“Padre, a te rimetto il mio Spirito, e tutte le frattaglie varie” (Sara Bini)
Come indicazione pratica trovo utile imparare a monitorare regolarmente il proprio grado di armonia e benessere interiore. Occorre una certa dose di centratura e presenza a se stessi, che pragmaticamente può tradursi nel chiedersi: “Dove sono io adesso, energicamente, emotivamente, mentalmente? Sono in un futuro immaginato o in un passato rimpianto? Sono a farmi gli affari di qualcun altro (partner, amici, figli)? Come ci sto?”
Di solito, quando non siamo centrati in noi stessi, siamo in balìa degli altri e degli eventi esterni; siamo energeticamente ‘dispersi’ e, se abbiamo il coraggio di guardare un po’ a fondo, ci sentiamo profondamente soli.Dopotutto, noi per primi ci siamo abbandonati, perdendoci nel mondo inarrivabile degli ‘altri’ o nel nulla dei pensieri, paure e desideri ‘di massa’.
Occorre allora tornare ‘a Casa’, metafora per dire a noi stessi, al nostro centro. Chiaro, sulla via del ritorno si può anche scoprire un certo disordine e qualcosa da ripulire, ma vogliamo mettere la soddisfazione di ritrovare un luogo nostro, sicuro, accogliente e sacro perché inviolabile da qualsiasi attacco esterno.
Noi stessi pian piano diventiamo Casa, ossia un’oasi di beatitudine e pace aperta a chi ci circonda. Quante volte capita di ‘star bene’ in semplice presenza di una persona, che magari conosciamo appena? Anche questo è Servizio.La pace che evochiamo e creiamo in noi vibra e s’irradia fuori di noi, ri-armonizzando le nostre vite e il nostro mondo. ##vedi i due post precedenti
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“Quando medito sono tutt’uno con me stesso e col mio mondo interiore, un luogo in cui vorrei fermarmi a lungo: l’affitto è incredibilmente basso” (L.W.Shore)
La ricerca dell’Essenziale e l’aver di tanto in tanto sperimentato periodi di grande benessere non giustificati da successi esteriori mi hanno aiutata ad uscire abbastanza velocemente da vicende di sofferenza inutile.
Ad esempio, uno stile di vita sobrio, unito al riconoscimento e alla riconoscenza per ciò ci viene dato momento per momento, portano uno stato di ‘abbondanza interiore’ che fa sentire ricchi anche con pochi euro sul conto in banca. D’altra parte è risaputo che certe persone si sentono povere e si comportano meschinamente anche con i veri milioni in cassaforte. Lo stato mentale della gratitudine e dell’abbondanza facilitano dunque lo svincolo da situazioni lavorative disumane o comunque non rispettose per la nostra salute fisica e mentale.
Altro esempio, cominciare a provare una sensazione di completezza e benessere anche in solitudine, unita alla capacità di coltivare se stessi e i propri interessi, possono essere determinanti per uscire da relazioni sociali o sentimentali patologiche o comunque troppo cariche di ambiguità e contraddizioni. Una volta recepito il messaggio per noi e assunta la nostra quota-parte di responsabilità, tanto vale far festa.
La coppia o le amicizie dovrebbero aumentare la qualità della nostra vita, non diminuirla - e ammetto che, nel mio caso, lo standard attuale non è dei più bassi.
##vedi post precedente e post seguente
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Un momento decisivo nel mio percorso di vita è stato quando ho davvero cominciato a realizzare e a praticare il pensiero “non è necessario apprendere attraverso la sofferenza”.
Certo, la sofferenza è da benedire quando porta approfondimento e crescita in saggezza e comprensione. D’altronde ho sempre pensato che la vita qui sul pianeta Terra, a questi lumi di luna, è già abbastanza dolorosa di per sé da rendere superfluo ogni supplizio aggiuntivo. Intendo dire, citando Leopardi, che spesso “Uscir di pena / è diletto fra noi” (La quiete dopo la tempesta). Anche la vita più riuscita e fortunata dovrà prima o poi fare i conti con esperienze-limite come la malattia o la morte. Questo mi è sempre sembrato più che sufficiente per rinunciare a ogni desiderio di lunga permanenza su questo piano e spingermi alla ricerca dell’Essenziale, di ciò che non può essere intimamente violato dalle vicende terrene - in breve, quella “pace che sorpassa ogni comprensione”.
Poi, essendo ancora abbastanza giovane per ritirarmi immediatamente in convento, ho avuto la brillante idea d’immergermi nelle dinamiche di questo pianeta per vedere cosa riuscivo a comprendere e se ne valesse davvero la pena. Così è partita la sperimentazione di quella che io chiamo ‘sofferenza aggiuntiva’, caratterizzata dal permanere, perseverare e attaccarsi a situazioni spiacevoli. Ovvio, non è che lo si fa per sport, anche se c’è chi ha fatto del ruolo di vittima un’identità ben consolidata.
