“Ogni malattia è il risultato dell’inibizione della vita dell’anima, e ciò vale per tutte le forme in ogni regno.”(Alice Bailey)
English version:The dark dis-ease
Cos’è la malattia? C’è differenza tra malattia mentale e fisica?
La mia esperienza, sia personale che come counselor e insegnante, mi ha mostrato come ogni patologia, che sia depressione o diabete, è il risultato di spazi della coscienza ancora oscuri, non permeati dalla Luce dell’Anima. Perché non lo sono? In molti casi è difficile avvicinarsi a tali zone: esse respingono attivamente la nostra consapevolezza e non siamo ancora pronti ad affrontarle. Sarebbe un impatto troppo distruttivo per la nostra personalità.
In altri casi, c’è una precisa volontà di tenere le dimensioni della nostra vita (amore, lavoro, amicizia) in compartimenti stagni, con l’illusione di poter controllare meglio tutto oppure di non dover rendere mai conto a nessuno delle nostre azioni. Crediamo di poter ingannare la Vita e procrastinare all’infinito ogni resa dei conti. Come bambini, pensiamo di poter continuare a non prenderci responsabilità per ciò che facciamo o non facciamo, nella pia illusione che la mamma, Dio, o chi per lui, un giorno risolvano tutto.
Ma la Vita, lo Spirito, Dio stesso, sono relazione e comunicazione, laddove il Male prolifera proprio nella tenebra e nella separazione. Quando non colleghiamo e non portiamo alla Luce i vari aspetti di noi e della nostra esistenza, essi muoiono o si si infettano, diventando paralisi e malattia. Non solo, alla lunga si contaminano tra di loro, così come la guarigione di uno di essi porta spesso la risoluzione anche di altri aspetti.
Ho visto amici che, con una bella storia d’amore in cui si sono dati generosamente e con entusiasmo, hanno sbloccato impasse lavorative o economiche che sembravano irrimediabili. In definitiva, andando al nocciolo della questione, un cuore aperto è fonte di ogni soluzione, guarigione e abbondanza. Tuttavia non basta capire; la via maestra passa comunque attraverso l’azione. Le prese di coscienza, i buoni propositi o le dichiarazioni d’intenti, se restano solo sul piano mentale, lasciano il posto che trovano e, in questo caso, la patologia che già c’è.
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