-Io lo faccio per il tuo bene!
-Grazie, grazie… ma non ho bisogno di tutto questo affetto!
(Dal noto manuale “Come spacciare il proprio tornaconto per spiccato altruismo")
English version at the link:"YOU MAY SAY I'M A DREAMER...but I’m not the only one"
Dunque cosa fare, invece, per passare da un atteggiamento di reazione e chiusura a un’ottica di relazione e apertura alla vita? So che questa domanda suona quantomai patetica oggigiorno, in una società dominata dalla logica della paura, della diffidenza, della distanza e delle ‘relazioni’ virtuali. Non importa, per fortuna ci sono ancora persone che si danno dei compiti evolutivi, che avvertono una responsabilità etica verso i propri simili e soprattutto verso i propri figli, che meritano un mondo migliore di quello attualmente disponibile.
Tali persone sono spesso caratterizzate da uno stile di pensiero e di sentimento - e di linguaggio - non rigido o categorico. Non hanno fatto troppe ‘scelte di comodo’ nella vita, cioè non si sono adagiate in quel ‘quieto vivere’ che spesso è ignavia e genera sacche ribollenti di invidia, rabbia e frustrazione. Non sono leoni da tastiera nel mondo virtuale e poi pecore di gregge nella vita reale. Le persone a cui mi rivolgo sono il seme dell’umanità futura, ancora vibrante di creatività, coraggio e ardore. Si tratta di un’umanità degna di questo nome e che, nonostante tutto, si pone ancora istanze di tipo:
- psicologico: siamo disposti a prendere le distanze da modelli autoritari e dissentire? Vogliamo realmente la libertà e la possibilità di scelta per noi e per le persone che amiamo?
- etico-politico: riusciamo ad osservare il nostro sistema culturale in maniera critica, invece che berci avidamente tutto quello che ci viene propinato dai media (di regime e di anti-regime)?
- pedagogico: Siamo capaci di sensibilizzare le nuove generazioni, di elevarle a ciò che di più nobile è stato prodotto dall’umanità, ai valori della benevolenza e della fratellanza, e non soggiogarle alla logica della paura e della sopraffazione?
Ai posteri (ammesso che ci saranno, visto l’andazzo) l’ardua sentenza.