venerdì 18 luglio 2014

THINK! 1- Pensare ed essere pensati

“Sento che in realtà ho tutto da re-imparare. Sento che i miei confini non devono essere sempre così difesi. Sento che in realtà non ci sono errori e non ci sono nemici. Sento che ci salviamo insieme” (Stefano Signorini)


Il pensiero è una delle funzioni che contraddistinguono l’essere umano rispetto alle altre specie viventi. “Cogito ergo sum” diceva a suo tempo Cartesio, sottolineando e rafforzando il legame e l’identificazione che l’uomo ha con la propria materia pensante.
Tuttavia, per quello che è la mia esperienza, nonostante si decanti la razionalità dell’uomo, la nostra capacità di pensare non è poi così invidiabile. Mi sembra, anzi, che le persone siano più ‘pensate’ che ‘pensanti’. Probabilmente perché non ci è mai stato insegnato a considerare pensieri, emozioni e percezioni come contenuti della mente, quindi osservabili, questionabili e modificabili.


Quando il Buddha parlava di ignoranza dell’umanità non voleva dire che siamo tutti dei clamorosi somari ma che il nostro approccio col sapere è prevalentemente esteriore; possiamo incamerare milioni di dati e date e nozioni ma difficilmente abbiamo una qualche cognizione di come funzioniamo.
Molte volte, il primo impatto che abbiamo col mondo è di natura emotiva e le emozioni che proviamo si tirano dietro qualche pensiero ‘preconfezionato’. Tipo, se vedo un conoscente che non mi saluta, subito immagino che ‘ce l’ha con me’ o che ‘è antipatico e maleducato’. Altre volte invece succede l’opposto: ci innamoriamo di un pensiero e con quello poi, più o meno inconsapevolmente, decodifichiamo tutto ciò che ci succede. Se, ad esempio, parto dal presupposto che ‘Tutti gli uomini sono dei bastardi’ tenderò a organizzare la mia realtà secondo tale credenza e perlopiù a confermarla.

#prosegue nei due post successivi 



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