martedì 29 aprile 2014

PENSAVO FOSSE AMORE INVECE ERA GASTRITE 3 -…but I love you anyway

“Man mano che procede la mia crescita in consapevolezza, mi è sempre più chiaro che non desidero una relazione né tantomeno del sesso: io voglio una colf. Meglio se sa anche montare qualche scaffale Ikea e fare piccole riparazioni domestiche” (Sara Bini)


In un’altra relazione invece, il ‘deus ex machina’ meno inopinato ma non per questo meno portentoso si manifestò nel percorso che feci con la mia counselor. 
Quella volta, a differenza del ‘caso Mepral’ dove bene o male dovetti accettare di venire scaricata da un momento all’altro senza preavviso, la storia infelice si stava protraendo tra tira e molla da diversi mesi. La gastrite era giunta al massimo grado, magari era pure diventata ulcera, avevo esaurito  tutte le scorte di antiacidi della mia farmacia ma, evidentemente, non avevo ancora esaurito l’illusione che quella fosse una storia da salvare.


Quando decisi di chiamare la mia counselor ero ormai allo stremo delle forze fisiche e mentali e mi davo per persa. Ero anche incavolata a bestia con me stessa e credevo a  pensieri di questo tipo : ‘Ma caspita, con tutta la meditazione, respirazione, intuizione e liposuzione che fai, ancora a questi livelli infimi ti ritrovi? Era meglio se andavi ad alcolizzarti in discoteca come tutti, invece di leggerti i libri del Tibetano.’ Da tale benevolenza nei miei confronti, si può evincere che non ero messa benissimo.
Tuttavia, appena entrata nello studio della mia counselor e soprattutto dopo un pianto liberatorio, mi sentii bene e rivitalizzata proprio come dopo la scoperta del Mepral. (Non è una metafora felice se non si leggono i post precedenti , N.d.A.)



Certo, il percorso di liberazione dalle mie illusioni doveva ancora cominciare ma intanto avevo fatto un passo importantissimo per una personalità sarcigna e supponente come la mia: chiedere aiuto. Tale atto di apertura e misericordia verso me stessa aveva già attivato le energie ri-armonizzanti del mio Sé più saggio e profondo - energie che , grazie al cielo, vanno molto aldilà della piccola personalità. . Anche se il processo fu comunque abbastanza lungo e laborioso,  l’ho vissuto come rispettoso nei miei confronti, potenziante rispetto alle mie facoltà ed educativo, estremamente educativo.

## vedi i due post precedenti


Parrucca della linea Luigi14 e foto di Chiara Benelli e Leon
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Sara Bini Le Vie per l'Armonia

PENSAVO FOSSE AMORE INVECE ERA GASTRITE 2 - It’s unbelievably hard to love you…

“Sono sposata con la voce interiore. Tutti i matrimoni sono una metafora di quel matrimonio. Il mio amante è quel luogo dentro da cui provengono degli onesti sì e no. Quello è il mio vero partner - The voice within is what I’m married to. All marriage is a metaphor for that marriage. My lover is the place inside me where an honest yes or no comes from.That’s my true partner” (Byron Katie)


Con mia enorme gioia e sorpresa sparì non solo ogni dolore fisico ma anche la sofferenza mentale, lo sconforto, il risentimento e quella malinconia da lutto perenne. Fu come se, interrompendo lo schema vizioso stomaco-pensieri ossessivi, tutto il mio essere avesse preso una boccata di ossigeno e si fosse rinvigorito. Il corpo stava bene e dunque…perché non doveva star bene pure la mente? Il senso di vuoto era sparito e ripresi a mangiare di gusto.


Non voglio con questo affermare che il Mepral sia la cura per le delusioni d’amore, ci mancherebbe. M’interessa invece sottolineare l’importanza di  stoppare il meccanismo perverso corpo-mente,  per cui un dolore fisico richiama determinate credenze/emozioni e viceversa. Da qualche parte occorre pur intervenire in questo circolo distruttivo e talvolta la via di sblocco non è scontata o prevedibile come si potrebbe immaginare. 


