martedì 30 ottobre 2012

Dell'Unità d'Italia 2 - Il valore del tempo



Il nostro calendario è pieno di date, di anniversari di eventi che, positivi o terribili, hanno sono stati ritenuti meritevoli del ricordo. Perchè un avvenimento del passato debba o possa essere ricordato, è necessario che abbia segnato nel bene o nel male un momento storico, un evento degli uomini che simboleggiano comunque dei valori, dei sentimenti, delle aspirazioni, dei grandi sogni realizzati o delle grandi tragedie subite.
Vale la pena fare  una riflessione sul valore del tempo, visto che ogni anniversario lo scandisce, lo rammenta. C’è un tempo storico e un tempo psicologico. Il tempo storico è lineare, cadenza  e dà una cronologia agli avvenimenti. Quello psicologico è un tempo circolare, è il tempo della maturazione e della crescita interiore di un individuo come di un popolo. E’ il tempo con cui un popolo metabolizza la sua storia.
La storia dell’unificazione italiana è particolarmente ricca, intensa, polifonica. Per intensa intendo anche sofferta, frutto di sacrificio. L’Italia, come sappiamo, è diventata uno stato unitario con un discreto ritardo rispetto ad altri paesi europei. Mi riferisco a Francia o Inghilterra, per esempio, che già nel medioevo hanno iniziato individualizzarsi come monarchie nazionali e darsi anche quell’assetto territoriale che conosciamo. Il nostro è stato un processo più tardo, diverso, in cui  la premessa per l’unità era intanto restituire la libertà alle varie popolazione italiane sottoposte a domini stranieri. Per cui siamo passati attraverso le guerre d’indipendenza, il cosiddetto Risorgimento, in cui si è lottato per trasformare in realtà un sentire e un desiderio corredato e supportato  ovviamente da considerazioni di ordine politico, storico, sociale ed  economico.
Polifonica e ricca proprio per la pluralità di animi, di vissuti e di esperienze che ha raccolto in sé e che sta tutt’ora cercando d’integrare. L’eterogeneità di un gruppo, di un popolo può essere fonte di divergenze e conflitto così come terra feconda e creativa per nuove visioni, aperture e idee. Non a caso nell’immaginario estero siamo il popolo degli artisti, la culla della cultura.
Come ho già detto per la scorsa Festa della Toscana, qui si tratta di recuperare i valori che hanno portato alla nascita della nostra nazione. Evidentemente dei popoli si sono in qualche modo riconosciuti fratelli e hanno lottato per questo. Ciò non deve sopprimere l’individualità e la ricchezza peculiare di ognuno.
In termini sociali, si tratta ancora una volta di mediare tra istanze diverse.  In termini musicali  tornando alla metafora della polifonia, si tratta di trovare l’armonia tra note  e voci diverse. L’armonia arricchisce una melodia. In termini politici, si tratta di  conservare l’inscindibilità della Nazione italiana con la promozione delle autonomie, il sentimento d’identità locale, regionale con sentimento d’italianità.

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