“Perché vedi, tesoro, quando due persone si amano…”
“Chi sono queste due persone? Le conosco?”
(Dal noto libro ‘Fraintendimenti di un discorso amoroso’)
English version at the link:Who by socials hurts...
Qualche giorno fa qualcuno mi ha detto, a proposito degli incontri tra uomo e donna “Come li trovi (i partner), così li lasci”. Il senso era, se ti comincia a corteggiare un uomo che non ha una situazione sentimentale chiara, non voglio arrivare a dire impegnato, può darsi che farà la stessa cosa con te, iniziando a flirtare con altre o mantenendo rapporti con le ex, magari anche solo virtuali, mentre ti frequenta.
Questo è piuttosto facile e visibile al giorno d’oggi, in questa società dell’apparente iper-comunicazione, che in realtà segnala proprio la tragica assenza di un vero contatto e di un vero impegno nelle relazioni umane. È molto facile avere l’illusione di una relazione, specialmente a livello virtuale. Non implica decisioni importanti, permette di mantenere la distanza sia fisica che emotiva, permette di mantenere le proprie comodità, i propri ritmi e le proprie ‘debolezze’.
Nelle relazioni di coppia, si nota come l’uso dei social sia comunque sintomatico di altre dinamiche. C’è un'ampia gamma di sfumature che vanno dal profilo condiviso, simbiotico e con continue dichiarazione di eterno amore, allo stato di perfetti sconosciuti. In quest’ultimo caso, si vuol far sentire l’altro ‘dato per scontato’ e si lesinano o si annullano le interazioni e gli apprezzamenti, sia mai che qualcuno ci prenda per ‘stupidi innamorati’ o che valorizziamo o sosteniamo pubblicamente la persona che diciamo di amare.
Inoltre, se la relazione è prevalentemente virtuale con rari sprazzi di fisicità, anche il telefono non è un buon sostituto. Ogni parola detta senza gli occhi negli occhi, e forse anche mano nella mano, può facilmente essere fraintesa, e diventare un macigno insostenibile che mina la fiducia nei sentimenti dell’altro. Del resto, se la relazione resta in maggior parte su tali mezzi, il dubbio sorge lecito e spontaneo. Basta davvero poco a rovinare quello che, con uno sguardo, un abbraccio o una carezza, potrebbe diventare un momento di reciproca rivelazione e potenziamento della relazione.
Concludo con una citazione dell’immenso Massimo Rodolfi, dal suo libro ‘Un muro di parole’: “Dobbiamo come umani ripristinare veramente la nostra socialità, con i nostri modi e i nostri tempi, e così anche i nostri luoghi […]. Noi umani dobbiamo trovarci insieme, a fare cose, a divertirci, a raccontarci, guardandoci negli occhi, abbracciandoci, amandoci, e magari anche odiandoci, ma almeno la nostra ignoranza e la nostra cattiveria siano solo umane, vero patrimonio nostro, di un’imperfezione che tocca a noi, solo a noi, cercare di perfezionare.”
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