Per quella che è la mia esperienza, un fattore determinante nel processo di risalita è la ferma e sincera intenzione di liberarsi dalla sofferenza. Finché quella roba - recriminazioni, paure, sadismi o vittimismi- ci procura ancora un sottile piacere o nutrimento, non c’è Mepral o santo protettore che possa tirarci fuori dalla cacca. E’ una cacca che ci è ancora funzionale, tutto sommato la conosciamo e ci stiamo bene perché conferma ciò che vogliamo sia confermato riguardo alla nostra visione del mondo. Quindi… guai a chi ce la tocca!  

## vedere post precedente e successivo


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PENSAVO FOSSE AMORE INVECE ERA GASTRITE 1- Il corpo che non mente

“Tutto questo per dire che, negli ultimi giorni, ho avuto molteplici attacchi gastrointestinali, chiaro indice di progresso spirituale” (Sara Bini)


Per qualche curiosa ragione di cui ancora non mi rendo ragione, il mio corpo e la mia mente si comportano in maniera piuttosto speculare - in sostanza, somatizzo parecchio e subito. 
Se sia un bene o un male non lo so e avendo per di più poco accesso o poca capacità di decodifica dei miei messaggi corporei, mi si è creato qualche disguido lungo il percorso. Sì, perché il paradosso è che, sebbene il mio livello corporeo-energetico e quello mentale-emotivo siano abbastanza ben collegati, la mia consapevolezza, ahimè, non lo è.  Tende costantemente a volare sui piani astratti dell’Iperuranio e si dimentica volentieri del pianterreno… per non parlare poi delle cantine. Perciò quando, dopo i voli pindarici dell’intelletto e del misticismo, ritorno alla mia personalità in carne ed ossa, mi trovo sempre abbastanza spaesata e prendo delle cantonate clamorose.


Come esempio posso portare la brusca conclusione di una relazione sentimentale che all’epoca ritenevo ovviamente la più importante avuta nella mia vita. Per inciso, questo lo penso quasi per tutte le storielle in cui ho il brutto vizio  d’impelagarmi.
Iniziarono, by default, i soliti patemi d’animo, rabbie, tristezze, ululati, tentativi di vendette trascendentali e atti di terrorismo psicologico. Tuttavia, quello che m’infastidiva di più - e quasi a livello fisico appunto - era la sensazione di vuoto rancoroso, che m’impediva perfino di mangiare.
Io davo la colpa all’immenso dolore della mia grande ed evoluta anima, capace di profonde passioni e intensi sentimenti. Mi stupii dunque quando il dottore, che presumibilmente era stufo fino alle lacrime delle mie lagne, mi prescrisse il Mepral pasticche, per la gastrite. Benché scettica - all’epoca ero pure salutista/fondamentalista e quindi contraria a priori a ogni farmaco - in un impeto di grandioso ‘cupio dissolvi’,  decisi comunque di prendere  il Mepral.

## continua nei post successivi


Foto di Sanzio Fusconi e Leon 
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domenica 20 aprile 2014

ATTRAZIONE E REPULSIONE 3 - L’Eros che m’innamora

“L’Amore è così vasto all’interno di Sè Stesso. E’ dove alla fine moriamo. Non moriamo nella paura, moriamo nell’Amore” (Byron Katie on Sex and Relationships)


In compenso, le mie naturali simpatie attualmente si dirigono verso personaggi ‘atipici’,  la cui forza risiede esattamente nel riconoscimento e nell’integrazione delle proprie vulnerabilità  facendo di esse la domanda di partenza per un percorso di autentica ricerca esistenziale. Amo dunque gli esploratori d'incertezze, coloro che non pretendono di pre-determinare la Vita attraverso la razionalità o la scienza così come attraverso la 'magia' , l'ideologia, le storie sul karma o la Legge di Attrazione . Amo il ricercatore dal cuore puro in cui la Forza e la Resa  (nel senso di sapersi arrendere a una Forza maggiore) confluiscono in armonia.


