“-Tu così di getto, spontanea, dici delle cose alla gente che io, Senya, neppure a leggerle riuscirei a pronunciarle – Alex si soffermò un attimo – O a pensarle – aggiunse.
Lei ebbe una strana espressione. Era un misto di dolce e triste, anzi no, era di una tale dolcezza che risvegliava nostalgia in chi la guardava, come il ricordo di qualcosa perduto.”(Sara Bini ‘Storie’ )
Ho trovato una delle più belle descrizioni di questo struggente ‘sentimento dello Straniero’ in un testo di Hans Jonas sullo gnosticismo. Lo riporto per intero, perché mi ci riconosco e mi commuove, perciò penso possa essere una bella immagine su cui riflettere:
“Straniero è ciò che proviene da un altro luogo e non appartiene a questo qui. A coloro che sono di qui appare strano, non familiare e incomprensibile; ma il loro mondo è altrettanto incomprensibile allo straniero che viene ad abitarvi e simile a una terra estranea dove si trova lontano da casa. Soffre perciò il destino del forestiero che è solitario, senza protezione, incompreso e incapace di comprendere, in una situazione piena di pericoli. Angoscia e nostalgia della patria sono parte del destino dello straniero.
Egli che non conosce le strade del nuovo paese girovaga sperduto; se impara a conoscerle troppo bene, dimentica di essere uno straniero e si perde in senso diverso, soccombendo all’attrattiva del mondo ospite e diventando estraneo alla propria origine. Anche questo fa parte del destino dello straniero: nell’alienazione da se stesso l’angoscia è sparita ma questo fatto è proprio il culmine della sua tragedia. La reminiscenza della sua origine, il riconoscimento del suo esilio per quello che è e il risveglio del desiderio della patria è l’inizio del ‘ritorno’.
Tutto questo appartiene al lato di ‘sofferenza’ dell’estraneità, perché è incomprensibile alle creature di questo mondo. Tuttavia in questa ‘diversità’ e in parte ‘superiorità’ dello straniero, che lo distingue anche quaggiù, sebbene segretamente, sta la gloria del suo regno nativo, che non è di questo mondo. In tale situazione lo straniero simboleggia l’oltre, il remoto, l’inaccessibile, e la sua singolarità ha una sorta di maestà. […]
L’uomo e la donna ‘stranieri’ raccontano il dramma della luce esiliata dalla Luce, della vita esiliata dalla Vita e coinvolta nel mondo: la storia della sua alienazione e del suo ritrovamento, della sua discesa nella Materia e della sua risalita verso lo Spirito.”(Hans Jonas “Lo Gnosticismo”)
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