“Madre: tu, l’unica che ha sostituito tutto questo silenzio, una volta, al tempo dell’infanzia. Che lo prende su di sé e dice: non avere paura, sono io. Che a notte fonda ha il coraggio di essere questo silenzio per chi ha paura, per chi muore di paura. Accendi una luce, e già il rumore sei tu. E tieni la luce davanti a te e dici: sono io, non avere paura.”(Rilke)
Tornando al tema della maternità, ho avuto la grande fortuna di trovare in mia madre sia la nascita biologica, che l’inizio della mia nascita culturale e spirituale. Quest’ultima è proseguita grazie al prezioso accompagnamento di maestre, professori, allenatori e altre figure di riferimento importanti nei miei anni di formazione; ho avuto il dono inestimabile di molti educatori di qualità.
Tuttavia mia madre per prima mi ha fornito l’equipaggiamento pratico e psicologico per potermi esprimere al meglio. Mi ha comprato libri, strumenti musicali, tele e pennelli per esprimere la mia creatività. Mi ha insegnato che studiare apre la mente e che la vera cultura serve a raffinare la propria sensibilità, la propria capacità di sentire, pensare e amare. Mi ha sempre detto che non importa quale lavoro sarei andata a fare, la vera cultura, la vera educazione sono un patrimonio che nessuno avrebbe potuto mai togliermi e che avrebbe comunque reso la mia vita significativa e preziosa.
Tutto questo è stato possibile solo perché in mia madre stessa bruciava il desiderio di crescere, di evolversi e di trascendersi. E questo, a sua volta, le era stato trasmesso dalla propria madre, in una catena a ritroso di donne umili, intelligenti e coraggiose, desiderose di migliorare le loro condizioni e loro stesse.
Mia madre non ha potuto trasmettermi direttamente le sue esperienze e la sua saggezza: quello è un tesoro che ognuno di noi si guadagna sul campo. Tuttavia è riuscita ispirarmi col suo esempio, evocando in me il desiderio verso la conoscenza, verso ciò che è bello, giusto e buono. Non poteva farmi dono più grande, insieme al suo amore e alla sua tenerezza.
Mi auguro che ogni donna sappia essere in primo luogo madre di se stessa, cioè sappia prendersi cura di sé profondamente e pienamente per poter educare i propri figli, biologici o spirituali, alla ricchezza vitale di un’esistenza ispirata e creativa.
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