giovedì 21 ottobre 2021

IL PRINCIPIO DELLA SUPERIORITÀ

“La suprema abilità consiste nel piegare la resistenza del nemico senza combattere.”(Sun Tzu, l’Arte della Guerra)

“Io ho quel che ho donato, perché nella vita ho sempre amato.” (Gabriele d’Annunzio)

English version at the link: The principle of superiority


L’aforisma di Sun Tzu, citato in esergo, afferma che la vera superiorità è l’arte di vincere senza combattere: quando due esseri si incontrano, uno è contenuto e l’altro contiene. Ciò significa che si stabilisce una gerarchia a livello esistenziale ed energetico, così chi è più capace di amare avvolge e ha già vinto colui che vive nell’odio e nella menzogna. Alla fine si tratta sempre di amore: chi continua a dare, donare e benedire nonostante le provocazioni, le ferite e le delusioni è senza dubbio l’essere più potente su questo pianeta.

Anche a livello prettamente marziale, un buon guerriero non ha bisogno di lottare per strada, perché la sua stessa presenza di spirito non invita a un attacco. La paura è mancanza di presenza di spirito; come una preghiera al contrario, attira proprio ciò che vorrebbe evitare.

Chi attacca, di solito, è sempre il più interiormente debole e insicuro. Durante una discussione, è facile notare che chi non ha argomenti razionali o reali passa velocemente dal piano del dibattito intellettuale all’attacco personale. Si tratta di una reazione emotiva automatica, dettata da rabbia e paura: ci si sente ‘disarmati’ a livello di argomentazioni o inconsciamente incerti riguardo la posizione presa.

La superiorità, come il potere, sono principi: qualità e non quantità. Del resto l’inferiorità, così come la dipendenza, sono zone molto comode: non si deve pensare con la propria testa né prendersi la responsabilità delle proprie scelte. Per essere realmente superiori occorre avere, almeno in parte, dominato la paura: si tratta dunque di una facoltà connessa con lo spirito. 

Solo chi ha radici nella trascendenza, chi ha fede nell’intelligenza della vita o chi si consacra a un ideale - sia esso giustizia, amore o bellezza - può  fronteggiare il pensiero della malattia e della morte senza farsi prendere dal panico. L’individuo capace di raggiungere questo stato mentale vince ancor prima di scendere in campo. 

I simboli del potere (divise, blindati, armi) sono spesso soltanto schermi per nascondere l’impotenza e la paura. Più l’ ‘autorità’ è debole e fasulla, tanto  più esibisce le sue icone; più uno stato è corrotto, tanto più emana leggi minuziose, vessatorie e prepotenti. La vera superiorità, in questo caso, sta nel guardare con obiettività le forze in campo e reagire solo a queste, non allo sfoggio dei simboli del potere. 

Il 18 ottobre scorso, i manifestanti di  Trieste sono stati un esempio del principio di superiorità, poiché hanno risposto alle provocazioni del falso potere con il Rosario, cioè il simbolo della Madre Divina e dell’amore aldilà di ogni discriminazione. I manifestanti hanno incluso, benedetto e abbracciato spiritualmente gli stessi poliziotti che li stavano caricando; comunque andrà a parare questo teatrino dell’orrore italiano, sono loro i veri vincitori.



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