Ci sono molte ipotesi
contrastanti sulla nascita e sulla vita di Orfeo, tuttavia, come dice Raphael,
alcune figure hanno la facoltà “di camminare in mezzo agli uomini, di ancorare
verità eterne, istituire organismi sacri e scomparire come nel nulla, lasciando
dietro di sé solo il mistero”[1].
Genealogicamente parlando, era il
figlio di un re della Tracia, Eagro, e della musa Kalliope, figlia di Zeus e di
Mnemosine, la onnisciente. Nella maggior parte delle sue apparizioni Orfeo
viene presentato come cantore e poeta lirico. La sua musica ha una tale potenza ultraterrena che incanta gli animali,
le piante e addirittura i fiumi. Tutto e tutti sono attratti da lui poiché ‘sapeva raccontare la natura stessa, il suo
divenire e le sue leggi’.
Queste capacità teurgiche fanno
da tratto di unione tra l’Orfeo musicista e l’Orfeo esoterista. Sappiamo che fu
il fondatore dei misteri orfici che fiorirono nel sesto secolo avanti Cristo. I
Misteri, dal greco ‘mysterion-segreto’, si basavano su una disciplina arcana
che, a differenza delle religioni convenzionali, spostava l’accento sulla
suddivisione tra ‘iniziati’ e ‘non-inizati’.
Al cuore della disciplina orfica
stava la purificazione dell’anima caduta nella materia (psyche) fino alla sua
reintegrazione col principio divino-spirituale (Nous). Questa catarsi e
liberazione finale dell’anima umana dalle catene del mondo illusorio delle
apparenze è in effetti una costante di ogni sentiero spirituale.
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