- “…ma io non voglio perderti…”
-“Ma io sì!” (da “Dialoghi dal Passato”)
Stare presenti al presente è dunque una delle sfide più ardue per l’essere umano, continuamente sballottato dalla sua mente indisciplinata in una miriade di pensieri, fantasticherie, preoccupazioni o rimpianti. Non a caso la più alta forma di meditazione sembra proprio essere l’aderenza piena alla Vita e a se stessi, in un apparente gioco di paradossi ben condensato dal famoso detto zen “Quando cammini, cammina. Quando mangi, mangia”.
Ora, senza voler per forza aspirare a questo stato di Presenza che sembra così trascendentale e che in realtà, a sprazzi, forse tutti abbiamo già sperimentato, ci sono anche esercizi più semplici per imparare a essere dove siamo, semplicemente e totalmente.
Per esempio, la prossima volta che un amico, un parente o un familiare viene a parlarci, sperimentiamo il seguente rituale di alta magia iniziatica, ossia ascoltiamolo evitando di:
- interromperlo iniziando a raccontare i fattacci nostri
- interromperlo con le nostre premature interpretazioni e commenti personali
- interromperlo con i nostri consigli, specie se non richiesti
Forse noteremo che ascoltare attentamente il nostro prossimo senza assentarci nei nostri pensieri e trattenendoci dall’intervenire nei suoi è meno facile di quello che sembra. Potremmo perfino scoprire che magari abbiamo qualcosa da imparare da tutti, perfino da zia Matilda che viene a raccontarci cosa ha comprato stamattina alla Coop, se non altro le offerte e i ribassi della giornata.
##Vedi post precedente "Yesterday, all my troubles..."
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