Mi rendo conto che sto delineando una figura in cui il maschile - forza, volontà, iniziativa-  e il femminile -creatività, apertura e amore- si fondono in maniera equilibrata. Si potrebbe obiettare che sto tratteggiando un ideale, un’utopia irraggiungibile. Tuttavia, personalmente, preferisco vivermelo e sperimentarlo come uno slancio, una tensione, quell’Eros appassionato verso la con-prensione di sé e della Vita. 
Non m’importa il raggiungimento, che peraltro è relativo al punto di vista in cui si trova ognuno  di noi, piuttosto mi intriga il movimento, lo struggimento, l’aspirazione attiva. Questo è ciò che m’innamora a livello dell’essenza umana e divina in noi e che può trasparire aldilà del gioco delle forme. Poi, tornando nel mondo della dualità, in quanto donna amo l’uomo virile, protettivo e responsabile  e al contempo capace di sensibilità, commozione, delicatezza. Così come amo la donna accogliente, capace di abbandonarsi ed empatizzare ma anche determinata, autonoma  - che sa  discriminare tra ciò che è bene accogliere in sé e ciò è meglio tener fuori.


Parrucca della linea Luigi14 e foto di Chiara Benelli  
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ATTRAZIONE E REPULSIONE 2 - Il signor/la signora ‘SoTutto Io’

“Ti perdono meglio se mi giri al largo, per un po’ ” (Sara Bini)


Per cui, per tornare un po’ al concreto, attualmente suscitano in me un naturale moto di allontanamento  l’uomo o la donna pieni di certezze, abbarbicati a un lavoro ‘sicuro’  e che nelle relazioni sanno sempre ‘come andrà a finire’ perché ‘le donne sono così’, ‘gli uomini sono cosà’  ‘chi fa da sé fa per tre’ ‘rosso di sera bel tempo si spera’ etc etc…. E’ come essere al cinema con qualcuno che ti racconta la fine del film - e magari è pure sbagliata. O meglio, per lui/lei è giusta, perché se la proietterà a immagine e somiglianza delle sue convinzioni. Intanto però ti guastano il divertimento. 
D’altra parte comprendo bene ciò che genera in queste persone il  bisogno di controllo, perché è la stessa roba che genera il mio. C’è dunque un moto di compassione nel senso più nobile del termine ma anche un ‘grazie tante, se permetti adesso scelgo altro’. Si tratta di cominciare a prendere le distanze e a discriminare tra le energie che vogliamo fare entrare o trattenere nella nostra vita. 



In effetti uno degli aspetti creativi del nostro esistere, a mio avviso, consiste proprio nell’apprendere a ‘dirigere un po’ il traffico’ in questo mare magnum di flussi, situazioni e relazioni. Si prendono delle posizioni funzionali al nostro benessere e alla nostra evoluzione  pur  rimanendo sempre aperti alla possibilità di ricredersi  e cambiare idea su circostanze o persone. In tal modo, esercitando questa sensibilità e attenzione, nessuno viene escluso per sempre o a priori. Alla fine dei conti è proprio vero che si può imparar qualcosa da tutti, specialmente  se siamo disposti a imparare qualcosa su noi stessi e sul nostro funzionamento interiore - tra l'altro senza nemmeno bisogno di una gastroscopia.



Parrucca della linea Luigi14 e foto di Chiara Benelli  e Jonathan Cirri 
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ATTRAZIONE E REPULSIONE 1 - Sulla legge dello specchio, del pettine e del bagnoschiuma

“ Be’ ti sto perdendo, so che il tuo cuore è a miglia di distanza… e c’è un sussurro dove una volta c’era una tempesta - Well, I’m losing you, I know your heart is miles away and there’s a whisper there where once there was a storm” (Jagger -Richards)


Qualche giorno fa, parlavo con un’amica di come, cambiando interiormente, cambiano anche i parametri delle nostre ‘attrazioni’ o ‘repulsioni’. Tra l’altro, muta anche la modalità stessa di percepire e quindi di manifestare l’attrazione o la repulsione. Se in passato questa modalità era molto ‘carica’ emotivamente - della serie ‘detesto ciò che mi repelle e amo ciò che mi attrae’- adesso diventa un moto meno drastico, più ‘leggero’, in cui spontaneità e consapevolezza sfumano l’una nell’altra.
In più, mi rendo conto che ciò che pian piano va nella direzione delle mie ‘repulsioni’ rappresenta davvero un aspetto di me. Anche se spesso appare ‘là fuori’ in forma amplificata -  posso facilmente riconoscerci il germe di qualcosa che mi ha fatto soffrire, creato problemi o attriti.


