametri riguardo la NOSTRA autostima e da ciò programmare piccole azioni quotidiane in tale direzione - azioni che ci diano il senso dell’impegno, dell’affetto e della cura verso noi stessi. 
Il primo passo implica discriminare tra ciò che la società o i media propongono come metro di approvazione o successo e ciò che NOI invece riteniamo fondamentale per realizzarci e ricavare un senso di piacere e soddisfazione dalla nostra vita. Un esempio? La società potrà dirci che siamo dei falliti se non abbiamo un lavoro da almeno 3000 euro al mese, mentre noi, a conti fatti, sappiamo che possiamo vivere bene anche con 1000. Se già guadagniamo ciò che ci serve, questa riflessione ci svincola da molto senso di frustrazione e facilita la nostra indipendenza mentale ed emotiva dalle convenzioni sociali. 
Se invece non raggiungiamo ancora i nostri stessi standard, allora possiamo provare a mettere in atto la strategia della piccola azione quotidiana per avvicinarci al nostro obiettivo.  I grandi gesti eroici di solito lasciano il tempo che trovano: sollevano un’ondata di soddisfazione momentanea seguita dal rinculo della fatica e del vuoto. 


Per mia esperienza, è molto più salutare per l’autostima una serena disciplina quotidiana che forzi passo passo la nostra naturale inerzia, dandoci concretamente la sensazione di lavorare per la propria gioia, pienezza e  realizzazione.  
Tornando all’esempio suddetto, se il problema dell’autostima deriva dalla mancanza di lavoro, piuttosto che lamentarci della crisi giocando alla play-station o invidiare chi lavora, magari un bel mattino inviamo dei curriculum, il mattino dopo ci iscriviamo a un centro dell’impiego e così di seguito. Se invece la nostra frustrazione e senso di non valore deriva dalla scarsità di lavoro o dalla scarsa retribuzione, potremmo cominciare col pubblicizzare giornalmente e regolarmente i nostri servizi (anche semplicemente usufruendo dei network gratuiti) o sondare la possibilità di un aumento di stipendio se siamo dipendenti.

Il famoso detto ‘aiutati che Dio ti aiuta’ si basa proprio su questo principio: la vita generalmente viene incontro a chi fa un gesto per rompere il muro della sfiducia, del ristagno e del senso del dovuto. L’esperienza mia e delle persone intorno a me mi ha dimostrato che si può comprare un cellulare mettendo da parte ogni giorno gli spiccioli rimasti dalla spesa o si può acquistare un casa anche senza un lavoro fisso poiché, come insegna il Tao Te Ching, “un viaggio di mille miglia, inizia con un passo”.


Per prenotare  un colloquio  di Counseling contattatemi attraverso il mio sito  Le Vie per l'Armonia.

L'AUTOSTIMA 1 : Perché agli altri sì e a me no?

“Avanti dillo! Dillo almeno una volta. Prova a dire: sono l’apoteosi di me stessa, la mia migliore amica, la mia compagna d’armi. Io sono il mio eroe.”(lib. riad. da Lee Ward Shore)
“L’orgoglio è una sensazione di valore che deriva da qualcosa che non è organicamente parte di noi, mentre il rispetto di noi stessi deriva dalle potenzialità e dalle conquiste dell’Io.”(Bruce Lee)



Quello dell’autostima è un tema molto popolare oggigiorno e, a tale proposito, ho trovato illuminanti le riflessioni di Andrea Giuliodori nel suo blog ‘EfficaceMente’ e nel suo libro "Autostima passo passo”. Si tratta di un blog estremamente ricco e sfaccettato: possiamo trovarci sia consigli pratici tipo come gestire il nostro denaro, sia indicazioni ‘spirituali’ o esistenziali come l’introduzione alla meditazione e la filosofia dei Samurai. Per questa completezza e sostanziale pragmaticità, raccomando sia il blog che i libri di Andrea a chiunque abbia il desiderio di  migliorare qualche aspetto della sua vita.
Tornando all’autostima: le osservazioni di Andrea confermano quella che è sempre stata la mia sensazione e la mia esperienza, ossia che non si possiede autostima soltanto “per grazia ricevuta”. Questo impegno a volersi bene, questa capacità di darsi valore è solo in parte imputabile a genitori supportivi, insegnanti incoraggianti o partner innamorati. Sicuramente sono tutti fattori che incidono fortemente sulla percezione e sull’immagine che il bambino e poi il giovane adulto forma gradualmente di se stesso, tuttavia arriva un momento della vita in cui non potremo più misurare il nostro valore solo in base ai feedback che riceviamo dall’esterno.





Essi, difatti, sono per loro natura ambivalenti: innanzitutto perché, anche solo per statistica, non si può piacere a tutti, in secondo luogo perché i giudizi, in genere, definiscono più chi giudica che il giudicato. Ovviamente se a quarant’anni ci troviamo soli come cani, senza amici e senza lavoro, ritengo sia lecito e anche sano farsi due domande su ciò che effettivamente ci rimanda il nostro ambiente.
D’altro canto, si può avere la mamma più amorevole del mondo, il partner più comprensivo sul mercato e i professori più illuminati dell’universo ma se siamo in partenza dei pozzi senza fondo, l’acqua dell’apprezzamento proveniente dall’esterno tenderà comunque a disperdersi. Sarà forse questo uno dei significati impliciti nelle parole sibilline del vangelo “…a chiunque ha, sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha ?”
## Continua nel post seguenteL'AUTOSTIMA 2: Quando non tutto è dovuto

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