domenica 21 settembre 2014

LA RELAZIONE SIGNIFICATIVA 2 : La ‘serena attesa’

“Recentemente, quando sono da solo, cerco di farla finita con la masturbazione. Chiedo a me stesso: ma perché non mi posso essere soltanto amico?” (Richard Lewis)


La mia counselor, santa donna, un giorno mi disse “la relazione significativa s’incontra: non si cerca né si forza”. L’obiezione più immediata a questo è : ma allora se non ‘cerco’, cioè se non mi mobilito, cosa posso/devo fare per realizzare il mio desiderio? Dov’è il mio potere di autodeterminazione?
In realtà, non si tratta qui di passività quanto di spostare l’azione da ‘esterna’ a ‘interna’, come succede con la meditazione. Si tratta di sviluppare l’atteggiamento mentale della“serena attesa”. Questa dimensione di calma attesa implica la capacità di stare soli, imparare a volersi bene e sviluppare la fiducia che la vita risponderà ai nostri reali bisogni.


La relazione significativa dunque ’s’incontra’ e , altra cosa importante, ‘si riconosce’. Il senso del ‘riconoscimento’ esula da valutazioni meramente mentali/emotive del tipo ‘E’ carino/a, ha un buon lavoro, mi vuole bene, si può fare’. E’ uno ‘scatto’ più profondo che -attenzione- non necessariamente porta una relazione idilliaca o il matrimonio delle favole.
Anzi, tale alchimia potrebbe rivelarsi ‘significativa’ proprio perché comporta sfide di comprensione e salti evolutivi notevoli, talvolta faticosi. Per esempio, potrebbe insegnarci a diventare più autonomi e a stare felicemente da soli.


Ho parlato e sto parlando di un piano di esperienza squisitamente umano, dove la ‘sanità’ equivale  a saper accettare il limite, la contraddizione e l’imperfezione tipica della nostra natura. Poi, spostandoci su un livello superiore, si può anche osservare che ogni relazione, ogni esperienza è in sé significativa, anche quella puramente ‘di comodo’ o apparentemente ‘casuale’. Infatti dalla nostre azioni e intenzioni scaturiranno effetti e reazioni che, alla lunga, porteranno crescita e apprendimento (talvola mooooltoooo alla lunga). 
Per concludere, mi sembra opportuno ricordare che la prima, reale relazione significativa è quella con noi stessi. Tanto vale prendersene cura. Come dice Byron Katie “C’è un unica persona con cui sono certa che andrò a letto tutta la vita: me stessa!”

##vedi il post precedente La ricerca dell'amore


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