giovedì 18 settembre 2014

L’AMORE E LO GNOCCO FRITTO - La felicità è una scelta

“It’s time to believe, dreams can come true in this town today - E’ tempo di credere, i sogni possono avverarsi in questa città, stanotte” (Francesco Bini  - Sushi Rain)


Ieri, 17 settembre, ho avuto un’ulteriore riprova di come un attimo di consapevolezza possa illuminare una giornata - e forse anche di più.
Mi piace andare sul concreto, perché alla resa dei conti ci giochiamo la nostra gioia e il nostro benessere nel quotidiano, nella ‘fatica’ - ma anche nella ‘conquista’-  di ogni momento vissuto con pienezza e coscienza. Grandi gesta eroiche raramente ci vengono richieste. Questo è il momento dell’eroe di ogni giorno, di colui che ogni minuto sceglie tra il sorriso e il risentimento, tra un pensiero pulito e un rancore, tra il nuovo e il vecchio.
Ma torniamo alla scena di ieri : sono in montagna con mio padre e mio fratello e stiamo andando a pranzo. Ci sono due ristoranti nel villaggio garfagnino dove abbiamo la nostra casa: il ‘Casone' e ‘Col D’Arciana’. Inizia il dibattito decisionale per stabilire in quale dei due locali andare a battere pancia. Nonostante la situazione sia chiaramente democratica, io, che non ho ancora preso la mia posizione e sto mentalmente passando in rassegna tutte le prelibatezze in memoria, dichiaro un ‘mi va bene tutto’. Appena lo dico, conservatrice come sono, mi rendo conto che non è vero, che in cuor mio conosco meglio i piatti del Casone e preferirei andar sul ‘sicuro’. D’altro canto, millenni di lavoro interiore e percorsi di counseling mi hanno  inesorabilmente  fatta innamorare del ‘nuovo’, per cui esito ad optare per un posto già sperimentato.


Mio padre è chiaramente favorevole a Col D’Arciana, mio fratello è sinceramente neutrale. Dunque si va a Col D’Arciana. Rapidamente e in modo molto sottile, sento salire lo scontento che la situazione prenda una piega diversa da come voglio io - cosa anche abbastanza ovvia , visto che non mi sono espressa. Di regola, tutto questo avviene alla velocità della luce; adesso, per amore della scienza,  sto scomponendo a posteriori  il processo nei suoi fattori costitutivi.
Il leggero disappunto fa sì che, inconsapevolmente, mi attacco subito a quanto c’è di ‘brutto’ o di ‘insoddisfacente’ nel nuovo locale: il posto mi sembra troppo ‘scarno’ e poco accogliente, il menù, manco a dirlo, povero di scelte. Già il disappunto si comincia a manifestare con il broncio e un tono di voce astioso, più l’affermazione ‘non c’è nulla che mi piaccia qui’. Ricalco quasi inconsapevolmente alcune dinamiche familiari da anni in atto tra mio padre e mia madre, prendendo il ruolo di mia madre.


Grazie al Cielo però, il lavoro su di sé dà i suoi frutti: il mio ‘Custode Interiore’ si attiva e comincio a ‘vedere’ dall’esterno il veleno emotivo che entra in circolo trasformandomi sia in ‘vittima' che in ‘carnefice’ di questa situazione. Scelgo che posso essere altro : posso essere pace invece di questo. Questa scelta non avviene ‘a caso’: occorre un livello di consapevolezza superiore a quello della scena in questione. E’ come fermare un treno che inizia a muoversi e per farlo ho avuto bisogno di una certa ‘forza’ , di una certa energia. 
Primo passo, dunque, l’osservazione e la dis-identificazione dall’emozione ‘pesante’ e ‘distruttiva’. Secondo passo, la sua trasformazione. Quest’ultima si compie con l’arrivo del cameriere, un ragazzo di quindici o sedici anni , semplice, sorridente, che ha tutta l’aria di fare il suo lavoro con amore o comunque al meglio delle sue possibilità. Una persona che non c’entra assolutamente nulla con tutta la dinamica in corso e che rischia di diventare a sua volta vittima del mio malumore.


La trasmutazione però sta già avvenendo: un istante di pausa, un respiro - e tutto è di nuovo perfetto, è grazia, è miracolo, è luce. Sto aprendo i  sensi e il  cuore al nuovo, all’inaspettato.  Le cose non sono andate come volevo?  Magari stanno andando pure meglio!! Se non altro, imparo ad esprimere chiaramente le mie preferenze e realizzo che, se la situazione non si svolge secondo i miei piani o i miei desideri, sono io a dovermi ‘accordare’ alla Vita e non viceversa. Che bello restare dis-illusi…è una grande occasione per apprendere l’armoniosa flessibilità di un cuore leggero

PS: Per la cronaca: mi hanno portato uno gnocco fritto da boato di applausi…anche se mi ci vorranno due settimane buone per finire di digerirlo.

Per richiedere un colloquio di counseling o un'introduzione alla Biomusica/ meditazione contattatemi qui o su: Sara Bini Le Vie per l'Armonia

1 commento:

  1. Ciao Sara scrivi molto bene e ho letto volentieri la tua esperienza a col d’Arciana,io ci sarò per ferragosto a pranzo e spero che vada tutto bene,non ci sono mai stato e quindi sto facendomi un idea sentendo le esperienze già fatte da altri.
    La tua mi è piaciuta molto perché hai abbattuto il pregiudizio e gli stati d’animo che avevi scegliendo di essere positiva,di vivere e goderti il momento,cercherò di seguire il tuo esempio. ����������

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