“…e la verità vi renderà liberi.”(Vangelo di Giovanni)
"La verità ti renderà libero. Ma solo quando avrà finito con te". (David Foster Wallace)
English version at the link "I'm doing it for you"
Se non altro, questi tempi tristi e biechi hanno ampiamente smascherato, a chi è capace di vedere, uno dei più potenti (auto) inganni dell’essere umano: l’ ‘altruistico’ teatrino del ‘lo faccio per te/per la società/per il bene dell’umanità’. Ora, chiariamo subito che tale atteggiamento è spesso, almeno in parte, mosso da un nobile desiderio di veder l’altro felice, da un autentico senso civico o semplicemente da un’innata benevolenza.
Tuttavia, in questo periodo, a meno di non trovarmi di fronte a Gesù Cristo, ogni volta che qualcuno fa affermazioni del genere sia a livello di relazioni private che sui social, mi viene un immediato attacco di orticaria. Per cominciare, soffermiamoci a sentire come trasudano di supponenza e ‘gentile’ senso di concessione frasi tipo ‘lo faccio perché fa piacere a loro’, ‘lo faccio per lei, poverina, che ci tiene tanto’, ‘lo faccio perché IO sono un bravo cittadino’. Osserviamo anche come questo prestarsi a far qualcosa per gli altri raramente sia del tutto gratuito: c’è un ritorno in apprezzamento, valorizzazione…ci fanno sentire importanti, competenti, indispensabili.
Infine, se siamo abbastanza onesti, potremmo perfino accorgerci che è molto più facile adoperarsi per una generica ‘collettività’ o per persone con cui non siamo emotivamente molto coinvolti, piuttosto che per il proprio partner, la propria mamma o il proprio fratello. Se costoro malauguratamente hanno osato manifestarci un desiderio, guarda caso glielo facciamo pesare, considerandoli fastidiosi o troppo bisognosi. Già, poiché dietro il ‘lo faccio per far piacere a te’, c’è il controllo del piacere altrui, concesso a propria discrezione e piacimento; c’è la volontà di non concedersi mai totalmente e la paura di lasciarsi penetrare da un sentimento che potrebbe portare intimità e coinvolgimento.
Alla resa dei conti, l’essere umano medio ama molto la propria gabbietta e ha tutto il diritto di restarci; un diritto che, a quanto vedo, tendiamo ad esercitare fino in fondo. Godiamo più nel piacere distorto dei giochetti di potere piuttosto che nel dare seguito a una dolce emozione, a uno slancio del cuore o all’inebriante vertigine del lasciarsi andare.
Come dice Massimo Rodolfi, l’uomo non solo non è ancora in grado di amare, ma soprattutto non è capace di lasciarsi amare. Questo implicherebbe il cominciare a voler bene in primis a se stessi, ascoltandosi, risolvendosi e cercando di trovare gioia nel proprio cuore. A quel punto potremo dare felicità e piacere anche agli altri, con autenticità e senza sbandierarlo tanto, essendosi ammorbidita la corazza che ci separa da loro e dalla Vita.