Mentre facevo ricerche per il mio libro Understanding a Course in Miracles ho sentito molte storie di ‘primi incontri’ con questo libro. Tra di esse, per esempio, ci sono i resoconti di tre persone diverse a cui è letteralmente caduta in testa una copia del Corso mentre girellavano per i negozi di libri usati. Considerando i milioni di studenti in tutto il mondo, immagino che questo sia successo anche ad altri. Altrettanto raro e particolare come questo iniziale ‘colpo di testa’, è trovare qualcuno che si è messo a studiare Un Corso in Miracoli prima della piena età adulta. La maggioranza delle persone non sembra capace di affrontare il Corso prima dei quarant’anni, un minoranza lo fa nel corso dei trenta, mentre si contano sulle dita di una mano quelli gli si avvicinano tra i venti e i trent’anni. Per cui, quando un’amica di penna mi ha detto di essersi imbattuta per la prima volta in questi insegnamenti, in ‘circostanze misteriose’, alla giovane età di 19 anni, sono diventato tutto orecchi.
“Sono sempre stata una persona abbastanza insolita, diciamo anche ‘spirituale’ - ma con un carattere tremendo” ammette Sara Bini, di Montespertoli, un paese toscano “Ero (e tutt’ora in parte sono) aggressiva, arrogante e piena di paura; allo stesso tempo sono attratta dalla luce, dal mistero e da Dio. Ho iniziato a lavorare sui tratti dolorosi della mia personalità da ragazzina, praticando la meditazione, le arti marziali e studiando i libri di De Mello, il Tao Te Ching e i maggiori filosofi occidentali. Mi sono ‘curata’ scrivendo poesie e canzoni.
Alla fine del liceo, a 19 anni, la mia madrina mi portò il Corso in inglese. Io avevo studiato lingue e lei voleva che le traducessi le prime lezioni del Libro degli Esercizi. La mia madrina, che poi è una delle mie zie, è sempre stata interessata alla magia e all’occultismo; lei era la ‘strana’ nella nostra famiglia. Ricordo che, quando iniziai a leggere i primi esercizi del Corso, un pensiero pauroso mi attraversò la mente: “Questa è la fine”. Naturalmente si trattva un pensiero dell’ego. Il Corso infatti ti porta alla scelta finale tra ‘Dio e Mammona’ , cioè all’impegno definitivo verso lo Spirito - e questo terrorizza l’ego a morte. Mi rendo conto che era una discreta presa di coscienza per la mia età ma torno a sottolineare che ero un tipetto un po’ particolare.”
Sara, in quel frangente, restituì il Corso ed iniziò l’università che, nel complesso, la deluse. Verso i 22 anni si sentiva difatti "totalmente confusa e disperata… e fu a quel punto che mi ricordai del Corso e lo ripresi dalla mia madrina, alla quale comunque non interessava più. Saltai intenzionalmente le pagine introduttive perché volevo valutare il Corso solo in base a ciò che diceva, senza sapere come e chi l’avesse scritto. Ero abbastanza razionale (e presuntuosa) farmi beffe del titolo e tuttavia anche abbastanza intelligente da riconoscere il potere e il reale valore degli insegnamenti che conteneva. Non si trattava delle solite storielle New Age. Benché fossi molto giovane, riconoscevo l’altissimo livello filosofico del Corso, la sua capacità di sintesi e astrazione, la sua logica ferrea e, allo stesso tempo, la tenerezza che ne pervade ogni pagina. Così cominciai a leggere il Testo, che mi dava un piacevole senso di giramento alla testa - come se venissi ‘sollevata’ e portata da qualche altra parte. Poi feci il Libro degli esercizi e lessi il Manuale per insegnanti. A metà degli esercizi mi venne un attacco di stizza e mi chiesi “Chi è costui che mi chiede di allenare la mia mente?!” Tornai alle pagine introduttive e quando lessi che si trattava di Gesù mi misi a ridere. Mi sono sempre sentita attratta da questa figura e gli ho spesso chiesto aiuto. Fin da bambina, lo consideravo un amico, oltre che un insegnante.”
Adesso, a 37 anni, Sara lavora come Professional Counselor, traduttrice e tutor in inglese, francese, tedesco e latino. Fino a poco tempo fa cantava in una rock band chiamata Sara and the Stars. Ha comprato anche l’edizione italiana del Corso, che studia per lo più da sola, talvolta partecipando a qualche seminario come quello dell’insegnante britannico Tim Christopher. Tutt’ora Sara considera la poesia e la scrittura di canzoni come parte del suo percorso spirituale.
“Curarsi e guarire attraverso l’arte è una forma di catarsi che tuttavia non ti porta necessariamente a un livello superiore di coscienza. Io mi sento davvero meglio dopo aver scritto una canzone o una poesia - e le parole che mi vengono possono anche essere profonde e suggestive. Tuttavia quello stato mentale viene raggiunto attraverso una modalità mistica, senza una progressiva crescita in consapevolezza come succede invece col Corso o con la meditazione. Il Corso è così potente proprio perché non si limita a farti scaricare il dolore o a portarti via dalla sofferenza . Piuttosto, ti fornisce gli strumenti per poter vivere coscientemente e più stabilmente su un altro livello di coscienza”.
Per leggere l’articolo originale di D Patrick Miller : First Encounters: Sara Bini, confronting ego at an early age
A proposito di Un Corso in Miracoli
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