“Ecco in cosa consiste il Sentiero: nella vera trasformazione delle emozioni.”(Eva Pierrakos)
English version: Everyday Alchemy
Osservando molti percorsi e scuole diciamo ‘spirituali’ o di evoluzione interiore, ho osservato e sperimentato su me stessa e su altri la tendenza a un’iperattività della mente a scapito di quanto poi viene effettivamente realizzato sul piano delle emozioni e del comportamento.
Questo è del resto comprensibile, perché la suprema maestra è la Vita stessa, che continuamente ci ‘inizia’ o vorrebbe ‘iniziarci’ a una consapevolezza superiore attraverso le esperienze quotidiane con cui ci mette a confronto. Tuttavia non sempre recepiamo i suoi messaggi e andiamo a cercare templi, maestri, rituali e tecniche quando in quel momento il vero guru è nostro marito che ci fa venire la gastrite o i nostri figli che ci suscitano l’ansia.
Normalmente quindi, assistiamo a una scissione tra ciò che è la nostra vita di ogni giorno e quello che pensiamo di aver realizzato sul sentiero spirituale. Magari questo è facilitato dal fatto che conosciamo a memoria tutti i libri esoterici sul mercato o meditiamo venticinque ore al giorno con le tecniche yogiche più avanzate.
Per fortuna (si fa per dire) poi arriva la Vita a smascherare i nostri limiti, toccando i punti dove il dente ancora duole, ossia toccando il piombo della nostra coscienza, il materiale ancora grezzo da raffinare. E arrivano anche le esperienze alchemiche, quelle che potrebbero sostenere il percorso di cambiamento e riarmonizzare le nostre vite e le nostre coscienze.
Tra il nostro capire intellettuale e il nostro agire coerentemente con esso giace il ponte traballante della nostra emotività, così poco conosciuta e quindi difficilmente trasformata. Ed è lì che si manifestano di solito le nostre incongruenze, quelle che danno un carattere un po’ schizofrenico alle nostre vite e talvolta anche i nostri sintomi fisici.
Trasformare il piombo in oro è proprio questo continuo lavoro di messa a fuoco delle parti dense e pesanti della nostra coscienza e delle nostre vite per portarle a espressioni meno distruttive e meno produttrici di sofferenza. Per fare questo lavoro, bisogna però percepire profondamente che il ‘male fa male’… altrimenti se nell’ombra sto ancora bene e mi torna perfino comoda, ogni giustificazione razionale basta a rimandare il lavoro alchemico a data da definirsi.
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