All’inizio magari non mi accorgevo di rifiutare nel mondo esterno una parte di me nascosta che non volevo vedere; adesso ne ho più consapevolezza. Per esempio noto che tendo ad evitare, o che pian piano si staccano da me, le persone con l’ossessione del controllo. Non a caso questa era una mia nota dominante, dettata dalla mia paura della vita che poi generava ostilità verso la vita stessa. Non che sia del tutto superata - forse non lo sarà mai e neanche mi interessa - tuttavia tale tendenza è portata costantemente alla luce. Il fatto stesso di osservarla con consapevolezza contribuisce a smussarne gli angoli più castranti e amareggianti.


Parrucca della linea Luigi14 e foto di Chiara Benelli  di Jonathan Cirri 
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VARIAZIONI SU TEMA - Resurrezione

"La Resurrezione è la negazione della morte, essendo l'affermazione della vita. E' un risveglio o una rinascita: il cambiamento di mente in merito al significato del mondo. Non c'è più tristezza sulla terra. La gioia del Cielo è discesa su di essa" (Un Corso in Miracoli)




In piedi
Davanti alla finestra
Profumo di pioggia di bosco

Il mio viaggio è terminato 
                                     Forse

Dalle montagne
Si leva il mattino

(Agosto 1997 - nel mio libro Variazioni Su Tema )
  


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lunedì 14 aprile 2014

L’ESPERIENZA EMOZIONALE CORRETTIVA 3 - Let It Be

“Mi impegno a ricordarmi che abbastanza amore può guarire ogni situazione, anche se la guarigione può prendere direzioni a me ignote.” (Andrea Panatta, Giuramento del Mago Errante)


C’è da osservare che io, a quell’epoca, non avevo fatto attivamente o consapevolmente nulla che potesse essere equiparabile a un percorso di sostegno o di terapia.  Anzi, era un momento in cui, dopo il fiorire della mia ricerca e delle mie trasformazioni personali al liceo, avevo perso ogni punto di riferimento. Avevo mollato la scuola di arti marziali che mi aveva accompagnata nel percorso di autoconoscenza, avevo perso i miei professori ‘illuminati’ del liceo e gli amici si muovevano verso le loro storie e le loro strade, ponendosi apparentemente meno domande di quelle che mi ponevo io.
Tuttavia qualcosa, probabilmente perfino più solido di quello che immaginavo allora, era stato seminato e continuava a produrre i suoi frutti anche -o forse soprattutto- attraverso i miei momenti di black out. Per cui ascrivo a mio favore almeno il fatto che fui capace, se non di produrre, almeno di cogliere tutto il valore di quell’esperienza e riprendere fiducia nelle persone e nella vita. 


Non è qualcosa di scontato, intendiamoci. Molte persone, dopo esperienze che percepiscono come traumatiche o negative, tendono a riprodurle anche quando la vita dà loro nuove opportunità. Prendiamo il caso di una delusione o di un ‘fallimento’ sentimentale. La convinzione che ‘tutte le donne/gli uomini sono stronze/stronzi’ farà sì che anche se ci si parano di fronte Cristo o la Madonna in persona ce la vivremo esattamente come se fosse di nuovo il /la delinquente di turno venuto/a a farci tribolare o a pretendere qualcosa da noi.
Spesso non si dà alla Vita - e quindi a noi stessi - un'altra possibilità, un nuovo inizio. Anzi, mettiamo subito le mani avanti di modo che anche il più o la più ben intenzionata, di fronte  a frasi fatte o a comportamenti difensivi/aggressivi, diventa aggressivo/aggressiva a sua volta o come minimo ci pianta in asso.
Ecco perché a volte occorre un aiuto per restare lucidi, occorre essere accompagnati in un processo di trasformazione. Altrimenti corriamo il rischio di rovinarci con le nostre stesse mani riproducendo all’infinito il passato e condannandoci in una prigione mentale - anche se all’apparenza sembriamo molto liberi  (- o libertini!).


