lunedì 6 febbraio 2017

VOLER-SI BENE E VOLERSI BENE

“Dio mio, quanto ancora dovrò sopportarmi?” (Sara Bini)


Ho la fortuna e, allo stesso tempo, la responsabilità di essere circondata da grandi amici che quotidianamente mi offrono la possibilità di crescere e imparare con loro - grazie a loro. Nell’odierna babele delle relazioni umane, in cui ognuno sembra parlare una lingua diversa, è un onore e un dono impagabile trovare qualcuno con cui aprirsi e, per quanto possibile, capirsi.
Devo molto alla Vita e alle persone con cui Essa si è manifestata e si manifesta nella mia esistenza. Per quanto io possa lamentarmi e recriminare  - per inciso, uno dei miei sport preferiti - nei rari momenti di lucidità sono costretta ad ammettere che i miei genitori, i miei parenti, i miei amici e perfino i miei ex sono stati meravigliosi, semplicemente perfetti.


Hanno sempre portato e continuano a portarmi esattamente ciò di cui ho bisogno - anche se tendo a capirlo in differita, ossia con qualche qualche annetto di ritardo. Del resto sono sempre stata un po’ debole di comprendonio e mi si perdonerà anche per questo.
Tutti coloro che sono passati o che tuttora permangono in tale mia avventura terrestre ne rispecchiano fedelmente i limiti e le potenzialità. Mi hanno ricondotta alle mie paure, ai miei rancori, alle mie incongruenze, alle mie imperfezioni. Allo stesso tempo, mi hanno anche messa in contatto con la mia capacità di amare, la mia determinazione ad andare avanti, il mio coraggio di portare luce.


In tutto questo processo, comincio a percepire la Vita come Una, nel senso che l’altro è davvero una parte di me: se tradisco un fratello - tradisco me stessa, se mi sforzo di amarlo e non giudicarlo, apro uno spazio di amore e non giudizio anche per me.
A volte è più facile definire l’amore in negativo che in positivo. L’amore non è, per esempio, aspettare che l’altro si conformi ai nostri bisogni e alle nostre aspettative. Non è volerlo modificare, neppure per il suo bene - cosa che presuppone un certa quantità di giudizio e arroganza da parte nostra. Amore non è aspettare la Principessa o il Principe Azzurro che ci completerà e darà un senso alla nostra vita.
Come giustamente dice la cameriera Alice nella famosa sitcom degli anni ’70 “…la cosa importante, quella che fa funzionare tutto, è il volersi bene”. Aldilà dei discorsi altisonanti, delle promesse solenni, delle filosofie tantriche o delle unioni mistiche, credo in effetti che l’impegno quotidiano a voler-si bene (riflessivo) e volersi bene (reciproco) sia tra le imprese più nobili ed elevate a cui un essere umano possa dedicarsi su questo pianeta.


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