venerdì 16 settembre 2016

Rolling Northward - Rotolando verso Nord (seconda parte)

“Grazie eh, Spirito Santo. La prossima volta chiedo direttamente aiuto a Satana!” (Sara & Un Corso in Miracoli)


La reception dell’ostello, che per motivi di risparmio, è aperta solo un’ora al giorno e in orari improponibili, ha inviato loro un codice  numerico di accesso - altra grande fonte di ansia per le due svampite. Tuttavia, con la sua innata abilità di scassinatrice, Keithy apre la porta e si inoltrano nei corridoi fino alla loro camera. 
Quest’ultima ha le dimensioni di un loculo ma nel complesso è dignitosa. Le due balorde sono state intenzionalmente ubicate in un piano colonizzato prevalentemente da muratori polacchi, nella speranza  che tale compagnia disincentivi in loro il desiderio di un più lungo soggiorno. In realtà sono gli stessi muratori polacchi a lamentarsi delle nuove arrivate, la cui onnipresenza nei due unici bagni al piano diventa discretamente fastidiosa. 


Tutt’ora i poveretti si chiedono quale singolare dono di ubiquità abbia permesso a quei due esseri quasi femminili d’ingombrare entrambi i bagni a qualsiasi ora del giorno e della notte. Mistero.  Inoltre: dopo cotanta permanenza alle toilettes, le due buzzurre dovrebbero uscire di lì belle e tirate almeno come Angelina Jolie e Scarlett Johansson…invece no! Eccole sempre sciaguattate e a malapena presentabili.
Dunque, quella prima mattina svedese, Micky si sveglia con un glorioso proposito: “Keithy, ricordi? Il nostro pellegrinaggio!”
“I nostrI pellegrinaggI” la corregge l’amica dall’alto del lettino a castello, sembra la voce di Dio. “Dobbiamo adempiere ai nostri doveri. Del resto, siamo venute quassù esclusivamente per questo.”
Bisogna infatti sapere che Micky e Keithy sono giunte in Svezia ricolme di indirizzi relativi a tappe irrinunciabili del viaggio. Musei? Monumenti? Giardini? Assolutamente no: pasticcerie, café e ristoranti. Il 90% di essi si trova nel caratteristico quartiere di Haga.


Ora, di prima mattina, senza mappa della città, senza internet e senza caffè - nell’ostello non è inclusa la colazione - le nostre protagoniste sono realmente due criminali a piede libero. Affamata e rimbambita, Micky inizia a molestare ogni svedese discreto e all’apparenza gentile che ha la sfortuna d’incontrarle per strada. Al settimo svedese, Keithy alza gli occhi al cielo e miracolosamente legge ‘HAGA’. E’ scritto a caratteri cubitali su striscioni che attraversano in alto le varie vie.
“Guarda, Micky, ci siamo!”
“Certo che sono ben organizzati qui” risponde l’altra comare.
Non sanno, le duplici, che l’amministrazione comunale, a seguito delle lamentele degli svedesi importunati, ha  provveduto a rendere esecutivo il famoso piano P.I.G, Pericolo Italiano a Göteborg, già predisposto da fine anni settanta, allorché Micky e Keithy erano ancora in culla. Con tale piano, la città si augura di facilitare gli spostamenti e in generale la vacanza delle due italiane, al fine di rispedirle in patria soddisfatte e senza troppo danno alla popolazione locale.


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