venerdì 1 settembre 2023

CHI DI SOCIAL FERISCE…

“Perché vedi, tesoro, quando due persone si amano…”

“Chi sono queste due persone? Le conosco?”

(Dal noto libro ‘Fraintendimenti di un discorso amoroso’)

English version at the link:Who by socials hurts...

Qualche giorno fa qualcuno mi ha detto, a proposito degli incontri tra uomo e donna “Come li trovi (i partner), così li lasci”. Il senso era, se ti comincia a corteggiare un uomo che non ha una situazione sentimentale chiara, non voglio arrivare a dire impegnato, può darsi che farà la stessa cosa con te, iniziando a flirtare con altre o mantenendo rapporti con le ex, magari anche solo virtuali, mentre ti frequenta.

Questo è piuttosto facile e visibile al giorno d’oggi, in questa società dell’apparente iper-comunicazione, che in realtà  segnala proprio la tragica assenza di un vero contatto e di un vero impegno nelle relazioni umane. È molto facile avere l’illusione di una relazione, specialmente a livello virtuale. Non implica decisioni importanti, permette di mantenere la distanza sia fisica che emotiva, permette di mantenere le proprie comodità, i propri ritmi e le proprie ‘debolezze’.

Nelle relazioni di coppia, si nota come l’uso dei social sia comunque sintomatico di altre dinamiche. C’è un'ampia gamma di sfumature che vanno dal profilo condiviso, simbiotico e con continue dichiarazione di eterno amore, allo stato di perfetti sconosciuti. In quest’ultimo caso, si vuol far sentire l’altro ‘dato per scontato’ e si lesinano o si annullano le interazioni e gli apprezzamenti,  sia mai che qualcuno ci prenda per ‘stupidi innamorati’ o che valorizziamo o sosteniamo pubblicamente la persona che diciamo di amare.

Inoltre, se la relazione è prevalentemente virtuale con rari sprazzi di fisicità, anche il telefono non è un buon sostituto. Ogni parola detta senza gli occhi negli occhi, e forse anche mano nella mano,  può facilmente essere fraintesa, e diventare un macigno insostenibile che mina la fiducia nei sentimenti dell’altro. Del resto, se la relazione  resta in maggior parte su tali mezzi, il dubbio sorge lecito e spontaneo. Basta davvero poco a rovinare quello che, con uno sguardo, un abbraccio o una carezza, potrebbe diventare un momento di reciproca rivelazione e potenziamento della relazione.

Concludo con una citazione dell’immenso Massimo Rodolfi, dal suo libro ‘Un muro di parole’: “Dobbiamo come umani ripristinare veramente la nostra socialità, con i nostri modi e i nostri tempi, e così anche i nostri luoghi […]. Noi umani dobbiamo trovarci insieme, a fare cose, a divertirci, a raccontarci, guardandoci negli occhi, abbracciandoci, amandoci, e magari anche odiandoci, ma almeno la nostra ignoranza e la nostra cattiveria siano solo umane, vero patrimonio nostro, di un’imperfezione che tocca a noi, solo a noi, cercare di perfezionare.”



WHO BY SOCIALS HURTS...

"Because you see, honey, when two people love each other..."

"Who are these two people? Do I know them?"

(From the well-known book 'Misunderstandings of a Love Discourse')

Versione italiana al link Chi di social ferisce...

A few days ago someone said to me about man-woman dating, "As you find them (partners), so you leave them." The meaning was, if a man starts coming after you who doesn't have a clear love situation, I don't want to go so far as to say committed, it may be that he will do the same thing with you, starting to flirt with others or maintaining relationships with exes, maybe even just virtual ones, while he is dating you.

This is pretty easy and visible nowadays, in this society of apparent hyper-communication, which actually signals precisely the tragic absence of real contact and commitment in human relationships. It is very easy to have the illusion of a relationship, especially at the virtual level. It does not imply important decisions, it allows one to maintain distance both physically but especially emotionally, it allows one to maintain one's own comforts, rhythms and ‘weaknesses'.

In couple relationships, we see how the use of socials is nonetheless symptomatic of other dynamics. There is a wide range of nuances ranging from the shared, symbiotic profile with continuous declarations of eternal love, to the state of perfect strangers. In the latter case, you want to make the other person feel 'taken for granted' and you skimp or nullify interactions and appreciations, be it ever that someone takes us for 'fools in love' or that we publicly value or support the person we say we love.

Moreover, if the relationship is mostly virtual with rare flashes of physicality, even the telephone is not a good substitute. Every word spoken without eye-to-eye, and perhaps even hand-to-hand, can easily be misunderstood, and become an untenable boulder that undermines trust in each other's feelings. After all, if the relationship remains largely on such means, doubt arises legitimately and naturally. It takes very little to ruin what, with a glance, a hug or a caress, could become a moment of mutual revelation and strengthening of the relationship.

I conclude with a quote from the immense Massimo Rodolfi, from his book 'A Wall of Words': "We must as humans truly restore our sociality, with our ways and our times, and so also our places [...]. We humans must find ourselves together, doing things, having fun, telling each other stories, looking into each other's eyes, hugging each other, loving each other, and maybe even hating each other, but at least our ignorance and meanness be only human, true heritage of our own, of an imperfection that it is up to us, only to us, to try to perfect."