domenica 28 luglio 2013

MIRROR - Self-Translated Poems 9

 
I can’t
get the storm to last
and I’m not
interested

Reflect yourself in me
now the water is clear
Mirror, mirror on the wall
my mind is
clear

I’m losing ground
Mirror, mirror
I’m losing
          -inebriation
You are my
reflection

And I’m
          yours
Storm

Mirror mirror on the wall
the water is
calm



La versione originale della poesia è in : Variazioni su Tema
Per le foto, un grazie speciale a Masayo Yonemitsu

giovedì 25 luglio 2013

Dal manuale del Buon Counselor 2 : "NON SON DEGNO DI TE"

Insegnaci ad aver cura e a non curare
Insegnaci a sedere quieti -

Teach us to care and not to care
Teach us to sit still  (T.S.Eliot)






Quindi, anche l’essere umano medio più sano deve fare i conti con la natura mai univoca e mai pura delle proprie emozioni e dei propri desideri. Se ha fortuna, riesce perlomeno, nel corso della vita, a prenderne consapevolezza.  Altrimenti parte la solita serie di balle clamorose da raccontare a sé stessi  e agli altri, per cui è sempre colpa dell’altro che fa qualcosa che non ci piace,  tipo è troppo o troppo poco presente, poco affettuoso o troppo appiccicoso, beve troppa birra, è astemio, è vegetariano, mangia troppa carne, lavora troppo, lavora troppo poco..ecc. ecc.

 
Nei casi di maggiore lucidità (ma rammentiamoci che si parla sempre dell'essere umano medio, non di un esemplare evoluto) assistiamo a uscite patetiche del tipo ‘mi sono reso conto che non son degno/a di te’, ‘ti lascio perché altrimenti ti farei del male’ o l'intramontabile ‘ho bisogno di una pausa di riflessione’. Mi segnalano anche "Non sei tu il problema, sono io", altra frase da illuminato a buon mercato. In tali casi, forse la frase di Byron Katie che amo di più è la seguente ‘Whenever I lose something, I've been spared – Ogni volta che perdo qualcosa, sono stata risparmiata’. Se non altro perché mi risparmio un tira a molla logorante con una persona che mi farebbe solo soffrire. Anche se, notate bene, siamo così attaccati alla nostra sofferenza che ci dispiace  perdere pure quella...altrimenti chi siamo noi, senza lei/lui che ci fa tribolare? Più in generale, la frase di Katie mi piace perché mi ricorda che ogni perdita mi rimanda a me stessa e mi fa capire che amarmi non è il compito di qualcun altro – è il mio. 

Per richiedere un colloquio di counseling o un'introduzione alla Biomusica/ meditazione contattatemi su:
Sara Bini Le Vie per l'Armonia

Dal manuale del Buon Counselor 1 : L'AMBIVALENZA



“Bisogna sapersela permettere, la felicità” Sara Bini
e : 'Ma cosa ti aspetti, che un culo faccia una serenata?!??" (la nonna)




C'è una nota che devo sottolineare più e più volte nel mio manuale del Buon Counselor : ‘Ricorda che tutti i sentimenti umani sono ambivalenti”. E che non esistono emozioni pure. Eppure ci casco sempre, a illudermi che ci possa essere una qualche forma di congruenza tra gli atti, le parole e le emozioni di un essere umano. 
Un  errore fatale, eppure tale doppiezza l’ho sperimentata su di me e lo sto tutt'ora sperimentando. Tuttavia,  120 anni di lavoro interiore e ricerca spirituale mi stanno lentamente portando a un punto in cui, se non altro, riesco a prendermi responsabilità di buona parte della mia ambivalenza, a osservarla con una certa serenità e a farla subire il meno possibile agli altri. In una parola, mi adopero per essere abbastanza innocua verso il prossimo e, allo stesso tempo, vedo oltre i fuochi di paglia degli entusiasmi iniziali, consapevole del naufragio psicologico o delle apatie di rinculo che fatalmente seguiranno.


Ambivalenza: desiderio e ripulsa simultanei per lo stesso oggetto. Di più: tanto più l’oggetto del desiderio viene percepito come desiderabile, tanto maggiore sarà il contraccolpo inconscio di rifiuto e paura dello stesso. Questo spiega perché talvolta preferiamo sentimenti più miti che pensiamo di poter gestire o controllare proprio perché non evocano in noi paure ancestrali di essere travolti, spazzati via, abbandonati, sorpassati. Tipico il caso di quando, tra due potenziali fidanzati, scelgo quello che mi piace meno…perché ‘mi dà più sicurezza’. Infatti, sebbene mi strugga per un altro, quest’altro mi fa anche una gran paura, gli darei troppo potere su di me…. e se poi anche le altre lo volessero come lo voglio io? Tutto ciò senza nemmeno toccare storie pregresse di abbandoni, rifiuti o tradimenti, per cui ci avviciniamo all’altro sempre carichi di sospetto e pregiudizi. 


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martedì 23 luglio 2013

La Sfida e la Fioritura 2 - Mi capitasse mai qualcosa di buono!



L'entusiasmo è molto faticoso (R.L.Stevenson)


Ma l’essere umano talvolta è davvero originale nelle sue reazioni bislacche e anche decisamente creativo nel farsi continuamente del male e distorcere la realtà spesso benigna delle cose. Infatti, se una risposta negativa a un evento negativo appare perlomeno comprensibile sul piano logico, non si capisce come anche l’opportunità positiva sembri suscitare altrettanto orrore e malanimo nella nostra specie. Un esempio per tutti, tanto per fare un nome a caso, quello di Gesù Cristo, che portò all’umanità un insegnamento di amore e pace e giustamente venne messo in croce.
Ora, senza scomodare ulteriormente Gesù ma piuttosto scendendo nel nostro quotidiano, l’opportunità di trasformazione e di crescita talvolta si presenta in maniera innocua e perfino piacevole.  Per esempio potrebbe essere un amico che ci invita a un corso un po’ particolare - ma ci pesa il culo, un libro che ci viene regalato - ma è meglio la partita, l’incontro con qualcuno di speciale - ma Dio me ne scampi e liberi se dovessi mai innamorarmi, mettermi in discussione o magari sentirmi perfino inferiore!!


Così la Vita passa, leggiadra, mentre noi ci dilettiamo a lamentarci dell’invecchiamento, del tempo, del governo, degli uomini che sono tutti bastardi, delle donne che sono tutte baldracche, di mia moglie che non mi capisce, di mio marito che non mi ascolta, dei figli che rompono le balle, del lavoro che non c’è, del lavoro che c’è e che stressa, del colesterolo alto,  della pressione bassa etc etc.
Bene, a ognuno il suo gioco. Questo non è più il mio e concludo citando Massimo Rodolfi  “… la vita è effettivamente sempre in movimento. Siamo noi che vorremmo stare sempre fermi nelle nostre certezze e dentro ai nostri bei brodini tiepidi, ma se qualcuno ci riesce mi faccia un segnale di fumo, perché sarei interessato a sapere come ha fatto. Il dato di fatto è che le cose ‘vecchie’, le situazioni, gli ambienti, le persone, ad un certo punto non vanno più bene.[…] Cominciamo a sentire che c’è qualcosa d’altro, di più nuovo, bello e frizzante, che possiamo sperimentare”

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