“I poeti sono i misconosciuti legislatori del mondo.”(P.B.Shelley)
English version: the poetic notebook
In linea generale, la poesia viene considerata qualcosa di difficile sia da leggere che, a maggior ragione, da scrivere. È sicuramente un’arte raffinata, con le sue regole, i suoi codici e la sua intrinseca ragione estetica. I poeti sono i legislatori misconosciuti del mondo.
Per quella che è la mia esperienza, tuttavia, la poesia è anche un modo di stare al mondo o una via di accesso a un nuovo modo di stare al mondo. È una delle Vie della Bellezza, e la Bellezza è una forza rivoluzionaria e trasformativa: ci trasporta all’estasi della contemplazione, senza però farci perdere il contatto con il mondo dei sensi. Anzi, il più delle volte è proprio attraverso i sensi che ci accorgiamo della Bellezza.
Occorre quindi una rieducazione della nostra percezione che consiste, in primo luogo, in uno sforzo di attenzione. Sembra una banalità, eppure chiediamoci: quanto spazio ha la Bellezza nella nostra vita? La nostra esistenza adulta è troppo spesso impostata su emozioni e azioni automatiche, ripetitive, meccaniche. Questo produce gli stessi scenari, evocati dallo stesso clima emotivo. La stagnazione diventa un circolo vizioso difficile da spezzare.
Come farlo, attraverso la poesia?
Un modo per iniziare a rieducare la nostra percezione è il taccuino poetico. A me fu regalato a otto anni dal primo poeta che conobbi, che lesse e apprezzò la mia prima lirica.
Questo quadernino dovrebbe essere, già di per sé, un oggetto bello o comunque particolare, che ci inviti a scrivere - e a scrivere con cura, con grazia, con consapevolezza. Durante la giornata poi, facciamo almeno tre sforzi di attenzione che portino a tre annotazioni poetiche: possono essere pensieri, riverberi di stati d’animo, dettagli che notiamo per la prima volta intorno a noi, suoni, sapori. Lasciamoci stupire, lasciamoci toccare.
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