Un’identità,
tante storie. È il titolo della Festa della Toscana di quest’anno sempre
sull’onda dei festeggiamenti per i 150 anni dell’unità d’Italia. Mi vengono due
immagini, una visiva e una sonora. La
prima è quella di un arazzo, o un tappeto che, visto da dietro sembra un
intreccio di fili senza senso e visto sul davanti compone un disegno. La
seconda è l’idea stessa di musica che,
nella sua qualità di armonia diventa espressione sinergica e gradevole di
elementi diversi. La nostra storia, la storia italiana è stata ed è tutt’ora
davvero una polifonia di esperienze, speranze, progetti e desideri che hanno
lottato per manifestarsi e trovare la loro espressione in un’identità che renda
senso e giustizia a tutti.
In
natura e anche nell’individuo, c’è una tensione verso l’equilibrio, che appunto
è armonia. La disarmonia a livello collettivo si manifesta come conflitto, a
livello individuale come malattia. Il conflitto non è male a priori, è
connaturato in ogni relazione umana, è insito nell’ ambiguità di ogni scambio
comunicativo. Anche in musica la dissonanza fa desiderare e gustare meglio la
consonanza, il ritorno all’armonia.
Quindi,
la diversità dell’altro in un primo momento può stridere, può creare disagio,
conflitto appunto. Ma può anche affascinare e insegnare. Ogni storia, ogni
individualità, ogni voce ha una sua dignità una sua ricchezza da offrire. La
domanda che ci dobbiamo porre è: l’altro è minaccia o è dono per me? E’ limite
o risorsa? La risposta a questa domanda non sta fuori ma sta dentro, non sta nella testa ma nel cuore. Perché è
solo lì che posso riconoscere l’altro come parte di me come parte della mia
storia, trovare una base comune e un presente di condivisione.
C’è
un passo del Siddharta di Herman Hesse che ben rende l’idea dell’unità nella
diversità. E’ quando Govinda, alla fine del libro, guarda Siddharta e vede in
lui, trasfigurato, il mondo intero:‘Non vide più il volto del suo amico
Siddharta, vedeva invece altri volti, molti, in una lunga fila, un fiume di
volti, centinaia, migliaia che venivano e passavano e si mutavano e rinnovavano
continuamente, eppure erano tutti Siddharta.’ Parafrasando, i mille volti e le
mille storie e i mille colori che hanno portato a comporre e che continuano a
comporre il nostro paese, sono tutti
l’Italia e ne raccontano la complessità così come l’estrema ricchezza.
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