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L’ESPERIENZA EMOZIONALE CORRETTIVA 2 - She loves me, yeah yeah yeah

“Checché se ne dica, l’ arrivo della menopausa sarà comunque per me fonte di grande sollievo” Sara Bini


Delusa su più fronti e in preda a una delle mie classiche crisi esistenziali, mi ritirai da quel corso di laurea e, con la nobile motivazione dello ‘scegliamo il meno peggio’, mi iscrissi l’anno seguente a Lingue e Letterature Straniere. Se non altro, questa decisione aveva una qualche forma di coerenza col cammino da me intrapreso fino ad allora e si stava chiarendo in me la comprensione che era il messaggio insito nell’opera letteraria e non la sua versione tecnica (teatrale o cinematografica) a interessarmi.
La cosa buffa fu che, per quanto mi sforzassi stakanovisticamente di non perdere neppure un’ora di lezione, sempre per un iniziale disorientamento mancai proprio alle tre/quattro lezioni essenziali per posizionarmi al giusto livello di conoscenza della lingua tedesca.
Ricordo che, quando finalmente azzeccai il lettorato giusto, mi lamentai sconsolata di aver perso le altre lezioni. Lo feci a mezza voce, seduta nell’ultima fila dell’aula, borbottando un qualcosa come “Ti pareva che non mi fossi persa tutte le puntate precedenti. Ora come faccio a capirci qualcosa”.


Lì accadde quello che per me fu un piccolo miracolo e un chiaro segnale di aver imboccato la strada giusta, pur con molte resistenze e quasi controvoglia. Una ragazza, di cui cito nome e cognome perché tutt’ora siamo amiche, Manuela Bollani, si voltò verso di me e, spontaneamente, mi passò con un sorriso tutti i suoi appunti. “Prendili, me li puoi riportare quando li hai copiati”.
Reduce dall’esperienza poco felice dell’anno precedente, il gesto generoso di Manuela fu proprio quella che in psicoterapia o in counseling viene definita ‘l’esperienza emozionale correttiva', ossia quell’ “esperienza provocata dalla terapia che cambia la percezione e poi a cascata l’emozione e la cognizione relativa a un problema” (Nardone G. con Balbi)


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L’ESPERIENZA EMOZIONALE CORRETTIVA 1 - You never give me your notes/ Non mi dai mai i tuoi appunti

“ Se hai il Sacro Graal ma lo esponi in Thailandia, nessuno te lo caga, oppure ti ci spengono le sigarette dentro. Siamo sul mercato sbagliato” Il Celle


Il mio passaggio dal liceo all’università fu dapprima sinceramente tragico. La fine di ogni ciclo ha sempre rappresentato per me -e forse per molti- un momento cruciale di disorientamento, false speranze e tentativi abborracciati di omologarmi all’agire comune.
Uscita da un liceo classico a indirizzo linguistico, mi venne la bella idea d’iscrivermi a un neonato corso di Lettere con Indirizzo Musica e Spettacolo nella città più vicina. Ero ben fiduciosa che il mio amore per la cultura, la musica e le varie arti mi avrebbe traghettata felicemente in un locus amoenus di spiriti affini. Niente di più illusorio, chiaramente. Mi ritrovai tosto spersa nella bailamme di un corso di laurea appena avviato, ancora mal organizzato e preso di mira da tutti gli squinternati che, come me, avevano velleità più o meno artistiche: dalla modella in fieri, all’attrice in erba, ai futuri Steven Spielberg, Maurizio Pollini e quant’altro.


Sarebbe stato un ottimo periodo di cazzeggio se a quel tempo avessi avuto il buonsenso di rilassarmi un po’ e prenderla sul ridere, osservando la fauna umana che, come me, popolava tali aule e corridoi. Non ero invece assolutamente provvista di questa grandezza d’animo ed entrai in una profonda crisi, sentendomi un pesce fuor d’acqua proprio dove avevo sperato di trovare la fratellanza cosmica.
Il disagio si aggravò ulteriormente allorché riuscii, a fatica, a stringere una sembianza di amicizia con un manipolo di studenti. In un moto in cui si mischiavano autentica generosità  e desiderio di farmi accettare, passai loro libri e appunti di vari corsi - che puntualmente non rividi. Non solo, al momento in cui io ebbi bisogno degli appunti di una lezione alla quale ero mancata, i suddetti ‘amici’ si evaporarono, pur rimanendo loro compatti come gruppetto dal quale ero evidentemente esclusa.

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