Ho scritto la seguente poesia quando avevo dieci anni. Ho ancora ben fissata in testa la scena che ne destò l'ispirazione.
Era una domenica mattina e, come spesso succedeva, gironzolavo un po' per il paese con le amiche dopo essere stata alla Messa. Quella volta ero sola, doveva essere un giorno grigio tipo novembre perché gli alberi del viale erano spogli e c'era quell'atmosfera sospesa che talvolta fa da preludio a un temporale. Ricordo che sedevo in una piazzetta adiacente a un bar-pizzeria chiamato 'Bellavista'. In quel momento, a essere onesti, di "bella vista" c'era ben poco : un mucchietto di spazzatura e penne di piccione sulle piastrelle rosse della piazzola.
Poi però si sollevò un filo di vento che fece riscontro con l'angolo dell'edificio dando vita al monticello di rifiuti che , per i miei occhi di bambina, si mise 'a danzare'. Il breve quadretto poetico che ne venne fuori vinse anche un premio regionale, tuttavia per me resta un esempio di come anche qualcosa di apparentemente squallido, possa essere trasformato o trasfigurato da un punto di vista Superiore. Anche se a me, all'epoca, tale processo venne naturale - forse perché avevo ancora l'innocenza e la capacità di Vedere tipica dei bambini- risvegliarsi al Bello è una capacità che si può ri-acquistare con un po' di allenamento e di attenzione.
IL MULINELLO
Il vento filtrò dall'angolo
della casa oscura
la danza di tre foglie
il girotondo di cartacce
le penne svolazzanti dei piccioni
come un ballo fantasioso
come un allegro girotondo
che cessato il soffio del vento
si riposa a terra stanco.
Foto di Chiara Benelli e parrucche della linea Luigi14
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Sara Bini Le Vie per l'Armonia
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