Le motivazioni da me riscontrate alla base di questi bonus di sofferenza-extra sono state più o meno le seguenti: bisogno di essere come ‘gli altri’ (approvazione sociale), bisogno di sicurezza (sopravvivenza fisica), bisogno di affetto (sopravvivenza emotiva). Tali bisogni possono essere soddisfatti in modo equilibrato senza provocare pesi o ulteriore sofferenza, tuttavia, essendo io abbastanza esigente e allo stesso tempo inesperta, dopo vari evariopinti tentativi ho trovatopiù economico rivolgere tali questioni verso l’interno.Con ciò, si diventa pericolosamente liberi e allo stesso tempo ferocemente sensibili a ogni ‘stonatura’.
#Continua nei due post seguenti
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It’s a long way to the top, if you wanna rock ‘n’ roll (AC/DC)
I Sara and the Stars sono lo sviluppo inatteso del mio post di un anno fa God Bless My Friends. Nell’estate 2013 mi era venuta l’idea di registrare alcune delle mie canzoni scritte per le varie band in cui ho cantato e suonato. Mi trovavo perciò nella situazione di avere i brani ma di non avere la band che me li arrangiasse e suonasse per inciderli. Così avevo sparso la voce tra i gli amici musicisti sperando che qualcuno rispondesse all’appello e si prendesse la briga di imparare le mie canzoni.
Video della canzone God Bless My Friends :
Massimo Giannini, batterista e percussionista di Empoli, mi fece giustamente notare che era meglio avere una band ‘viva’ piuttosto che un cd ‘morto’. Lui e Massimo Pistolesi, bassista di Castelfiorentino, erano affascinati dall’idea di avere un gruppo che suonasse canzoni originali. Entrambi suonano da molti anni - “siamo vecchie lenze del rock nostrano”, così si definiscono - ed erano un po’ stanchi di fare sempre cover. Massimo Pistolesi, detto l’“Impavido”, contattò quindi un chitarrista con cui, tra l’altro, avevo suonato diversi anni fa: Maurizio Firenze, anche lui di Castelfiorentino. Maurizio, che ha suonato nei Trimad, si unì al progetto e a quel punto la band poteva dirsi al completo.
Video di Perfect Day, di Lou Reed
Il nome della band, dopo una matura riflessione e una cascata di proposte indecenti, venne in mente all’Impavido una sera alle prove. “Sara and the Stars”, semplice e diretto, ci convinse e lo adottammo senza ulteriori discussioni.
Abbiamo debuttato per la Vigilia di Natale a Empoli, all’Alchemist, con un repertorio composto sia da cover che da brani nostri. Il genere è tendezialmente rock e blues, con qualche incursione in altri generi per dare più ritmo e colore. Le cover sono tutte re-interpretate e ri-arrangiate, talvolta quasi irriconoscibili. Tra di esse c’è per esempio ‘She Sells Sanctuary’ dei Cult a cui abbiamo dato un intro psichedelica-orientaleggiante o una ‘Smell Like Teen Spirit’ dei Nirvana totalmente stravolta a livello ritmico.
Video di She Sells Sanctuary dei Cult
I momenti migliori della band sono probabilmente le prove, quando , tra una battuta e l’altra, le canzoni prendono forma col contributo di tutti. Alla resa dei conti, i pezzi che avevo scritto in precedenza sono stati solo una traccia su cui poi i ‘ragazzi’ hanno liberamente creato. Tra l’altro anche Maurizio compone canzoni e , grazie all’input della band, ne ho scritte di nuove anch’io.
Video di Romantic Life (nostra)
Generalmente si tratta di melodie molto orecchiabili e allo stesso tempo non banali. Quando scriviamo o suoniamo, cerchiamo di tenere presente che l’importante è trasmettere un’emozione ed evocare uno stato d’animo, piuttosto che fare del virtuosismo fine a se stesso. La musica è energia ed è questo che ci piacerebbe fosse percepito dal pubblico: una bella carica energetica che fa divertire e fa sentire vivi. Ci piace il ‘sound’ ruvido e sobrio, un po’ alla Rolling Stones degli anni ’70 e del resto non abbiamo molte alternative, visto che la band è composta solo dalla voce, una chitarra, basso e batteria.
Vidoe di Every Night & Every Day (nostra)
Il famoso cd da cui è partito tutto alla fine poi non è stato registrato perché abbiamo dato la precedenza al creare e al suonare. Ci siamo esibiti a Petrock per il 25 aprile, alla Festa della Ceramica di Montelupo e alla Festa dello Sport a Montespertoli. Tuttavia è nei nostri progetti fare una registrazione decente delle nostre canzoni, in modo che ne resti traccia e ricordo. In futuro ci auguriamo di suonare, arrangiare, continuare a scrivere e divertirci come abbiamo fatto fino ad ora.
Video di It's a Long Way to the Top if you wanna Rock'n'Roll degli AC/DC