“Comprendo quello che mi chiedi, sei importante per me - e la risposta per ora è no” (Sara Bini)
Sintonizzandoci con i nostri ritmi e con la nostra musica interiore, può succedere una cosa all’apparenza sconcertante: non combaciamo più in tutto e per tutto con le aspettative e le richieste altrui. Inizia dunque un periodo di ‘aggiustamento del tiro’ all’interno nostre varie relazioni, alcune delle quali decadono mentre altre rifioriscono in genuinità e affetto.
Vecchie etichette di rapporto ampliano i loro confini allorché si comincia a pensare in termini di incontro tra esseri umani piuttosto che a uno standard gioco di ruoli. Certo, il ruolo (madre, figlio, compagno, capufficio ecc) resta per esigenze concrete di vita quotidiana; tuttavia la persona di fronte a noi non viene ridotta ad esso, così come noi stessi ci rifiutiamo ora di aderire in toto a pacchetti pre-confezionati dalla società o dalla cultura.
Gradualmente sviluppiamo un senso di intima coerenza che potremmo definire ‘integrità’; ciò non ha tanto a che fare con i codici morali o le norme sociali quanto piuttosto con l’aderenza a una voce interiore che unifica i nostri processi di pensiero, sentimento e azione. Da questa sorgente possono anche scaturire i nostri primi ‘no’ di fronte a richieste che non ci rappresentano più o che comunque minano il nostro equilibrio - se non addirittura la nostra salute.
Un ‘no’ onesto diventa così un sì a noi stessi e anche un atto di amore verso l’altro, a cui iniziamo a dare la stessa libertà di ascoltarsi , scegliere e cambiare idea. Man mano che ci accordiamo con i nostri ritmi interiori, impariamo ad intonarci con quelli della vita, ricavandone un senso di maggiore armonia, giusto tempismo, sano rispetto e autenticità.
##Vedi i due post precedenti In & Out e La solitudine e il contatto
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