"Ehi Rog, che succede?" (Replica di una qualunque telenovela)
Se c’è una figura contenitore di quei lati del femminile che da millenni sono stati repressi e demonizzati, questa è proprio Lilith, la ‘signora oscura’, il polo complementare all’immagine della donna ‘innocua’, ‘pura’ e subordinata al volere-potere maschile. L’immagine di un potere femminile, invece, rimanda con molte probabilità a un lungo periodo di matriarcato, dominato dall’archetipo della Grande Dea Madre, fonte di vita e di saggezza, che poi è stata gradualmente sostituita o addirittura condannata dalla figura del Dio Padre, in concomitanza al formarsi di una civiltà maschile di guerrieri e proprietari terrieri a partire dal 5000 a.C.[1]
I miti matriarcali percepiscono
un’unità inscindibile tra l’uomo materiale e spirituale, in quanto la Dea Madre
è personificazione della ‘santa materia’ come grembo ricettivo e campo d’azione
dello stesso spirito. Lo stadio di coscienza che precedette il matriarcato fu
di tipo magico-corporeo; in epoca matriarcale si sviluppò la coscienza
mitico-psichica e quindi, col patriarcato, iniziò la fase razionale-analitica
dell’umanità. C’è da augurarsi che la coscienza del futuro integri questi retaggi genetici evolvendo una
mentalità spirituale completa, in cui la parte maschile e la parte femminile
vengono considerate di pari valore e ugualmente determinanti per il benessere
globale dell’individuo. Infatti il pensiero mitico si sviluppa sotto il "segno della partecipazione soggettiva agli avvenimenti e
del coinvolgimento emotivo in essi. E’ un altro modo di riflettere, un ‘essere
dentro’ gli avvenimenti. L’uomo di oggi, abituato a pensare razionalmente,
crede di poter considerare oggettivamente un fatto, di poter, per così dire,
rimanere ‘fuori’ e ‘davanti’. Egli si distacca dalla totalità, rappresenta e
dispiega idee su di essa, ma non vive
più in essa.[2]"
Questo non è che un’altra
variazione del tema hegeliano della filosofia come ‘nottola di Minerva’, che
cerca di razionalizzare in concetti la vita e così facendo la manca, non la
esperisce nella sua pienezza. La Voss aggiunge che il vero colpo di grazia alla
presunta validità del pensiero scientifico è stato inferto proprio dalla fisica
subatomica allorché i ricercatori hanno scoperto che l’elettrone può apparire
come onda o come particella a seconda
delle aspettative dello sperimentatore:
"Ciò che la teoria dei quanti descrive (che nelle
reazioni l’osservatore e l’osservato si condizionano reciprocamente e
costituiscono un’unità e che quindi lo scienziato oggettivo in realtà agisce
come partecipante soggettivo) è ben noto al pensiero mitico. Attraverso la
fisica dei quanti risaliamo all’esperienza mitica della totalità di ogni vita,
alla materia visibile e alla sua essenza invisibile che risplende dietro a
tutto.[3]"
Estratto dalla mia tesi di Laurea che si può leggere su I figli di Lilith
Estratto dalla mia tesi di Laurea che si può leggere su I figli di Lilith
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