Rapsodia di Sara Bini è un romanzo breve, ma non per questo meno intenso. Pur conoscendo la sensibilità poetica e la vocazione alla scrittura dell’autrice, ho intrapreso questa lettura senza una vera e propria aspettativa su cosa mi sarei trovato a leggere.
La storia si dispiega fin dall’inizio con una sorpresa: non segue una linea fissa di un unico narratore, ma alterna una voce narrante in forma epistolare, che è la prima figura femminile che incontriamo dalla prima pagina, con quella dei pensieri della seconda voce femminile, un’alter ego che si fa portavoce delle emozioni più intime della scrittrice. I personaggi, sia principali che secondari, emergono con una realismo immediato, verace, plausibile e riconoscibile, come figure che si animano e riemergono dal quotidiano di ognuno di noi.
Serpeggia nell’anima di questo racconto l’estetica giapponese del non detto, del procedere per sottrazione, in cui l’urgenza di spiegarsi a tutti i costi viene sapientemente evitata. L’autrice dimostra una straordinaria capacità di creare atmosfere senza ricorrere a descrizioni pesanti; si muove leggera nella sua scrittura, intrecciando riferimenti musicali, citazioni e poesie sparse, o meglio, sapientemente posizionate, come piccoli gioielli che non spiegano, ma aprono squarci su un universo personale, non per essere capita, ma per invitare il lettore a scorgere, a tratti, il mondo attraverso i suoi occhi.
Ci sono momenti in cui piccoli dettagli si trasformano in fotografie di scene, come haiku che catturano l’essenza di attimi fugaci, dando lo spazio alla sensibilità e alla percezione soggettiva del lettore di muoversi e ampliarsi.
In conclusione, Rapsodia è un’opera che trascende la mera narrazione: è uno squarcio di bellezza tra il silenzio di ciò che è lasciato intendere e la magia di poesia e musica, che tratteggiano in modo unico i sentimenti sullo sfondo della storia.
Rodolfo Carone
Il libro, pubblicato da L'Universale editore, si può acuistare al seguente link Rapsodia