sabato 27 ottobre 2012

Errante fino all'Orizzonte 3 - le poesie: 'Viandante'




 VIANDANTE


Riflesso di caldo sulla pelle
La strada maestra
non ha mai fatto per me
Riflesso di caldo
e campi sterminati
Poiché in nessuna casa
trovo fissa dimora
L’aria è gialla
il sentiero, polveroso

Vado da nessuna parte

La prima poesia, VIANDANTE  è il leitmotiv del protagonista e dell’intero dramma. Da un lato descrive proprio il viaggio in senso canonico, con tanto di colori e sensazioni fisiche, dall’altro  questo viaggio è metafora di una situazione dell’anima. ‘La strada maestra non ha mai fatto per me’ riassume infatti la situazione di vita del protagonista, a cui tutti rimandano il fatto che non è ‘normale’, non conduce un’esistenza scandita dalle tappe classiche della vita comune. (studio, lavoro, matrimonio, figlio, etc).


Il viaggio porta da nessuna parte: da un lato questo può simboleggiare lo smarrimento iniziale tipico di chi sente un richiamo, un’inquietudine indefinita, una tensione che ancora non sa direzionare o decodificare. Dall’altro questa 'nessuna parte' può anche essere inteso come 'ogni parte', un 'dovunque' che indicherebbe la fine del viaggio stesso:  l’anima si sente a casa ovunque perché riconosce il mondo come parte di sé. 


 In realtà il nostro protagonista non raggiunge mai tale tappa o stato di coscienza all’interno di quest’opera, tant’è vero che l’ultima evocazione della poesia presenta una variazione, ossia si chiude  con un ‘vado verso l’orizzonte’. La ricerca ha trovato una direzione, l’orizzonte può stare per un ‘Dio’, per una Realtà Ulteriore, allo stesso tempo trascendente e immanente. 
Ugo Morelli nel suo libro ‘Mente e Paesaggio’ scrive "Il confine è dove ognuno di noi comincia. Il margine è dove comincia la mia possibilità, non dove qualcosa finisce. E dove cominicia la mia possibilità, è dove riconosco ciò che mi manca e ciò che io non sono. E ciò che io non sono, se ci pensiamo bene, è ciò che io posso diventare"



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