“Io, a parte quelle 3/4 apparizioni a Lourdes, non è che mi sento poi così tanto spirituale” (Sara Bini)
Oltre a quelle relative all’amore e affini, altre parole oggigiorno largamente abusate e fraintese sono ‘spiritualità’, ‘spirito’ e ‘spirituale’. C’è chi le connota immediatamente in senso religioso, chi in senso esoterico, chi in senso alcolico. Ognuno fa le associazioni a cui è stato più abituato o che lo riguardano più direttamente. Difficile descrivere o raccontare in modo univoco e razionalistico ciò che si può intendere con ‘spirito’: in effetti si tratta principalmente un’esperienza. Tuttavia le esperienze di ‘spiritualità’ o le persone ‘spirituali’ presentano tratti comuni che ci possono dare qualche dritta riguardo tali concetti.
Una delle grosse trappole è forse considerare lo ‘spirituale’ come qualcosa di avulso dalla realtà quotidiana, lontano anni luce dalla cosiddetta ‘materia’ e appannaggio esclusivo di pochi eletti (monaci, eremiti/medium/guru ecc.). D’altra parte, mi risparmierei anche i dibattiti filosofici del tipo ‘Tutto è Spirito, il dualismo non esiste, tutto è Uno, rosso di sera bel tempo si spera, ecc. ’ che lasciano il tempo che trovano specie se non tradotti in qualche modo nella propria pratica di vita.
M’interessa di più dare un significato pragmatico a quella che per me è l’esperienza spirituale, per quanto mi è stata possibile fin ora, alla luce di una consapevolezza limitata e pertanto desiderosa di crescere ed espandersi. 'Spirito', per me, ha più a che fare con qualità come il coraggio, il senso di responsabilità e l’impegno quotidiano piuttosto che con la fuga dalla realtà o la clausura in un ashram dell'India. Sia ben chiaro, questi momenti o luoghi sono assolutamente importanti e necessari per raccogliersi, contemplare e rigenerare le nostre forze. Non solo, la preghiera e la meditazione sono un servizio molto più ‘attivo’ di quello che potrebbe apparire poiché vanno a modificare direttamente le frequenze vibratorie in cui siamo immersi. Quello che invece volevo sottolineare è l’intenzione che soggiace a determinate azioni o scelte di vita.
M’interessa di più dare un significato pragmatico a quella che per me è l’esperienza spirituale, per quanto mi è stata possibile fin ora, alla luce di una consapevolezza limitata e pertanto desiderosa di crescere ed espandersi. 'Spirito', per me, ha più a che fare con qualità come il coraggio, il senso di responsabilità e l’impegno quotidiano piuttosto che con la fuga dalla realtà o la clausura in un ashram dell'India. Sia ben chiaro, questi momenti o luoghi sono assolutamente importanti e necessari per raccogliersi, contemplare e rigenerare le nostre forze. Non solo, la preghiera e la meditazione sono un servizio molto più ‘attivo’ di quello che potrebbe apparire poiché vanno a modificare direttamente le frequenze vibratorie in cui siamo immersi. Quello che invece volevo sottolineare è l’intenzione che soggiace a determinate azioni o scelte di vita.
Sempre secondo me, ‘spirito’ è anche lo sforzo di comprensione e di unione aldilà dei punti di orgoglio e separazione; è la capacità di sacrificare l’interesse personale a favore dell’interesse collettivo. Lo ‘spirituale’ quindi non pertiene solo agli angeli ma si legge nei giusti rapporti umani - dove l’elemento ‘umano’ appunto, fatto di empatia, rispetto e calore, prevale sul fattore razziale, sociale o sessuale.
‘Spirito’ è includere piuttosto che dividere, aprirsi piuttosto che chiudersi, saper bilanciare il distacco con l’amore, la saggia discriminazione con l’aspirazione a una più elevata fusione. Concludo con le parole di Assagioli, a mio avviso sintesi chiara e puntuale delle riflessioni su questo tema : “Così, spirituale è, in qualche misura, tutto ciò che nell'uomo lo induce a superare il suo esclusivismo egoistico, la sua paura, la sua inerzia, il suo edonismo; tutto ciò che lo porta a disciplinare, a dominare e dirigere le forze incomposte istintive ed emotive che si agitano in lui, tutto ciò che lo induce a riconoscere una realtà più ampia e superiore, sociale o ideale, ed a inserirsi in essa, varcando i limiti della propria personalità.”
‘Spirito’ è includere piuttosto che dividere, aprirsi piuttosto che chiudersi, saper bilanciare il distacco con l’amore, la saggia discriminazione con l’aspirazione a una più elevata fusione. Concludo con le parole di Assagioli, a mio avviso sintesi chiara e puntuale delle riflessioni su questo tema : “Così, spirituale è, in qualche misura, tutto ciò che nell'uomo lo induce a superare il suo esclusivismo egoistico, la sua paura, la sua inerzia, il suo edonismo; tutto ciò che lo porta a disciplinare, a dominare e dirigere le forze incomposte istintive ed emotive che si agitano in lui, tutto ciò che lo induce a riconoscere una realtà più ampia e superiore, sociale o ideale, ed a inserirsi in essa, varcando i limiti della propria personalità.”
Ph.Diana Jaramillo/Michele Baragatti
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