"Let the might of your compassion arise to bring a quick end to the flowing stream of blood and tears. - Che la potenza della tua compassione sorga e porti fine velocemente al fiume di lacrime e sangue" (From the 'Ultra-Zone', Steve Vai)
Raramente si trova un’arte del
Cuore, e per Cuore non intendo qualcosa di sentimentale e sdolcinato, bensì un’arte
capace di connettersi a dimensioni aldilà dell'ego e della limitata mente umana : la dimensione degli Archetipi o delle Idee, per dirla con Platone. Non
occorre essere filosofi, nel senso odierno intellettualistico del termine, c’è piuttosto
bisogno di essere amanti della Verità, del Bene e del Bello per attingere a
questa dimensione sovrapersonale dell’Essere.
Quando chi produce è animato da tale
spirito di verità e purezza -e per
purezza intendo libertà interiore- inevitabilmente le sue opere ne sono
intrise, fossero anche ‘solo’ una sedia o un apparente scarabocchio. La tecnica, a questo punto, serve semplicemente a
veicolare al meglio l’Idea ; non è qualcosa di fine a se stesso, in uno sfoggio di virtuosismo
e spirito di competizione. In questi casi, anche lo sfogo
catartico dei 'periodi neri’ o delle immancabili crisi di una persona
(intelligente) vengono illuminate da una percezione superiore, che riordina il
caos e non lascia il male abbandonato a se stesso, generatore di altro male.
L’artista dunque ha una grande
responsabilità, oggi più che mai, considerato che le possibilità di diffusione e di comunicazione
sono amplificate all’ennesimo grado. Concludo citando un artista a me caro, il chitarrista compositore Steve Vai: “La scena musicale statunitense degli ultimi anni si è
intristita molto rispetto ai tempi in cui Frank faceva musica. Manca quella sua
leggerezza, la sua ironia, il suo sense of humour. Se ascolti molti degli album
hip hop che escono oggi potresti spaventarti per le cose che dicono, per come
il mondo che raccontano sia senza speranza. Non c’è niente di positivo. Credo
che quando porti la tua merda personale nel mondo, non stai facendo del bene a
nessuno, e diventi autoindulgente nei tuoi confronti. Se metti brutalità,
cattiveria e odio nella tua musica alla fine diventi così, inizi a vivere così.
Negli States è sempre più così, in una spirale vorticosa che costringe ogni
volta ad aumentare le dosi di violenza, di sesso, di droga. È una tragedia. Con
la mia musica cerco di portare nel mondo le convinzioni che mi spingono a suonare
e che rimarranno identiche fino alla fine della mia vita. Anche se non sono
famosissimo, credo di avere delle grandi responsabilità nei confronti di chi
ascolta, e vorrei trasferirgli delle cose positive. Potrei scrivere cose
veramente dark, se volessi, ma so che alla fine diventerei così, e non è quello
che voglio né per me né per il mondo.”
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