venerdì 27 aprile 2018

IL MALE CHE NON VOGLIO...

“Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio.”(San Paolo, Lettera ai Romani)

“... E prima di poter raggiungere la conoscenza devi esser passato in tutti i luoghi, sia sporchi che puliti. Perciò ricorda che la veste sporca che rifuggi dal toccare può esser stata tua ieri, potrebbe esser tua domani.”(La Luce sul Sentiero)


Mi ha sempre colpita la famosa affermazione di San Paolo “infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio”; a tutti noi sarà capitato di sperimentare l’incongruenza tra i nostri buoni propositi (tipo ‘mi metto a dieta da domani’) e la loro effettiva messa in atto (doppia abbuffata con triplo dessert finale). Se nel nostro quotidiano non avessimo mai avuto tale esperienza -miracolo!- senza dubbio avremo osservato tale incoerenza nelle persone a noi vicine. È la classica sensazione del ‘predica bene ma razzola male’ con cui spesso sottolineiamo quanto le parole e le azioni di qualcuno vadano in direzioni diverse, se non addirittura opposte.
Quanti ‘ti amo’ o ‘ti voglio bene’ vengono pronunciati senza poi essere sostenuti da fatti corrispondenti, se non addirittura accompagnati da gesti che danneggiano la persona che si dichiara di amare. Quante promesse non mantenute, a noi stessi e agli altri.


Sicuramente esisteranno anche persone malintenzionate, dei bugiardi matricolati, tuttavia sono convinta che la maggior parte di noi manifesti la propria incoerenza a causa del conflitto interno tra le sue parti di luce e quelle di ombra. Molti, a dire il vero, non sono neppure consapevoli di questo conflitto e di essere intimamente disarmonici, per cui nella stragrande maggioranza dei casi daranno la colpa agli avversi Numi, al governo, al maltempo, al partner e al gatto se non riescono a portare fede ai loro propositi.


La lotta interna tra le forze in gioco nella nostra coscienza spiega anche come mai riusciamo ad essere molto convincenti quando esprimiamo le nostre buone intenzioni: in quel momento ci crediamo pure noi, ovvio che riusciamo a ingannare gli altri.
Poi però arriva quell’ “è più forte di me” che sgretola il moto costruttivo e di conseguenza l’obiettivo prefissato, dimostrandoci che in fondo, come dice il buon vecchio Freud, non siamo poi così padroni in casa nostra. La nostra inerzia e le nostre parti distruttive, quelle che amano il lamento e lo status quo, sono purtroppo ancora più ingombranti e potenti dei nostri punti di forza e della nostra capacità costruttiva e creativa.

##Continua nel post seguente ...Il bene che voglio


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